Capitolo 8 - Parte 2

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"È morta più di due anni fa."

"Era molto legata a lei?"

"Scusi, ma questo cosa c'entra?"

"Potrebbe trattarsi di un Disturbo Post Traumatico da Stress, ma io non sono uno psichiatra quindi non posso farle una diagnosi per quanto riguarda un disturbo mentale."

Ma come si permette di darmi della matta?

Sto per insultarlo, ma mi trattengo perché mi viene in mente che Macarena soffre di Disturbo Post Traumatico da Stress e nessuno le ha mai dato della pazza. Cosa che lui non sta facendo con me, mi ha solo comunicato quale potrebbe essere il mio problema.

"Se vuole posso metterla in contatto con uno specialista." mi dice, dopo un po'.

"No, grazie. Detesto gli psichiatri, ho proprio una repulsione nei loro confronti."

"Sul serio? Perché?"

"Sono affari miei, no?"

"Certo, mi scusi."

"Non deve scusarsi, sono io quella antipatica."

E so che è vero, sono simpatica come un pugno sui denti.

Cazzo, certe volte nemmeno io mi sopporto.

Quando esco dalla visita telefono a Macarena per darle la bella notizia.

Subito dopo ho appuntamento con Rajab, stasera farà la proposta a Farah e vuole chiedermi dei consigli.

Ci salutiamo e ci abbracciamo.

"Come stai?" mi chiede.

"Hai di fronte a te la figlia di puttana più forte dell'universo, cazzo."

"Questo lo so."

"Il tumore al cervello è sparito, ho vinto io."

"Davvero? Sono così felice, non sai quanto! Maca lo sa?"

"Sì, l'ho chiamata prima. Comunque, cosa volevi chiedermi?"

"Stasera porterò Farah al ristorante e lì le chiederò di sposarmi, però non so come farlo."

"Chiediglielo e basta."

"Grazie, il tuo aiuto è prezioso."

"Cosa devo dirti? Io ho chiesto a Macarena di sposarmi mentre eravamo a terra agonizzanti, con un proiettile a testa piantato in corpo."

"Non è romantica come proposta."

"Ti sbagli, è stata molto romantica. Noi pensavamo di morire, chiederle di sposarmi è stato come dirle: "Noi ce ne stiamo andando, ma il nostro amore rimarrà vivo, per sempre". Come Romeo e Giulietta, tra l'altro anche la costante "famiglia di merda" era presente. Abbiamo riprodotto la tragedia di Shakespeare, ma cosa ne vuoi sapere tu che la porti al ristorante? Sei banale, scontato."

"Quindi dovrei farmi sparare per fare una proposta di matrimonio come si deve?"

"No, andrà benissimo il ristorante. Dille tutto ciò che senti, aprile il tuo cuore. Farah è dolcissima, sono sicura che apprezzerà."

Improvvisamente, una lacrima mi scende lungo il viso, senza un apparente motivo.

Per un momento, per una frazione di secondo, mi è tornata in mente Aisha e ricordarmi di lei mi fa male, troppo male.

Sto continuando a rivederla con allucinazioni, con visioni. Per quale motivo?

Nonostante tutto, sento la sua mancanza e mi odio per questo.

"Ti senti bene?" mi chiede Rajab.

"Certo, perché?"

"Stai piangendo."

"No, mi lacrimano gli occhi solo perché mi è colato il mascara."

"Seriamente, cosa ti succede?"

"Io sono guarita, non ho più il cancro."

"Non capisco, piangi perché stai bene?"

"In un certo senso, sì. Ho iniziato a vedere Aisha, mia sorella. La vedo continuamente, sento la sua voce e le rispondo. Credevo fosse dovuto al tumore, ma ora che quello non c'è più inizio a pensare di essere impazzita. Lei continua ad esserci e a questo punto non so più come mandarla via, sembra così reale..."

"Zulema, magari sei solo traumatizzata."

"Io traumatizzata? Impossibile."

"Sei umana anche tu, lo sei sempre stata. Anche quando manifestavi il tuo dolore nel peggiore dei modi, sei sempre stata forte e fragile allo stesso tempo."

"Di cosa stai parlando?"

"Ti faccio un esempio, va bene? Una volta, quando stavamo insieme, tu eri a casa mia. Stavi spesso da me, non avevi un posto in cui tornare. Ad un certo punto ci siamo messi a litigare, come al solito. Mia sorella viveva con me e si è innervosita, ti ha detto di guardare il notiziario. Stavano parlando di guerre e di morti, lei ti ha detto che quelle erano cose realmente importanti, non le nostre stupide discussioni. Ti ha detto che eri fortunata, che eravamo fortunati a non essere al posto di quella gente. Doveva essere una cosa di poco conto, una frase detta per farci riappacificare, ma tu ti sei incazzata. Le hai detto che conoscevi bene la morte, che tuo padre si era spento davanti ai tuoi occhi e che lei non capiva un cazzo, almeno il succo era questo. Ti sei difesa come un carro armato, ma non ti aveva attaccata nessuno. Mi sono arrabbiato con te, in quell'occasione come in molte altre, ma poi mi sono chiesto: "Quando dolore c'è dietro a un comportamento del genere?" e ho cercato di capirti, anche se tu non mi hai mai reso le cose facili. Sei sempre stata un enigma vivente, Zulema Zahir, forse solo Maca è riuscita davvero a decifrarti."

Forse è così, solo mia moglie è riuscita a farlo.

Non del tutto comunque, nemmeno io riesco a capirmi fino in fondo.

Forse con il tempo migliorerò in questo.

Forse migliorerò in generale.

Macarena è la mia forza adesso, con lei al mio fianco sento di poter fare qualsiasi cosa.

I hate u, I love uWhere stories live. Discover now