If You Don't Know

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«Che c'è?», mi fa Luke quando sente da troppo tempo il mio sguardo su di sé.
«Siete così freddi», commento scuotendo il capo.
«Ti aspettavi delle lacrime?», alza il sopracciglio e fa un sorrisetto sornione.
«Mi aspettavo qualsiasi altra cosa, non un cenno del capo e basta»
«Voi ragazze siete troppo sentimentaliste. Ci vedremo ancora, che senso ha salutarsi?»
«Che senso ha non farlo?»
Scuotono entrambi il capo e ridacchiano. Chi li capisce è bravo.

Dopo la cena, ci mettiamo comodi sul divano per guardare un po' di tv. Lascio a loro il pieno controllo del telecomando perché mi si chiudono le palpebre per il sonno. Quindi appoggio la testa sulla spalla di Luke e in poco mi addormento.

In un punto imprecisato della serata scivolo con la testa sulle gambe del ragazzo in uno stato di dormiveglia. Riesco a percepire che stanno parlando, anche se mi sembra di stare in una bolla di sapone.

«E così tra qualche giorno fate cinque mesi, eh?»
«Ah-ah», conferma Luke. Sicuramente è più impegnato a guardare ciò che è trasmesso sullo schermo e non a rispondere alle domande dell'amico.
«Ti dico la verità: non credevo sareste rimasti insieme nemmeno per due settimane, figuriamoci mesi»
Luke ride piano e si trova d'accordo. «Io pensavo sarei finito all'ospedale a curare un'infezione ai genitali; ho avuto seriamente paura che potesse tagliarmeli. Abbiamo iniziato con il piede sbagliato»
Non sento più niente perché il mondo dei sogni mi reclama per la seconda volta.

All'improvviso sento qualcuno che mi spinge giù dal letto e finisco sul pavimento.
Mi tocco il sedere dolorante e mi lamento mentre nell'oscurità metto a fuoco la camera da letto.

Luke si agita sul materasso, si contorce e continua a sussurrare «no, no» con il volto deformato dall'angoscia.
Povero amore mio, mi dispiace che faccia degli incubi che lo coinvolgono così tanto.

Mi alzo carponi, accendo la lampada sul comodino e lo chiamo per nome scuotendolo delicatamente. Non si è mosso di un centimetro, anzi sembra che abbia peggiorato la situazione.

Lo chiamo a voce più alta, lo scuoto e ancora niente. È successa l'identica cosa quando si è addormentato sul divano, perciò abbandono le maniere gentili e lo scuoto più forte per farlo tornare alla realtà.

Apre gli occhi e si guarda spaesato intorno, poi si concentra su di me con la fronte aggrottata.
«Cos'è successo?», si stropiccia gli occhi e sembra più piccolo dell'età che ha.
«Un altro incubo», rispondo e mi sdraio al suo fianco.

Con mani tremolanti mi accarezza il viso, come a testimoniare che sono reale, e mi abbraccia. Chissà se mi parlerà mai di cosa sogna la notte. A volte penso che scoppierà dato che si tiene tutto dentro.

«Hai voglia di parlarmene?», gli sussurro accarezzandogli i capelli sudati. Si stacca leggermente e mi guarda negli occhi, poi con voce ridotta ad un sussurro ammette «ho sognato di perderti».
Aggrotto la fronte, «tu non mi perderai, sta' tranquillo», lo assicuro con tutta sincerità.
«Che succederà quando dovrò scegliere cosa farne del mio futuro? Se dovessi prendere in considerazione l'idea di tornare in Australia?»

La sua domanda mi spiazza a tal punto che rimango senza fiato, oltre che senza parole. Già il semplice fatto che me l'abbia posta significa che ci ha pensato seriamente.

Prendo un respiro profondo e guardando i suoi occhi angosciati replico ciò che mi sta urlando il cuore.

«Non posso darti certezze perché non ho idea di cosa accadrà domani, figuriamoci di quello che accadrà tra qualche anno. Però, se vuoi saperlo, ti seguirò Luke. Mi risulta impensabile stare senza te»
«Sul serio?», chiede scettico.
«Sul serio, anche se il futuro è imprevedibile. Forse tra qualche giorno mi farai incazzare così tanto che butterò la tua roba dalla finestra -dico con un piccolo sorriso, spianando con un dito le increspature sulla sua fronte- potresti stancarti dei miei sbalzi d'umore, potresti preferire un'altra ragazza, ci potranno essere delle incomprensioni», lascio in sospeso la frase con un nodo alla gola.

Flaws || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now