Flaws || Luke Hemmings

By Girlinoblivion

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In cui un ragazzo costringe una ragazza a diventare la sua fidanzata perché è perseguitato da una stalker. More

Prologo
It's time
Bad news
Daniel In The Den
No More Second Chances
Weight Of Living Pt.II
Something Big
Stockholm Syndrome
Fun
One of Those Nights
Classic
Torn Apart
Kiss Me Kiss Me
Everything I Didn't Say
Fall Into Your Arms
Wait On Me
Thinking Out Loud
End Up Here
Blank Space
Weapon
Night Changes
Don't Stop
The Draw
Jealous
Never Be Alone
Wrapped Around Your Finger
Summertime Sadness
Wherever You Are
The Driver
Durban Skies
Daylight
Kid In Love
If You Don't Know
Imagination
I'm not the only one
Talking Body
This Is What It Takes
Trouble
Lost
Up
Where Are Ü Now
Safety Pin
Q&A Time
Don't Be So Hard On Yourself
Control
Jet Black Heart
Vapor
Memories
Airplanes
Flaws
Let's start
Answers
Is There Somewhere
Challenge

Disconnected

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By Girlinoblivion

Mi muovo senza meta tra i corridoi della biblioteca, con un gran senso di vuoto poco più sopra dello stomaco.

Prendo un libro dallo scaffale, leggo la trama senza prestar realmente attenzione e lo prendo.
Faccio la stessa cosa più o meno quattro volte prima di scontrarmi con qualcuno, una ragazza oggi, e far cadere i pesanti volumi a terra.

"Scusami, avevo la testa fra le nuvole", mormoro mortificata.
"Oh, non preoccuparti, ero nella tua stessa situazione"

La ragazza fa uno strano sorriso, a metà tra una smorfia e un ammiccamento.
Non l'ho mai vista prima d'ora. Ha capelli e occhi castani e ha l'aria di essere una ragazza seria e pacata.

Raccolgo i miei libri dal pavimento e sposto a disagio il peso da un piede all'altro.
Non ha smesso di fissarmi un momento e ha un misterioso ghigno sulle labbra.

"Ora dovrei andare. Ci vediamo in giro", mi decido a dire quando ha finito di farmi una radiografia completa. Penso che sappia persino il colore della mia biancheria intima.

"Ci vedremo, certamente", promette inoltrandosi tra gli scaffale muovendo una mano sulle copertine rigide dei libri.

Una sola parola per descriverla? Inquietante. E tanto.

Un brivido mi percorre la schiena mentre faccio registrare ciò che mi serve per le tesine ed esco.

* * * * * * *

Ritorno a casa a piedi, di nuovo, con la musica come unica compagna di viaggio.
Non ho idea di che fine abbia fatto Luke, si è come volatilizzato alla fine delle lezioni.

Penso sia ancora arrabbiato con me.

Arrivo nel vialetto e noto un certo movimento all'interno.
La porta è socchiusa e mi avvicino, vedendo Luke che gira in tondo tirandosi i capelli e Calum che tiene le braccia incrociate.

"Lo sai che mi ucciderà non appena glielo dirai? Perché è ovvio che sarai tu a dirglielo", dice il biondo.
"Oh, no, amico. Lascio a te questo onore. Dopotutto sei tu il suo ragazzo e sei la persona più adatta a darle notizie. Male che va litigherete e farete pace con del sesso riparatore"

"Per te esiste solo il sesso?", chiedo entrando in casa e lasciando lo zaino per terra.
"Perché ci sono delle valigie lì?", indico il corridoio.

Faccio passare lo sguardo da un ragazzo all'altro mentre ho un brutto presentimento.

"Hai intenzione di andartene?", chiedo a Luke, con un improvviso nodo alla gola, tanto che mi esce un verso strozzato al posto dell'ultima parola.
"Cosa? No! Perché dovrei andarmene?"
"Per questa mattina o non lo so, spiegamelo tu, magari capisco qualcosa. Cosa sono quelli valigie?"

"Micol, ascoltami bene", Calum mi si para davanti e posa le mani sulle mie braccia.
"Il mio appartamento si è allagato per colpa di una che si è dimenticata di chiudere il rubinetto della vasca. Dico io, come fai ad uscire di casa senza controllare che sia tutto a posto? Comunque, l'acqua ha raggiunto il mio soffitto, dato che vivo un piano sotto di lei, e mi hanno consigliato di trovare un'altra sistemazione fino a quando non risolveranno il problema. E quale posto migliore, se non la casa del mio migliore amico e della sua adorabile ragazza?"

Sorride e sono momentaneamente stordita dalla sua bellezza.
Poi il mio cervello connette e per poco non svengo.

"Chi ti ha detto che starai qui? Dove dormirai?"
Mi mantengo dal tirargli una sberla in pieno viso per cancellare questo stupido sorriso. Ora capisco perché mi tiene le braccia ferme.

"Ti spiegherà tutto Luke con calma quando andrò a prendere il resto delle mie cose. Camera tua è molto spaziosa"
Mi lascia e si allontana, camminando all'indietro.
Forse pensa che sono una predatrice e sono pronta a saltare addosso e uccidere la mia preda, lui, in questo caso.

Esce di casa e si chiude la porta alle spalle. Sento che corre per il marciapiede, mette in moto una macchina, la sua suppongo, e parte lasciandomi da sola con Luke.

"Hai 10 secondi prima che ti prenda e ti castri. Ti farò mangiare i tuoi genitali per cena. Ti alletta l'idea?"
Si porta istintivamente una mano alle parti basse e accenna una smorfia di dolore.

Non puoi nemmeno immaginare cosa ti farò, Hemmings.

"Calum si è trasferito qui, non mi ha dato tempo di capire cosa aveva detto ed è entrato in casa, è andato in camera tua e ha poggiato parte della sua roba sul letto"
Indietreggia con le mani alzate e tocca con il polpaccio il divano.

È in trappola.
Mi avvicino sempre di più, in parte divertita dal fatto che sia così spaventato da me, in parte incazzata nera perché il suo amico si è stabilito da me senza chiedere il nostro permesso.

"Fammi capire bene una cosa: Calum prenderà la mia camera, giusto?", dico attorcigliandomi una ciocca di capelli al dito con fare innocente.
Deglutisce rumorosamente ed annuisce.
"Io non ho un posto in cui dormire, dico bene?"
Annuisce di nuovo.

"Dove cazzo pensi che possa andare? In giardino al chiaro di luna o nella lavanderia? Perché il tuo amico non si sposta sul divano? O, ancora meglio, perché non gli cedi la TUA stanza? La casa è mia"

Solo pochi centimetri separano i nostri volti. Riesco a vedere le pupille spalancate che coprono quasi interamente il blu dell'iride.

"Pago un affitto anch'io, bella. E non può dormire in camera mia perché ci sono troppe cose personali"
"Ah, e nella mia no?", chiedo sarcastica alzando un sopracciglio.

Mi prude la mano per la voglia che ho di riempire il suo angelico faccino di schiaffi.

Mi sembra quasi di vedere le rotelle del suo cervello che si muovono alla disperata ricerca di una via d'uscita.
Peccato che non la troverà mai.

"Non voglio che Calum monopolizzi la mia stanza. E ti ricordo che noi siamo fidanzati per gli altri, mi sembra ovvio che tu debba dormire con me"
"Ripeti quello che hai detto"
"Non voglio che Calum monopol-"
"Non quello, vai avanti"
"Mi sembra ovvio che ti debba dormire con me?", dice grattandosi la nuca e mordendo il lato del labbro in cui si trova il piercing.

Penso l'abbia fatto apposta per farmi distogliere l'attenzione.
Piccolo bastardo biondo.

Giro in tondo come un animale in gabbia e penso a tutti i possibili espedienti per evitare di ritrovarmi nello stesso letto con Luke.

Non fraintendetemi, non mi lamento perché sono capitata con un ragazzo non bello esteriormente, con notevoli imperfezioni, il corpo di un vecchietto e l'apparecchio ai denti; è esattamente l'opposto.

Gli ormoni si prendono gioco di me ogni volta che lo vedo girare per casa con la camicia sbottonata o quando è coperto solo dai boxer. Mi sono trattenuta spesso dal saltargli addosso, mettendomi in imbarazzo la maggior parte delle volte, ora non posso rischiare di rimanere incastrata in qualcosa di così complicato.

"Voi maschi non vi confidate mai? Perché non dici a Calum: 'hey, amico, io e Micol non stiamo realmente insieme, è solo una copertura per evitare che una squilibrata mi stia stupri nel primo vicolo disponibile'?"
Il mio tono è diventato acido.
Tutta colpa degli ormoni e della settimana premestruale.

Luke non si accorge del mio cambiamento d'umore, o forse fa finta di non accorgersene, e mi guarda intensamente negli occhi.

Ora capisco cosa significa quando nei libri le ragazze pensano di essere indifese e nude sotto gli occhi di un ragazzo. Lo sento anche io.

Apre la bocca per dire qualcosa, ma la richiude e scuote la testa.
Si allontana dal divano, dopo aver capito che non sono pericolosa, e va in camera sua.

Mi lascia al centro della sala.
Perché tutte le nostre conversazioni finiscono con Luke che se ne va e io che rimango sola in un grande spazio?
Perché mi sembra di dire sempre la cosa sbagliata?

----------------------------------------------

Dopo 20 minuti Calum bussa alla porta ed entra con altre due valigie e uno scatolone al seguito.

"Hai intenzione di trasferirti a vita qui?", gli chiedo mentre raggiungiamo quella che fino a qualche ora fa era la mia camera.

È simile ad un campo profughi e non sto scherzando.
La confusione dovuta al trasferimento di Luke impallidisce in confronto a questa: ci sono già libri sulla scrivania, fogli accartocciati nel cestino e per terra, vestiti e scarpe sparpagliati un po' ovunque.

Mi viene da piangere. Prima questo era il mio paradiso femminile, ora è una fogna maschile.

Come farò a trovare quello che mi serve? Come farò a cambiare i vestiti? Perché il karma mi sta punendo? Sono stata per caso macellaia di unicorni nelle mie vite precedenti?

"Ti odio Calum", dico a denti stretti.
"Anche io ti amo, Micol, ma non dirlo a Luke. È geloso marcio"

Mi abbraccia e mi alza da terra. Mi ritrovo così a testa in giù a contemplare il suo sedere fasciato perfettamente da un paio di jeans. Caccio un urletto e mi tengo stretta alle sue spalle.
"Fammi scendere", dico ad alta voce ridendo e tirandogli leggeri pugni sulla schiena.

Esce dalla stanza e spalanca la porta di quella di Luke, incurante del fatto che probabilmente sta facendo qualcosa di importante, che è in mutande, che sta guardando un video porno al computer.

"Luke!", urlo coprendomi gli occhi.
Il rossore mi copre le guance mentre un fiottolo di bile sta per risalirmi su per l'esofago.

"Complimenti, amico. Se fossi stato in te, avrei scelto quello con la bionda, ma questo è una degna alternativa"

"Calum!", gli tiro uno schiaffo sulla schiena mentre vado a fuoco. Letteralmente.

"Andiamo, non mi dire che non hai mai visto nulla del genere prima d'ora", sbuffa divertito il moro, tenendomi ancora per le gambe.
"Non sono affari tuoi", mormoro a bassa voce.

È in assoluto al primo posto delle conversazioni più umilianti che ho avuto. Batte alla grande il giorno in cui ho spiegato a mia madre di essere rimasta incinta per aver baciato un ragazzo.

"Ci siamo presi gioco di te abbastanza per oggi. Perché siete venuti qui?", chiede Luke in un tono che sembrerebbe annoiato.

Ho avuto modo di conoscerlo in maniera approfondita durante questa nostra convivenza e sono sicura che sta fingendo di simulare noia.
In realtà è molto attento ad ogni movimento dell'amico, come se avesse paura che possa toccarmi in maniera troppo intima.

Calum percepisce la sua irritazione e fa scivolare un dito sulla cucitura laterale dei miei jeans.
Fa sembrare tutto casuale: parte dalla caviglia, arriva fino alla coscia e riprende da capo il ritmico movimento.

Non gli è bastata la tirata d'orecchio al bowling, vuole proprio farsi male.

Non sento cosa risponde perché mi sta salendo il sangue al cervello per essere a testa in giù e da un momento all'altro potrei perdere i sensi.

Luke si alza di scatto dal letto, provocandomi una fitta, di ciò che riconosco essere desiderio, al bassoventre. È in boxer, come ho già detto.

Mi prende per i fianchi e mi rimette giù, non prima di aver lanciato uno sguardo assassino al moro.
Barcollo un po' e mi appoggio al suo petto.

Allarme rosso.

Vedo questa scritta a caratteri cubitali lampeggiare nella mia mente e tolgo subito la mano, come se avessi preso la scossa.

Il ragazzo mi guarda confuso, ma non dice niente.
Scuoto impercettibilmente la testa e faccio un piccolo sorriso, il primo da questa mattina.

"Mi spiegate perché mi sento sempre il terzo incomodo quando sono con voi? Fate una cosa strana, comunicate con gli occhi, fate cenni col capo e vi capite come se i vostri cervelli fossero collegati. Siete così disconnessi", dice Calum serio.

Ci guardiamo tutti e tre e scoppiamo a ridere per la scelta del termine.
È in un certo senso azzeccato perché quando io e Luke siamo insieme mettiamo il mondo da parte e sì, siamo così disconnessi.

"Se vi sbrigate a prepararvi, vi porto a cena fuori e pago il conto per la mia entrata nella confraternita 'Micol's House'. Che ne dite?"
"Cibo gratis? E lo chiedi pure?", Risponde Luke con un luminoso sorriso.
"Entro 10 minuti voglio vedervi davanti alla mia macchina. Non un secondo di più, non un secondo di meno. Potete scordarvi di mangiare a mie spese se non-"
"Accetto la sfida", dico decisa.

Corro subito in camera, lasciando i due ragazzi da soli, e prendo dall'armadio, rimasto fortunatamente illeso dallo scoppio della bomba Calum, una camicetta di organza bianca smanicata e un golfino a righe bianche e nere.
Non cambio i jeans e sono subito pronta.

Nonostante il disordine, ce l'ho fatta.
Sono orgogliosa di me stessa.
Sarà che anche la fame ha contribuito a velocizzare i miei movimenti.

"Siete ancora lì? Su che il ristorante ci aspetta", scherzo appoggiando il fianco sullo stipite della porta della camera di Luke.

I due si scambiano un'occhiata e alzano le spalle contemporaneamente.
Sono sicura che credevano avrei messo un'eternità a scegliere cosa indossare.

Ci avviamo insieme per il corridoio, ridendo delle inopportune battute di Cal, prendiamo le giacche e usciamo nella quiete serata autunnale.

I'm so sorry guys

Mi dispiace tantissimo per essere riuscita ad aggiornare così in ritardo.
Ho dato la precedenza all'altra storia è questa ha perso un po'.

Bando alle ciance, parliamo del capitolo.
Che ne pensate?
Non so quanto possa essere venuto lungo, so solo che ci ho messo un bel po' di tempo per ricopiarlo sul cellulare.

Non so quando aggiornerò di nuovo. Potrebbe essere tra qualche giorno o il prossimo fine settimana perché la scuola non mi lascerà il tempo di respirare tra interrogazioni e compiti.
Non vi annoio ulteriormente e vi auguro un buon sabato sera.

A presto bei ragazzuoli
Marty

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