Capitolo 12 - Parte 1

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Macarena


La porta sbatte all'improvviso, svegliandomi. Non riesco a dormire, ho troppa paura, ma credo di essere svenuta.

Alzo la testa e li vedo: tre uomini entrano nella stanza.

Sono terrorizzata, inizio a tremare mentre si avvicinano a me, il cuore mi batte forte, troppo forte. Ramala si affaccia alla porta.

"Ricordatevi ciò che vi ho detto." dice loro.

"Divertiti Macarena." aggiunge.

Stronzo come sempre, che schifo.

Forse dovrei rassegnarmi, forse dovrei smettere di combattere, ma non voglio morire.

"Cosa volete farmi?" chiedo, una lacrima mi scende lungo il viso.

"Ramala ci ha chiesto di ucciderti."

Sapevo già la risposta, ma è come se i miei incubi diventassero realtà.

"E ci ha detto cosa farti prima che tu muoia, sei proprio nella merda."

"Perché lo fate? Per soldi?" chiedo, piangendo.

Non rispondono.

Mi slegano e uno di loro mi prende per le spalle, tenendomi stretta. Un altro si avvicina, stringendo un coltello. Chiudo gli occhi, per non vedere. Sento un rumore, quell'uomo usa il coltello per strapparmi un lembo della camicetta e farmi un taglio sulla pancia. Poi inizia a colpirmi forte con un pugno allo stomaco, alle costole, dov'ero già ferita.

Dopo un po' l'uomo che mi stava tenendo mi lascia e cado a terra, troppo debole per reggermi in piedi.

Continuano a colpirmi ancora per un po', tirandomi calci. Mi cola il sangue dalla bocca, mi sento morire e so che questo non è nulla in confronto a ciò che mi faranno.

"Vi prego... Ammazzatemi... Vi prego..."

È vero, non voglio morire. Non voglio lasciare Yasmin, Zulema, non voglio andarmene, ma so che mi uccideranno comunque e voglio solo smettere di soffrire, non ce la faccio più. Anche perché questa volta sono già ferita e stanno continuando a colpirmi dove prima mi hanno ustionato, tagliato, picchiato.

"Basta... Per favore..."

"È questo che vuoi? Vuoi che ti ammazziamo?" chiede uno di loro.

"Io volevo divertirmi un po' con lei. Pensavo di scoparmela prima che muoia." aggiunge un altro, guardando il suo compagno.

Si avvicina a me, mi tocca le gambe e la sua mano si avvicina al mio inguine. Rabbrividisco, sento il cuore esplodermi nel petto, sono terrorizzata.

Questo è peggio della morte, non mi sono mai sentita così umiliata e spaventata in tutta la mia vita. Rimpiango persino il momento in cui Annabel voleva tagliarmi i capezzoli.

Non riesco a smettere di piangere, mentre quei figli di puttana si divertono a tormentarmi.

Uno di loro è rimasto in disparte, si avvicina alla porta e poi torna verso di noi.

"Fermatevi." dice ai suoi compagni.

"Perché?"

"Ramala vuole concludere quell'affare, ha detto di andare direttamente sul posto. Me lo hanno appena comunicato."

"E di lei cosa ne facciamo?" chiede uno di loro, indicandomi.

"Voi andate, me ne occupo io. Finirò il lavoro come ha chiesto Ramala. Magari manderà altri uomini, ma nel frattempo lasciatela a me."

I hate u, I love uDonde viven las historias. Descúbrelo ahora