Flaws || Luke Hemmings

By Girlinoblivion

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In cui un ragazzo costringe una ragazza a diventare la sua fidanzata perché è perseguitato da una stalker. More

Prologo
It's time
Bad news
Daniel In The Den
No More Second Chances
Weight Of Living Pt.II
Something Big
Stockholm Syndrome
Fun
One of Those Nights
Classic
Torn Apart
Kiss Me Kiss Me
Everything I Didn't Say
Fall Into Your Arms
Wait On Me
Thinking Out Loud
End Up Here
Blank Space
Weapon
Night Changes
Don't Stop
The Draw
Jealous
Disconnected
Never Be Alone
Wrapped Around Your Finger
Summertime Sadness
Wherever You Are
The Driver
Durban Skies
Daylight
Kid In Love
If You Don't Know
Imagination
I'm not the only one
Talking Body
This Is What It Takes
Trouble
Lost
Up
Where Are Ü Now
Safety Pin
Q&A Time
Don't Be So Hard On Yourself
Control
Jet Black Heart
Vapor
Airplanes
Flaws
Let's start
Answers
Is There Somewhere
Challenge

Memories

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By Girlinoblivion

Dato che hai lo stesso nome della protagonista ti dedico il capitolo LetMeDreamNow
Spero ti piaccia e piaccia a tutti voi!

Cosa c'è di peggio dell'essere svegliati presto la mattina? Essersi svegliati presto perché si rischia di essere soffocati dal corpo del vostro ragazzo e non poter muoversi per il torcicollo atroce.

"Luke", lo chiamo sperando che apra gli occhi e si sposti, ma non sono fortunata.
"Luke", ritento con un tono più alto.
In risposta inizia a russare.
"Luke", gli urlo nell'orecchio e salta in aria, scavalcandomi e cadendo dal letto.
"Sei impazzita?", si siede e con il pugno chiuso si strofina un occhio ancora assonnato.
Massaggio il collo per alleviare il dolore e borbotto "non ti levavi", per poi alzarmi e prendere il cambio nell'armadio.

Prego affinché nessuno mi veda attraversare il corridoio nel mio pigiama azzurro con nuvole di zucchero filato e le pantofole dello stesso colore -e per nessuno intendo Jack Hemmings.
A che pensavo mentre facevo la valigia?

Lascio Luke sul pavimento e vado in bagno senza produrre alcun rumore in caso i genitori di Luke dormano ancora.
Entro nella doccia per togliermi di dosso la stanchezza del viaggio e la notte pressoché insonne.

È stato un miracolo se sono riuscita a chiudere occhio per qualche ora, devo dire che è stata una delle peggiori che abbia mai passato.
C'erano troppe parole non dette, troppe aspettative infrante, troppi se e troppi ma che riempivano l'aria che respiravamo.
È come se stessimo sotto una cupola di vetro, imprigionati nel vortice della sensazione di perdita.

Uso l'acqua fredda per recuperare un po' di lucidità e per non pensarci troppo.
A che serve fasciarsi la testa prima di rompersela? Assolutamente a niente.

D'altronde, però, c'è una parte di me che mi spinge a combattere per noi, fargli capire che non abbiamo bisogno di assegnare un'etichetta permanente al nostro rapporto. Quel che conta è che siano l'uno accanto all'altra.

Mi copro con un asciugamano e tampono i capelli umidi una salvietta prima di rivestirmi e mettere tutto a posto.
Ho come l'impressione che Liz ami l'ordine e la pulizia e abbia rimproverato spesso Luke per questo.
È uno dei ragazzi più disordinati che abbia mai incontrato, è capace di mettere a soqquadro una stanza in meno di cinque minuti.

Ritorno in camera e lo trovo raggomitolato tra le coperte, con il viso schiacciato sul cuscino e i capelli troppi lunghi che cadono disordinati sulla fronte.
Non resisto all'impulso di avvicinarmi e sistemarglieli e gli deposito un bacio sulla testa, facendo attenzione a non svegliarlo.
Ha dormito meno di me e ora merita un'oretta di sonno.

Vado in cucina e trovo Liz ai fornelli e Andrew seduto al tavolo a sfogliare le pagine del giornale.

"Buongiorno", saluto un po' a soggezione.
Dopotutto sono come un'intrusa qui e mi sembra strano non essere al fianco di Luke.
"Buongiorno", trilla Liz e mette a tavola un piatto di bacon e pane tostato, la perfetta colazione americana.
"Buongiorno", ricambia con un sorriso il signor Hemmings e ritorna alla lettura.

Prendo posto e aspetto che anche Liz si sieda per poter mangiare qualcosa del ben di dio che ha cucinato apposta per noi.
Se fosse stata mia madre, avrebbe servito pane bruciacchiato e uova crude, tanto è negata in cucina.

Mi coglie all'improvviso una fitta di nostalgia, lei è in America e io sono qui, in Australia, anche se per poco.
Riesco a capire un po' di più come si sente Luke a passare mesi lontano da casa sua ed è una sensazione orrenda.

"Cosa c'è che non va? Non ti piace ciò che ho preparato? Posso fare altro, dimmi cosa", la donna è assalita dal panico.
"Come?"
"Non hai ancora mangiato niente", posso intravedere il dispiacere nelle iridi blu, tanto simili a quelle del figlio più piccolo.
"Oh, no, aspettavo che ti sedessi così da iniziare"

Si lascia sfuggire un sospiro di sollievo e si mette al fianco del marito.
"Non pensavo che Luke potesse scegliere una ragazza tanto in gamba", mormora tra sé e sé.
Nascondo un sorriso dietro la tazza di caffè ed Andrew mi fa l'occhiolino.

-

Molto più tardi Luke si sveglia e saluta me e sua madre con un bacio sulla guancia.
Prende un piatto dalla credenza e si serve, prendendo un po' di tutto.
Devo ancora capire dove mette tutto ciò che ingurgita.

Li lascio da soli, magari hanno bisogno di fare una chiacchierata madre-figlio e vado a prendere il cellulare in camera.
Faccio in tempo a trovarlo e a notare la chiamata della mia di mamma.
Mi aspetto un interrogatorio per farle sapere quello che è accaduto ieri, appena arrivati; è pomeriggio da lei, quindi non ha niente di meglio da fare.

"Ehi mamma", rispondo prima che riattacchi.
"Micol Foster sei in grandi guai", mi avvisa con un tono da dittatrice.
"Mi dispiace per non essere riuscita a chiamarti prima, non ho avuto un momento libero"
"Faresti meglio a risparmiare le scuse. Hai idea di quanto mi sia preoccupata? Ho immaginato il peggio, che l'aereo fosse precipitato nell'oceano o che avessi avuto un incidente stradale prima di arrivare a casa di Luke"
Alzo gli occhi al cielo per la sua eccessiva apprensione, a volte sa essere davvero drammatica.
"Mamma, sto bene, come puoi sentire tu stessa"

Sospira dall'altra parte della linea e la immagino mentre infila una mano tra i capelli.
È un gesto che fa sempre per trattenersi ed evitare di parlare troppo.

"Allora, come va lì?"
"Finora bene, gli Hemmings sono una famiglia splendida"
"E la signora Hemmings? Com'è?"
"È molto dolce e vuole un bene dell'anima ai suoi figli"
"Cosa ti ha detto?", indaga da perfetta impicciona qual è.
"Che non vede l'ora di avere dei nipotini", ribatto seria e la sua reazione non tarda ad arrivare.
"CHE COSA?"
Sono costretta ad allontanare il cellulare a causa del suo urlo e sono sicura che l'abbiano sentito anche quelli della casa affianco.
Scoppio a ridere e mi prende a parole per averle 'fatto perdere 5 anni di vita', sue testuali parole.

"Certo che ci caschi facilmente"
"Ricorda che me la pagherai quando ritornerai qui"
"Allora penso che rimarrò ancora per un po'"
"Sta' attenta e per ogni cosa chiamami, non importa se è notte fonda o mattina presto"
"Me ne ricorderò. Ti voglio bene, ma'"
"Anche io, divertiti"

Metto giù e qualche secondo dopo Luke entra in camera.
"Fammi indovinare, eri dietro la porta per cercare di origliare la conversazione?"
"Mh, no?"
Scuoto la testa e alzo gli occhi al cielo.
È diventato così prevedibile che potrei scommettere su cosa farà entro la prossima ora e vincerei alla grande.

-

Per approfittare della breve vacanza, Luke mi porta in giro per la città e mi fa conoscere i luoghi della sua infanzia e adolescenza.

"Questa è il Norwest Christian College, il liceo in cui mi sono mimetizzato con le pareti pur di non essere notato. Ero uno sfigato", ci ride su e si siede sul muretto, porgendomi la mano per salire.
"Se non avessi visto le foto in camera tua non avrei mai pensato che fossi uno sfigato. Ora sembri così sicuro di te", guardo l'edificio e dondolo le gambe.
"L'apparenza inganna a volte", si morde il labbro e guarda in basso.

"Riusciremo mai ad avere una conversazione senza frasi fatte? Se ci fai caso ne usiamo almeno una al giorno"
"Solo tu puoi pensare a queste cose"
Scuote la testa e mi rivolge uno sguardo ammonitore, come se avessi perso il senno.
"Beh, ho ragione", alzo le spalle e aspetto che mi dica qualcos'altro su di lui.

"Ricordo che la preside era un tiranno, una volta mi ha beccato mentre stavo cercando di uscire, dato che non volevo andare a lezione di storia, e mi ha obbligato a frequentare per due mesi una casa di riposo, giusto per farmi capire che stavo sprecando il mio tempo. È stata lei a costringermi a compilare una richiesta per l'università a Virginia Beach, credeva in me, anche se non me l'ha mai detto apertamente"
"Te ne penti? Cioè, se potessi ritornare indietro lo rifaresti ancora?"
"Probabilmente sì, all'inizio è stato un po' difficile, non conoscevo nessuno e non riuscivo a comprendere bene la lingua, ma in qualche mese sono riuscito ad ambientarmi. Se non fossi andato in America non avrei conosciuto Calum, Michael, Andrew e nemmeno te"
"Se volevi farmi emozionare ci sei riuscito. Passami un fazzoletto, devo asciugare il fiume che minaccia di straripare"
"Riusciremo mai a non rovinare una conversazione?", mi fa il verso e rido, non prima di avergli tirato un pugno sul braccio.

-

Purtroppo il nostro tempo in Australia è finito e presto ci troviamo in aeroporto.
Liz ha iniziato a piangere mentre eravamo in auto e se continua così farà piangere anche me e non sono tanto sicura che Luke resisterà e non si aggiungerà al piagnisteo.

Per tutta la mattinata ha cercato di rimanere attaccato a sua madre, in modo da non sentirne troppo la mancanza una volta partiti e l'ho trovata una cosa molto dolce e al tempo stesso triste.

"È stato un piacere averti conosciuta, Micol, sappi che sei la benvenuta a casa qualsiasi volta tu voglia", mi abbraccia Andrew e lo ringrazio stringendolo un po' più forte.
Poi è il turno di Jack e apre le braccia in cui mi tuffo direttamente.
"Chiama per qualunque cosa, il mio numero ce l'hai. E se Luke ti tratta male basta un semplice messaggio sos e volerò fin da voi per spaccargli il bel faccino che si ritrova. Okay?"
"Okay", trattengo una risata e lo lascio andare.
È un fratello acquisito perfetto.

"Perché ho come l'impressione che ti rivedrò presto, Jack?", chiede Luke dopo aver salutato il padre.
"Dipende tutto da come ti comporti, fratellino. Vedi di non far arrabbiare questa ragazza, altrimenti prendo il primo volo disponibile e te la faccio pagare"
"È una coalizione contro di me", scuote la testa rassegnato e jack mi fa l'occhiolino.

"Grazie di tutto, Liz. È stata la migliore vacanza che abbia mai fatto e sono contenta di aver conosciuto la donna che ha tirato su così bene Luke"
"Io sono contenta di aver conosciuto te, tesoro. Sei la ragazza migliore che mio figlio potesse presentarmi"
Mi attira a sé e respiro un po' del suo profumo che sa di casa e di dolcezza.

"Ora è meglio andare, manca poco all'imbarco e dobbiamo fare tutto"
Luke prende le valigie e salutiamo con la mano la sua famiglia fino a quando ci è possibile, poi ci mettiamo in fila per il check-in.

"Grazie", gli dico una volta che abbiamo finito le procedure.
"Per cosa?"
"Per avermi fatto venire con te e per avermi fatto conoscere la tua famiglia"
"Grazie a te per avermi fatto il più bel regalo che potessi mai ricevere"
Mi stringe la mano e sorride.

Ed è così bello che mi sembra impossibile che ogni cosa vada finalmente al suo posto.

* * *

Come volevasi dimostrare, la convinzione fotte.
Pensavo che il destino fosse favorevole a me per una volta? Mi sbagliavo alla grande.

Al rientro ho trovato la casa sottosopra e l'unico responsabile è Calum, perché si sentiva solo in una grande casa e ha deciso bene di chiamare qualche amico.
Purtroppo che qualche amico ha chiamato qualche amico, che a sua volta ha chiamato qualche amico, e il risultato è che ho trovato una discarica al posto del salotto e un Calum in stato semi cosciente che abbracciava la tazza del water.

Ma sorvoliamo su questo, se ci penso mi viene voglia di strozzarlo e non posso sporcare la mia fedina penale per un imbecille.

Al rientro a scuola ho trovato una sorpresa che definire sensazionale è dire poco.
Indovinate un po' chi è andato dal preside e ha riferito di essere stato aggredito nei bagni?
Una certa psicopatica che ha rigirato tutto a suo favore, dato che c'era un testimone oculare.

E indovinate un po' chi ha rischiato di essere  sospeso e perdere così un anno?
Io, esatto.
Ma è meglio se procediamo con ordine.

Come al solito Luke si è chiuso in bagno per mezz'ora ad acconciare i capelli e ci ha fatto arrivare in ritardo. Che poi sembrava appena uscito dal letto e mi ha fulminato con lo sguardo quando gliel'ho fatto notare.

Sono entrata in classe prima che il professore di letteratura iniziasse la lezione e ho preso appunti in vista del test che ci sarebbe stato a breve.
Prima che potesse suonare la campanella, una segretaria ha bussato alla porta e ha fatto il mio nome: il preside mi aveva convocata nel suo ufficio e dovevo presentarmi con una certa urgenza.
Una ventina di teste si sono girate nella mia direzione e hanno bisbigliato meravigliati. Nulla che non si sia già visto.
Ho raccolto tutte le mie cose e mi sono sentita un po' un'eroina che andava in guerra e avrei anche riso dello sbigottimento generale se non fossi stata molto nervosa.

La segretaria mi ha accompagnata fino alla porta della presidenza e mi ha rivolto un sorriso incoraggiante, poi si è dileguata e ho lasciato passare qualche secondo prima di bussare.
Non appena sono entrata nella tana del lupo ho focalizzato la mia attenzione su una ragazza purtroppo conosciuta e sul ragazzo che avevo visto per la prima volta nei bagni.
Non nascondo il fatto di aver pensato che ero nella merda, senza mezzi termini.

Il signor Collins, un uomo stempiato e dal viso rubicondo, mi ha fatta accomodare e ha spiegato in breve il motivo della mia convocazione: era venuto a sapere che Christine era stata aggredita da me nei bagni e voleva avere anche la mia versione dei fatti per prendere dei provvedimenti di conseguenza.

"Sono andata in bagno dopo il test di storia e mi sono ritrovata alle spalle Christine senza preavviso. Mi ha chiesto come stesse il mio ragazzo e le ho risposto che stava bene e che mi aspettava in macchina, perciò dovevo scappare, ma ha chiamato Brandon", lo indico con una mano, "e mi hanno sbarrato l'uscita. Mi ha minacciato di farmi male se non avessi lasciato Luke Hemmings, il mio ragazzo, e quando mi sono rifiutata mi ha preso per i capelli e me li ha tirati con forza, fino a quando non è apparso Luke. Se ho fatto lo stesso è stato solo per restituirle il favore"

Mr Babbo Natale ha assottigliato gli occhi, come se potesse in qualche modo vedere se mentissi o meno e si è passato una mano sul viso.
"La signorina Jhonson sostiene di essere stata aggredita da lei senza una motivazione e il signor Dallas ha confermato"
"Questo non vuol dire che abbiano ragione loro"
"Ma nemmeno che ha ragione lei, signorina Foster"

Ho appoggiato la schiena alla sedia e ho notato la soddisfazione della psicopatica stampata come un ghigno sul suo volto. Avrei voluto eliminarla dalla faccia della terra e me ne sarei assunta tutte le responsabilità.

"Signor Collins?", un'altra donna è entrata nella stanza e ha poggiato sul tavolo una cartellina bianca.
"Il signor Hemmings qui fuori, sta aspettando"
Ho drizzato le orecchie e ho iniziato a gioire, Luke sapeva come stavano le cose e poteva aiutarmi a risolvere la situazione paradossale.

Se non fosse stato che Christine è scoppiata a piangere senza motivo e ho capito di essere spacciata.

"Lo faccia entrare pure", ha detto e le ha allungato un pacco di fazzoletti. Forse era abituato ai piagnistei.
"E' permesso?"
"Prego, si accomodi", lo ha invitato il preside e si è seduto al mio fianco, facendo una smorfia di disappunto nel vedere la sua stalker e il suo amico.
"Penso che abbia capito perché si trova qui, non è vero?"
Luke ha annuito e mi ha rivolto uno sguardo preoccupato per niente rassicurante.

"Abbiamo due versioni opposte e al momento la sua potrebbe ribaltare la situazione. Allora, cosa ha visto quando è arrivato in bagno?"
Si schiarisce la voce e non si sente alcun rumore oltre al ticchettio dell'orologio sulla parete.
"Ho visto Micol e Christine che si stavano tirando i capelli a vicenda e il ragazzo le guardava senza fare nulla. Quando Christine mi ha notato ha lasciato andare Micol e si è lamentata per il dolore, poi Brandon l'ha portata in infermeria"

"Sa perché è scoppiata la lite?", ha indagato di nuovo e le guance di Luke si sono colorate di rosso.
"Per me", ha ammesso sottovoce, ma non abbastanza da non essere sentito dalla diretta interessata.
"Non è assolutamente vero!", è intervenuta la ragazza e ho alzato gli occhi al cielo.
Oramai persino il tavolo aveva capito che le piaceva il mio fidanzato.

"Ho sentito abbastanza, andate nelle vostre classi, entro questa giornata vi informerò dei provvedimenti"
Siamo usciti tutti e ho stretto la mano a Luke, sperando che tutto andasse per il verso giusto e che finalmente qualcuno capisse l'insana ossessione di Christine.

-

Sono passate alcune ore e ancora non sappiamo niente. Sono così nervosa e agitata che ho fatto cadere per terra le penne due volte e mi sono scontrata con altri studenti come minimo cinque e ho ricevuto altrettante spinte.

Luke non è da meno, infatti ha sbattuto contro una ragazza durante la pausa pranzo e questa a momenti è svenuta per l'emozione. L'ennesima vittima del suo fascino.

Prima che la giornata scolastica finisca, il preside ci convoca di nuovo nel suo ufficio e ci attende con un cipiglio marcato. Non mi sembra nulla di buono.

"La cosa che voi ragazzi dimenticate sempre, nonostante ci siano cartelli impossibili da non notare, è che l'edificio è controllato da telecamere di sicurezza e anche nei bagni è posta una", fa una pausa ad effetto ed esulto internamente.
"Quindi, ho visto i nastri delle registrazioni e ho capito le dinamiche. Signorina Jhonson, sono lieto di annunciarle che ha appena guadagnato un'espulsione, insieme al suo complice, e anche una serie di sedute presso lo psicologo della scuola"
"Che cosa? Non è possibile! Non ho fatto niente, è stata tutta colpa sua", si adira e mi punta un dito contro con troppa foga.
Brandon, al contrario, rimane in silenzio e guarda con odio la sua amica, capendo finalmente in che cosa si è andato a cacciare.

"La decisione è stata presa. Ora andate voi due", li manda via il preside e mi trattengo dal saltellare per la gioia.
"Non credete che non vi spetti niente", ci avvisa pizzicandosi il ponte del naso.

Ecco, troppo presto per festeggiare.

"Anche se siete state vittime di una congiura, penso che sia costruttivo per voi svolgere delle ore in associazioni di volontariato. Signorina Foster, in particolare, ho deciso di assegnarla ad un centro per giovani con problemi familiari e con problemi con la gestione della rabbia. Per lei, Hemmings, ho deciso qualcosa di più tranquillo, servizio presso una casa riposo"
Non ci da il permesso di replicare e ci liquida con un "vi darò tutte le informazioni necessarie al più presto" e ci chiude la porta in faccia.

"Abbiamo vinto, no?", azzarda Luke con una smorfia di disappunto.
"Beh, se per vinto intendi esserci liberati della tua stalker, sì, hai ragione tu"

Siamo finalmente liberi dalla piaga di nome Christine e spero rimanga tutto un brutto ricordo.

--

Zan zan! L'allarme Christine è scomparso e stiamo arrivando alla conclusione. Ho scritto l'epilogo mesi fa e sono contenta che finalmente potrò pubblicarlo, così dopo 50 capitoli Flaws finisce, io la smetto di fare ritardi così clamorosi e voi la finite di aspettare pazientemente un mio aggiornamento.

Non so come commentare, dopo 3000 parole sono sfinita.

Ora passiamo alla parte in cui mi faccio i fatti vostri. Come vi va la vita? La scuola? Gli amici? Avete il ragazzo? Scusate se sono impicciona, ma mi fa piacere sapere qualcosa in più su di voi!

A me va tutto più o meno bene, domenica Shawn Mendes mi ha seguita su Twitter e a momenti svenivo, ieri si sono fatti colloqui da cui mamma è ritornata felicissima e oggi -bam!- 5 in storia. Il destino mi è avverso.

Vabbè, ora vado, se volete commentate con cosa pensate che accadrà nel prossimo capitolo o semplicemente ignoratemi.
Grazie per chiunque ha lasciato una stellina o ha commentato.
Buona serata
Marty

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