Capitolo 23 - Parte 1

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Zulema


"Chiama Macarena." dico a Rajab.

Il mio tono di voce sembra quello di un robot e io sono ancora in fase di negazione, incapace di accettare la realtà. Incapace di accettare che mia moglie non è più al lavoro e che c'è qualcuno in giro che la vuole morta.

Spero ancora che risponda alla chiamata di Rajab, ma c'è una parte di me che sa già che non lo farà. È proprio per questo motivo che non la chiamo io, perché non voglio sentire la segreteria telefonica dall'altra parte.

Lui prende il cellulare e avvia la chiamata, ma dopo un po' scuote la testa.

"Non risponde." mi dice.

"Allora richiamala, no?"

Rajab mi lancia uno sguardo di compassione, o almeno è quello che mi sembra.

"Chiamala, cazzo." gli urlo contro.

Ormai sono fuori di me, ormai sto perdendo il controllo. Se è successo qualcosa a Maca io potrei seriamente impazzire, lo giuro.

Lui riprova, ma con lo stesso risultato di prima.

"Zulema, Maca non risponde."

Ogni secondo che passa, la mia paura diventa sempre più reale. Ogni secondo che passa mia moglie si allontana sempre di più da me.

Inizio a pensare a tutti i litigi dell'ultimo periodo, a tutte le volte che l'ho trattata male, a tutte le volte che i nostri momenti più belli si sono trasformati in un vero e proprio incubo.


"Perché mi fai questo? Perché mi fai stare così?" mi urla lei.

"Non sono io che ti faccio stare così, sei tu che non stai bene."

"Io non sto bene per colpa tua."

"No, tu non stai bene per colpa tua e magari anche gli altri hanno bisogno di respirare ogni tanto, cazzo."

Me ne vado sbattendo la porta e penso che Ismael abbia ragione, prima o poi Macarena me la chiuderà in faccia e non la riaprirà più.

Torno subito a casa, ma questa volta è lei che non mi vuole parlare.

"Ti prego, non avvicinarti, sono stanca." sussurra, prima di chiudersi a chiave in camera.

Non la sento piangere, ma la conosco e so che sta malissimo.

Vorrei essere migliore, vorrei che entrambe fossimo migliori. Vorrei che il nostro amore fosse sano.


E adesso lei potrebbe essere morta, potrei averla persa per sempre. Mi sento in colpa, anche se è un sentimento che credevo di non poter provare. Mi sento male all'idea che le possa essere successo qualcosa, così male che mi viene quasi da vomitare.

Mi sembra di rivivere i momenti in cui Ramala l'aveva rapita, provo nuovamente quel senso di paralisi e di impotenza che sentivo allora. Mi sembra di essere Lucifero che dal Paradiso è precipitato improvvisamente all'Inferno.

"Rajab... Fai qualcosa... Ti prego... Fai qualcosa..." mormoro, con un filo di voce.

Lui, dopo aver avvertito Ismael e i suoi uomini, torna da me.

"Io non ti lascerò cadere, Zulema. Voglio che tu sappia che qualsiasi cosa accada starò al tuo fianco, sempre."

"Se Macarena muore... A me non importa più un cazzo se lei non c'è..."

"Non succederà."

"Non puoi esserne così sicuro."

"In ogni caso, tu devi pensare anche a Yasmin, lei ha bisogno di te."

"Lo so..."

Penso alla bambina, che è una Macarena Ferreiro in miniatura e so che non potrei mai lasciarla da sola, mi prenderò sempre cura di lei. L'ho promesso a sua madre e io stessa mi sento una mamma, anche se non biologica, per lei.

Quel pomeriggio, quel fottuto pomeriggio, cerchiamo Maca in ogni luogo possibile. Quando realizziamo che è impossibile trovarla e mi rendo conto che non è ancora arrivata una chiamata per il suo riscatto o anche solo per informarmi che l'hanno rapita inizio a temere il peggio.

Non pregavo da anni, però dopo l'ennesima speranza infranta mi butto sul pavimento e chiedo ad Allah di portarmi via i soldi, la casa, persino la libertà. Gli chiedo di portarmi via tutto, ma non mia moglie.

Lei e nostra figlia devono essere al sicuro, non meritano di soffrire. Macarena ha affrontato delle cose terribili e non può andarsene così.

Non può lasciarmi sola, non può lasciare me e sua figlia.

Continuo a ripetermi questo, che non può farlo, come se fosse una sua decisione. E mi rendo conto che, forse, l'ho già persa.

I hate u, I love uDove le storie prendono vita. Scoprilo ora