Capitolo 6 - Parte 2

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Zulema


Sono le sei del mattino, il sole sta sorgendo.

Sono in albergo, da sola.

Avevo voglia di stare un po' da sola.

Mi sento stanca, triste, arrabbiata, vuota.

Mi manca Macarena, ma non voglio tornare a casa adesso, non voglio nemmeno sentirla.

Mi ha fatto troppo male, mi ha ferita.

Sono arrabbiata, con lei e con me stessa.

Siamo due teste di cazzo aggressive e antipatiche. In parte, solo in parte, siamo ancora due figlie di puttane uscite di galera.

Smetteremo mai di essere così?

Riusciremo mai a cancellare i vecchi rancori?

Oggi non devo fare la radioterapia, è il giorno di pausa. Avevo bisogno di un momento di pausa, sono esausta.

Allo stesso tempo, non voglio rimanere qui tutto il giorno a piangermi addosso.

Ho con me la pistola, non la lascio mai a casa.

Non si sa mai, dopo tutto ciò che abbiamo passato, voglio essere sempre pronta a difendere me stessa e la mia famiglia.

Ovviamente, quando siamo a casa teniamo le armi in una cassaforte, sigillata e con il codice di apertura. Non sia mai che le trovi Yasmin e le scambi per delle pistole giocattolo.

So che c'è una banca qui vicino, è una banca piccola e non fanno grandi controlli all'entrata e all'uscita.

No Zulema, non pensarci nemmeno.

Non puoi metterti a fare rapine per sfogare la tua rabbia e riempire il vuoto che senti.

Sarebbe pericoloso e stupido.

Non sarebbe giusto per Macarena e Yasmin, ma anche per quei poveretti che hanno depositato i loro soldi in banca.

Perché fare la cosa sbagliata è sempre una tentazione così forte per me?

Fanculo, voglio farlo.

Ho bisogno di farlo.

Macarena non lo scoprirà mai, in fondo la cosa non la riguarda.

Non la sto tradendo, giusto?

Non devo dirle proprio tutto tutto.

Poche ore dopo mi ritrovo in banca, con un passamontagna e la mia pistola puntata in faccia al ragazzo che lavora qui.

Poveraccio, che brutta giornata.

Durante la rapina mi rendo conto che ci so ancora fare, in poco tempo esco con molti soldi e una fortissima scarica di adrenalina che mi percorre tutto il corpo.

Cazzo, mi mancava questa sensazione.

Sono una persona orribile?

Forse, ma mi sento bene da morire.

Vado in uno dei miei posti segreti e nascondo i soldi in una piccola buca sottoterra.

Dopodiché, vado a fare un giro in centro.

Così sembrerà tutto nella norma e allontanerò i sospetti, è un trucco scontato, ma aiuta molto.

Sento la voce di Rajab.

"Zulema, che ci fai qui?"

"Ciao! Sto facendo un giro, tu?"

"Sto cercando un anello per Farah, voglio farle la proposta in questi giorni."

"Povera ragazza, non sa ancora cosa l'aspetta..."

"Riuscirai mai ad essere gentile con me?"

"Credo di no."

"Lo immaginavo."

"Poi oggi sono particolarmente nervosa."

"Come mai?"

"Ho litigato con Macarena."

"Hai fatto la stronza come al tuo solito?"

"Questa volta no, è stata lei ad attaccare."

"Non ci credo."

"Comunque, anche se mi ha insultato, ha detto tutte cose vere e questo mi fa male il doppio."

"Quando mai ti ha ferito qualche insulto, tra l'altro, a quanto pare, un po' meritato?"

"Quando è lei a dirmi certe cose ci sto male, so che non è da me, ma è così."

"Sei un essere umano con dei sentimenti come tutti noi, anche se spesso non sembra."

"A volte vorrei essere ancora la figlia di puttana senza cuore che sono sempre stata."

"Non lo sei mai stata, era tutta una corazza."

"E tu che ne sai?"

"Ti conosco da quando eravamo due ragazzini e ho sempre pensato che la tua cattiveria fosse solo una montatura, anche se questo non ti rendeva meno fastidiosa."

"È un complimento o un'offesa?"

"Entrambi, diciamo che quando ti mostri per quella che sei realmente diventi una persona molto più interessante."

"Davvero? Peccato che quando stavamo insieme ero una stronza e ti piacevo così."

"Solo perché ero giovane e immaturo."

"Ora invece sei un uomo maturo, giusto?"

"Certo che lo sono."

"Effettivamente se Farah sta ancora con te qualcosa di buono devi pur averlo fatto."

"Ho fatto tante cose buone nella vita."

"Ad esempio?"

"Ho salvato Macarena."

"Ti giocherai la carta dell'eroe ancora per molto tempo?"

"Sì, direi di sì."

"Sei uno scemo."

"Adesso fammi un favore, va bene?"

"Cosa vuoi?"

"Vai a casa, chiarisci con tua moglie e passate una bella giornata insieme."

"Sono ancora incazzata con lei."

"Non ha importanza."

"Come no?"

"Maca è stupenda, quindi infilati il tuo orgoglio su per il culo e perdonala, qualsiasi cosa lei ti abbia detto."

"Grazie, davvero."

Lo faccio, seguo il suo consiglio e torno a casa da Macarena.

Sono le due del pomeriggio e quando entro la trovo davanti alla televisione. Sta mangiando una porzione di lasagna mentre guarda una soap opera o qualcosa di simile.

"Zulema, sei tornata!"

Mi corre incontro e mi abbraccia, stringendomi forte. Io non ricambio, ma mi godo questo momento, rilassando il corpo che fino ad ora è stato in tensione.

"Bionda... Io... Sono ancora arrabbiata con te."

"Va bene, lo capisco e lo accetto."

"Comunque, non voglio più andare via."

"Allora non farlo."

Mi bacia, con passione.

Mi sembra di prendere una boccata d'aria dopo essere stata un giorno intero sottoterra.

Mi sembra di tornare a respirare.

Lei è come ossigeno per me, è il mio ossigeno.

Per quanto io possa arrabbiarmi con lei, sarà sempre l'unica persona con cui voglio passare il resto della mia vita.

I hate u, I love uWhere stories live. Discover now