Flaws || Luke Hemmings

By Girlinoblivion

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In cui un ragazzo costringe una ragazza a diventare la sua fidanzata perché è perseguitato da una stalker. More

Prologo
It's time
Bad news
Daniel In The Den
No More Second Chances
Weight Of Living Pt.II
Something Big
Stockholm Syndrome
Fun
One of Those Nights
Classic
Torn Apart
Kiss Me Kiss Me
Everything I Didn't Say
Fall Into Your Arms
Thinking Out Loud
End Up Here
Blank Space
Weapon
Night Changes
Don't Stop
The Draw
Jealous
Disconnected
Never Be Alone
Wrapped Around Your Finger
Summertime Sadness
Wherever You Are
The Driver
Durban Skies
Daylight
Kid In Love
If You Don't Know
Imagination
I'm not the only one
Talking Body
This Is What It Takes
Trouble
Lost
Up
Where Are Ü Now
Safety Pin
Q&A Time
Don't Be So Hard On Yourself
Control
Jet Black Heart
Vapor
Memories
Airplanes
Flaws
Let's start
Answers
Is There Somewhere
Challenge

Wait On Me

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By Girlinoblivion

"Luke puoi andare ad aprire? Sono sotto la doccia"
Sento dei passi pesanti in corridoio, segno che il mio coinquilino ha finalmente deciso di fare ciò che gli ho chiesto.

Mi insapono i capelli e canticchio una canzoncina che mi perseguita da questa mattina.

Il portone viene chiuso violentemente e, come una furia, Luke apre la porta del bagno.
"Luke! Esci subito da qui", urlo da sopra lo scroscio dell'acqua.

Non si può avere un po' di privacy nemmeno durante una doccia, porca vacca.

Cerco di coprirmi come meglio posso con la tenda di plastica ed esco la testa insaponata.
Il ragazzo è bianco come un cadavere, più di quanto lo sia normalmente, e respira a tratti.

"Cos'è successo?", chiedo preoccupata.
Se continua così gli viene un infarto e sono troppo giovane per essere 'vedova'.
"C'è tu-tua m-madre" balbetta scosso.
"Mia madre?"
"Sono andato ad aprire la porta e una signora bionda ha urlato il tuo nome, credendo che fossi tu. Appena si è accorta dell'errore si è bloccata e mi ha guardato stranita. Le ho chiuso il portone in faccia", ammette mordendosi il labbro.
"Che casino. Vai ad aprirle e scusati. Io mi lavo i capelli e vengo da voi. Ora esci."

Ritorno sotto l'acqua per lavare via il sapone che sta iniziando a farmi bruciare gli occhi.
"Non ho sentito la porta chiudersi"
"È possibile che sono eccitato nonostante me la stia facendo sotto dalla paura?"
"E che ci vuoi fare" dico retorica, percependo finalmente rumori di passi e porta chiusa.

Ora passiamo al problema con la P maiuscola: mia madre.
Penso che appena mi vedrà darà in escandescenze perché non sapeva che ero in cerca di un coinquilino e l'ho trovato, maschio per giunta.
Se non doveste avere più mie notizie, sappiate che vi ho voluti bene.

Finisco la doccia in tempo record e mi asciugo alla bell'e meglio indossando dei leggins e una t-shirt.

Intravedo dal corridoio mia madre che annuisce interessata a ciò che Luke sta dicendo. Mancano solo gli occhi a cuoricino e posso dire di avere uno pseudo-fidanzato capace di far breccia anche nel cuore di spietate donne in carriera. Fantastico.

Faccio il mio ingresso trionfale in salotto e abbraccio la mamma.
È da un po' che non ci vediamo, nonostante viviamo nella stessa città, e sono felice di questa sua visita.
Certo, avrebbe potuto avvisare, così non sarebbe stata circondata dal caos, ma non sembra le dia fastidio.

"Come mai qui, mamma?", le chiedo dopo essermi seduta affianco a Luke sul divano.
"Ti prego, dimmi che non te ne sei dimenticata" si lamenta e sbuffa, aggiustandosi i lunghi capelli biondi sulle spalle.
"Dimenticarmi di c- Oddio, la cena! È stasera, giusto?"
Annuisce e lancia un'occhiata a Luke.

"È molto smemorata mia figlia. Un giorno eravamo in una libreria in centro e ha comprato un libro senza ricordare che aveva una copia dello stesso libro, preso nella stessa libreria qualche settimana prima. Per non parlare di quando era piccola! Era sempre uno strazio farle imparare una poesia perché appena memorizzava un verso ne dimenticava un altro"
Scuote la testa sorridendo al ricordo dei bei tempi dell'Era Giurassica.

"Ho avuto modo di notarlo da solo in questi giorni"
Do un pizzicotto sul fianco a Luke e ricordo ai due nuovi amici che ci sono anche io.
Mia madre evita la frecciatina e si siede all'estremità della poltrona. È partita la modalità 'convincimento avanzato'.

"Ritorniamo alle cose importanti. Micol, non puoi mancare assolutamente. Ci saranno tutti i colleghi di tuo padre e alcuni amici di famiglia, è un giorno importante"
"Lo so, mamma, non voglio perdermi la sua premiazione, ma non mi va di stare con persone della vostra età, se non più grandi. E, cosa ben più importante, ci sarà John. Vorrei strappargli i capelli e castrarlo e, essendo circondati da persone di una certa importanza, e non essendo nelle mie intenzioni far sfigurare papà, dovrei stare zitta e sorridere amabilmente fino a quando non mi si rompe la mascella. Sai bene che non è nella mia natura"

Prendo un respiro profondo e guardo mia madre contorcersi le dita delle mani e muoversi a disagio sulla sedia.
"Cosa c'è adesso?"
"Potrei aver detto a Sarah, la mia amica del club del libro, la moglie di Dan, quel caro uomo che aiuta sempre le persone in difficoltà, come l'altro giorno che ha aiutato dei bambini a recuperare la palla finita sui rami di un albero. Per non parlare poi di quella volta che-"
"Sputa il rospo. Ora"
"Potrei aver detto a Sarah che verrai alla cena con un ragazzo"
"Che le hai detto?" urlo al limite della frustrazione.

Non sapeva nulla di Luke fino a mezz'ora fa e ora ha inventato la storia di un ragazzo. Ho già detto fantastico?

"Non alzare la voce con me, signorina"
Mi stupisco di come le mamme riescano a passare da indifese verginelle, offerte come vittime sacrificali, a sergenti dell'esercito in andropausa con la facilità di uno schiocco di dita.

"Ti rendi conto di quello che hai fatto?"
"Non ho fatto nulla di grave. Dato che non sapevo nemmeno dell'esistenza di Luke - senza offesa, naturalmente - ho pensato che ti fossi già ambientata al collage e avessi conosciuto qualcuno di interessante. Il problema non c'è perché hai questo splendido ragazzo in casa. Sono sicura che sarà più che felice di aiutarti. Non è così?"
"Assolutamente no", affermo con decisione.
"Certo, è così signora"

Mi giro di scatto verso Luke e gli lancio ogni sorta di maledizione per aver osato contraddirmi. Se avessi una padella gliela sbatterei in testa fino a quando non implora pietà.

"Luke, sarà una cena galante, con tanto di cravatta e papillon per gli uomini e vestito lungo e pochette per le donne"
"L'ho capito, genio" sbuffa per poi girarsi mortificato verso mia madre.

Perché colei che un tempo ritenevo una madre equilibrata e intelligente, sta sorridendo come lo Stregatto?

"Scusi signora, non l'ho fatto apposta"
"No, infatti, l'hai fatto per sottolineare la mia superiorità cerebrale" borbotto acida.
Tanto so come andrà a finire: io e Luke parteciperemo alla cena di questa sera.

* * * * * * *

Tre ore per prepararsi per un evento importante non sono molte. Sono quasi inutili, se posso permettermi.
Non sai che indossare, cerchi di estirpare tutta la peluria dai posti più in vista, devi acconciare i capelli e fare un make-up degno di una sfilata.
Ci vorrebbero come minimo 6 ore, ma è inconcludente lamentarsi.

Metto il lucida labbra e aggiusto il reggiseno che ha aumentato di una taglia il mio esiguo balconcino.
Potrei giocare a nascondino e vincerebbero le mie tette perché sono così brave nel gioco che non riesco a trovarle nemmeno io.

Quindi, con una taglia in più, un vestito nero monospalla che fascia perfettamente quelle quattro curve che Madre Natura mi ha donato e un paio dì décolleté al tempo stesso bellissime e dolorosissime, busso alla camera di Luke per controllare a che punto è.
Ho già detto che ci mette più tempo di una donna e questo è tutto dire.

"Avanti"
Apro la porta e mi fermo sul mio posto perché sto per andare in iper ventilazione.
Luke è senza camicia e sta trafficando con la cintura dei pantaloni.
Ha un fisico perfetto: le braccia sono toniche e muscolose, l'addome è piatto e c'è un accenno di addominali, culminanti in una striscia di peli chiari che arriva sotto la cintura.
La temperatura si è alzata di almeno 30 gradi e ho bisogno di aria per non morire soffocata dai miei pensieri non proprio innocenti.

"Appena hai finito di lasciare la pozza sul pavimento, mi aiuti con i bottoni della camicia e con la cravatta?"
Mi risveglio dallo stato di trance e mi avvicino al suo armadio per prendere una camicia bianca.
Sembra strano, ma ne ha almeno tre e sono immacolate. Chissà se le ha mai usate.

"Indossala"
Fa come gli è stato detto e mi avvicino per chiudere i polsini e gli altri bottoni e gli faccio passare la cravatta blu sotto il colletto, per poi annodarla con cura.

Quando ero piccola mio padre mi diceva che per essere una buona donna dovevo riuscire a fare un buon nodo.
"Una donna che sa aggiustare la cravatta al proprio uomo è una donna da sposare. Quindi, bambina mia, quando troverai un ragazzo che ti porterà rispetto e ti amerà, il più tardi possibile, ricorda queste parole che ti ho detto. Ti saranno utili."
Ero così sciocca da credere realmente a questa stronzata e mi sentivo superiore alle altre bambine che non lo sapevano fare.

"Sei molto sexy, Micol" dice Luke, riportandomi alla realtà.
"Grazie", balbetto imbarazzata, allontanandomi e guardandomi le scarpe.

Mi prende il mento tra le dita e mi costringe ad alzare gli occhi.
"Non sentirti a soggezione con me. Se ti danno fastidio i miei commenti, basta solo dirlo e cercherò, con enorme fatica, di non proferire parola.
"Tranquillo, è tutto ok" ,sorrido.

I suoi occhi celesti si incastrano nei miei occhi verdi e non si lasciano, fino a quando uno dei due, o forse contemporaneamente, avviciniamo i volti e facciamo combaciare le labbra.
Non c'è urgenza, è un bacio calmo, rilassato ed entrambi assaporiamo questo contatto tanto desiderato, eppure tanto evitato.

"La prossima volta che ci baceremo, ricorda di non mettere il lucida labbra o il rossetto; ho le labbra appiccicose", dice quando ci stacchiamo, pulendo si con la mano le labbra.
Riesce a rovinare anche i momenti più belli con quella lingua lunga. Mannaggia alla miseria!

"Non ci sarà una prossima volta, bello mio"
"Come no? E io che speravo di poter passare alla base positiva e magari darti una palpatina"
Le belle parole che ha detto prima sul suo tentativo di evitare commenti sul mio corpo evaporano, così gli alzo il dito medio e ritorno in camera con la sua risata come sottofondo.

----------------------------------------------

"Mia cara, da quanto tempo!"
"Signora Joy, è un piacere incontrarla di nuovo. Come sta?"
"Ho qualche acciacco, ma tiro avanti.
Chi è questo splendido giovanotto al tuo fianco?"
"Signora Joy, questo è Luke Hemmings, il mio fidanzato" mormorò a denti stretti.
"Luke, questa è la signora Joy, un'amica di famiglia"
"Piacere signora"
Luke le stringe la mano e sorride cordiale.

Un'altra vittima è caduta davanti al suo fascino.
Prima della fine di questa serata, più della metà delle donne presenti in questa sala gli giureranno amore eterno.
Vorrei sapere come riesce a comportarsi da ragazzo a modo con gli altri, mentre con me da' sfogo al suo lato perverso e animalesco.

I tacchi iniziano a farmi male e mi maledico per aver scelto questi trampoli al posto di un semplice paio di ballerine.

"Scusate, dovrei andare un attimo in bagno"
"Prego dolcezza, prendi tutto il tempo che ti serve. Io mi intratterrò con questo delizioso ed educato fanciullo. Ce ne sono pochi in giro come lui, sei stata fortunata"

Se solo sapesse...

Sorrido a mo' di scuse e cammino per la grande sala alla ricerca del bagno perduto.
Tutte le stanze mi sembrano uguali: stesse illuminazioni, stesso mobilio e stessi ospiti.
Nonostante sia uno degli hotel più importanti della città, non mi piacerebbe alloggiare qui.

Un braccio spunta dalla grande porta che dà l'accesso al bagno e mi ritrovo stretta fra le mattonelle fredde e un paio di occhi castani, un tempo tanti familiari.

"Ora non verrà nessuno a salvarti e non potrai andartene senza aver sentito ciò che ho da dirti" soffia a pochi centimetri dalle mie labbra.
"John, se non mi lasci il braccio entro tre secondi, mi metto ad urlare e sai benissimo che ne sono capace"
"Ti lascio, ma prometti che non te ne andrai e mi ascolterai per una buona volta"
"Cosa vorresti dirmi? Se vuoi riferirmi ciò che hai provato durante la scopata con Julie, ti chiedo cortesemente di evitare. Non me ne frega un cazzo"

Una signora di mezza età esce dal bagno aggiustandosi il reggiseno e ci guarda come se fossimo dei fenomeni circensi.

"Signora potrebbe fare in fretta, per favore? Abbiamo una questione in sospeso da risolvere"
"In realtà ce l'hai tu la questione da risolvere" borbotto, ricevendo un'occhiata ammonitrice dal mio ex.

La donna sbigottita dal tono brusco, si lava le mani in fretta ed esce borbottando un "che generazione".
Finalmente il mio braccio è liberato dalla stretta. Se mi rimarrà il segno gliela farò pagare alla carrozzeria della sua cara macchina. Un bel graffietto sul paraurti e uno sulla portiera.

"Su, parla! Non ho tutta la serata"
"Ti amo, okay? Ho commesso una delle più grandi stronzate della mia vita tradendoti, e per giunta quando eri via preoccupata per tua zia. Non ho idea di cosa mi sia preso, forse sono stato attratto dal proibito e ho perso l'unica ragazza che ho mai amato in vita mia. Mi sento perso senza di te, non mangio, vado male a scuola e mi maledico ogni santo giorno per essere stato così stupido. Ti prego, dammi un'altra possibilità."

Mi prega come se ne andasse della sua vita e forse qualche settimana fa avrei potuto cedere.
Ma sono una Micol diversa da quella che lui conosceva.

"No", dico categorica.
"Come?"
Dire che non se l'aspettava è dire poco. Ha strabuzzato gli occhi e si è stampato una smorfia in faccia.
"Hai sentito bene. No. Ho avuto tempo per pensare e mi sono accorta che ciò che noi chiamavamo 'amore' era solo quotidianità, routine. Stavamo insieme solo perché non vedevamo altre opportunità. Penso di averti amato nel primo periodo, quando eravamo così ingenui da credere di poter offrire il mondo all'altro e questo sentimento è sfociato in sopportazione.
Ti sei mai chiesto, mentre eravamo insieme, se avessi piacere nel fare una cosa o la facessi solo per ottenere la tua approvazione? La risposta è no. Penso che a prescindere dal tradimento ci saremmo lasciati per seguire le nostre strade.
Non sto giustificando il tuo atto, sai che penso sia la cosa più spregevole che si possa mai fare nei confronti della persona che si ama, ma è stato in un certo senso necessario.
Adesso prendi la tua strada, fa' quello che ti pare, non mi interessa. Io ho già iniziato un nuovo capitolo della mia vita e voglio vedere come andrà."

Lo lascio in bagno, con gli occhi sgranati e la bocca schiusa, per ritornare in sala con un senso di leggerezza mai provato prima.
È come se le catene che mi legavano a John si siano finalmente rotte, rendendomi libera di andare avanti.

"Tutti i bagni erano occupati?" mi chiede Luke quando lo affianco nel grande salone.
"No, perché?"
"Sei stata via per un quarto d'ora e, a meno che le tubature non si siano rotte proprio mentre stavi usando il bagno, è successo qualcosa di importante"
"Molto perspicace, Hemmings.
Ho risolto con John; da oggi in poi la smetterà di cercare di fermarmi per i corridoi, così potrai stare tranquillo. Non ci sarà nessun attacco a sorpresa."
"Aspetta, mi sono perso. Dove ti ha parlato? Perché ti ha parlato?"

Le vene sul suo collo iniziano a pulsare e riesce a stento a contenere la rabbia. Vorrei tanto capire il perché.

"Calma, Luke" gli accarezzo il viso e la mascella che freme.
"Mi ha fermata nel bagno delle donne per chiedermi di ritornare insieme, ma gli ho detto che sono irrimediabilmente innamorata di te, che avevo intenzione di lasciarlo già da tempo e che non ero felice con lui"

In fin dei conti ho detto una versione alterata della realtà. Ho detto una piccola bugia bianca, mettiamola così.

"Addirittura innamorata?" chiede aggiustandosi la cravatta e gonfiando il petto, orgoglioso.
Sapevo che il suo ego sarebbe cresciuto a dismisura dopo la mia dichiarazione.
"Già, mi struggo d'amore per te, non ho occhi che per te, non potrei vivere senza di te e cazzate annesse"

Sorride e mi poggia il braccio sulle spalle scoperte.
"Complimenti, sei un'attrice veramente brava"
"Ho imparato dal migliore"
Ammicca e ci sediamo finalmente ai nostri posti, per aspettare le portate e sperare che la serata scorra il più velocemente possibile.

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