Capitolo 15 - Parte 2

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"Che?"

"Potrebbe essere Ramala?"

"Punto primo: posso assicurarti che Ramala è morto. Punto secondo: cosa c'entra lui con mia sorella? Chiaramente chi ti sta minacciando era molto legato ad Aisha."

"E chi può essere? Suo marito?"

"Suo marito sapeva che è stata tutta colpa di mia madre."

"Come fai a..."

"Me lo ha detto la piccola Zulema, mia nipote."

"Aspetta... Quando avevo fatto amicizia con Aisha, senza sapere che era tua sorella... Mi aveva parlato di suo marito... Diceva che le cose non andavano molto bene tra loro... Potrebbe aver mentito, ma..."

"E se fosse un amante, qualcuno che Aisha frequentava al di fuori del matrimonio? Magari un uomo che per ovvi motivi non ha potuto nemmeno presentarsi al funerale, che la amava e non ha accettato la sua morte..."

Mentre lei parla mi accorgo che la mia mente si è annebbiata, completamente offuscata dal panico che mi sta divorando dall'interno.

Oltre al battito accelerato, il fiato corto e la sudorazione, sento un fortissimo mal di testa, un fischio alle orecchie e ho i conati di vomito.

Mi gira la testa e non vedo quasi nulla, credo che potrei svenire da un momento all'altro.

Mi manca il respiro, ho bisogno di ossigeno.

"Stai bene?" mi chiede Zulema.

"Io... Io... Mi sento morire..."

"Calmati, è solo un attacco di panico."

È vero, potrebbe essere un attacco di panico.

Solo che sento il cuore esplodermi nel petto e mi formicola il braccio sinistro.

E se fosse un infarto?

Mio padre soffriva di cuore e aveva un bypass, magari ho ereditato qualche malattia cardiovascolare da lui e lo stress mi ha dato il colpo di grazia.

Sto morendo, me lo sento.

Le persone possono sopportare l'ansia e la tensione solo fino a un certo punto e io ho decisamente superato il limite.

"Maca, guardami. Non stai morendo, è solo uno stupido attacco di panico."

"Ho paura... Ti prego... Falla smettere..."

"Cosa?"

"Questa sensazione orribile... Falla smettere... Mi fa male il cuore...Aiutami..."

"Basta, calmati. Non hai nulla, è solo ansia."

"No... Io..."

A quel punto lei mi bacia.

Un bacio lungo, dolce.

Un bacio che mi trasmette tutto l'amore che prova per me.

Quando ci stacchiamo mi sembra di tornare a respirare e mi rendo conto che prima ho avuto davvero un attacco di panico.

"Funziona sempre." dice lei.

Le sorrido, in questo momento è più bella del solito. Non avrei mai pensato che Zulema potesse prendersi cura di me, ma lo sta facendo. Mi sta aiutando a non crollare, mi sta aiutando a rimanere in piedi, nonostante tutto.

Spesso i suoi metodi sono un po' particolari.

Non è sempre dolce, anzi spesso è molto dura nei miei confronti.

Cerca in tutti i modi di farmi capire che non posso lasciarmi divorare dal mio dolore, che devo essere forte e affrontare i miei demoni a testa alta. Lei è una roccia, ma io non riesco ad essere così. Sono più debole, sono sempre stata più debole di lei.

Zulema cerca sempre di rendermi più forte, di aiutarmi a tirare fuori quel carattere che, in fondo, ho anche io. Non vuole che mi pianga addosso, vuole vedermi tirare fuori gli attributi e reagire.

E forse, se dopo tutto ciò che ho passato sono ancora qui, è perché sono davvero forte.

Tendo sempre a sottovalutarmi, ma devo smettere di farlo e devo iniziare a credere davvero in me stessa.

Sono sopravvissuta al carcere, a violenze di tutti i tipi, a un aborto, alla morte di mia nipote, dei miei genitori e di alcune amiche, a un giro nella lavatrice seguito dal coma, a un rapimento, alla tortura, all'avvelenamento e a un proiettile conficcato in un polmone.

Sono sopravvissuta alla cattiveria di Zulema e alla mia, sono cresciuta insieme a lei.

Sono sopravvissuta alla sua presunta morte, quando Ramala l'ha fatta fucilare.

E poi l'ho quasi persa per colpa di sua madre, le ho stretto la mano pensando di dirle addio per sempre.

Sono rimasta in piedi, sempre.

Nonostante la sofferenza, nonostante tutto.

Sono forte, lo sono davvero.

I hate u, I love uOù les histoires vivent. Découvrez maintenant