Flaws || Luke Hemmings

By Girlinoblivion

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In cui un ragazzo costringe una ragazza a diventare la sua fidanzata perché è perseguitato da una stalker. More

Prologo
It's time
Bad news
Daniel In The Den
No More Second Chances
Weight Of Living Pt.II
Something Big
Stockholm Syndrome
Fun
One of Those Nights
Classic
Torn Apart
Kiss Me Kiss Me
Everything I Didn't Say
Fall Into Your Arms
Wait On Me
Thinking Out Loud
End Up Here
Blank Space
Weapon
Night Changes
Don't Stop
The Draw
Jealous
Disconnected
Never Be Alone
Wrapped Around Your Finger
Summertime Sadness
Wherever You Are
The Driver
Durban Skies
Daylight
Kid In Love
If You Don't Know
Imagination
I'm not the only one
Talking Body
Trouble
Lost
Up
Where Are Ü Now
Safety Pin
Q&A Time
Don't Be So Hard On Yourself
Control
Jet Black Heart
Vapor
Memories
Airplanes
Flaws
Let's start
Answers
Is There Somewhere
Challenge

This Is What It Takes

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By Girlinoblivion

Ho deciso di ringraziare personalmente in ogni capitolo uno di voi, perché continuate a seguire questa storia nonostante i lunghi tempi di attesa. Ovviamente non siete obbligati a fare nulla, mi sembrava un'idea carina, tutto qui. Questo è dedicato a itsblast, mi ha fatto molto piacere leggere il tuo commento su Talking Body, ti ringrazio infinitamente.

Luke's Pov

Amo la famiglia di Micol. E'molto più unita di una qualsiasi famiglia che si riunisce durante una festività e mi ha accolto come se fossi un altro nipote. Sono felice di questo e, inevitabilmente, il mio pensiero va alla mia, di famiglia.

Non voglio sembrare un mammone, ma sul serio mi manca troppo mia mamma e con lei mio padre e i miei fratelli maggiori. Non li vedo dalla scorsa estate - l'Australia non è esattamente a due passi- e mi mancano le piccole attenzioni che mamma mi rivolgeva prima di decidere di trasferirsi a Sidney per stare vicino ai parenti e io decidessi di rimanere a Virginia Beach.

Vengo distolto dai miei pensieri da Micol, che mi stringe il ginocchio sotto al tavolo e mima con le labbra 'cosa c'è'. Cerco di sorridere e 'niente' le sussurro sulla guancia, indugiando con le labbra sulla pelle e respirando il profumo del suo shampoo al cocco.

Non la convinco, infatti alza un sopracciglio come per dire 'non ci casco' e per fortuna -o sfortuna, dipende dai punti di vista- una delle sue zie paterne ci interrompe.

"Lucas", urla dall'altro lato della tavola riccamente imbandita. Non so perché si sia fissata a chiamarmi in questo modo, sono stato presentato a tutti come Luke e basta. Solo Cal e Micol mi chiamano così per darmi fastidio.

"Mi dica", rispondo educatamente girandomi verso di lei. Lo sapevo che prima o poi mi avrebbero fatto un interrogatorio, stavano solo posticipando l'inevitabile.
"Quanti anni hai?", urla di nuovo. Inizio a pensare che abbia problemi di udito.
"Ventuno, signora" e la mamma della mia ragazza sorride.
"Trentuno? Non sei un po' troppo vecchio per la nostra Micol?", si aggiusta gli occhiali dalle lenti spesse e arriccia le labbra colorate di rosso.

Micol si colpisce la fronte con una mano e mi sussurra all'orecchio che è sorda.
"L'avevo capito", le faccio l'occhiolino e dico a voce più alta che ne ho ventuno di anni.

Gli altri commensali cercano di celare le loro risate dietro i calici di vino quando continua a capire male le altre risposte che le do e scoppiano quando alla domanda 'che cosa studi?' Mrs Monica capisce 'balletto' al posto di 'diritto'. E sono abbastanza differenti le due parole.

Un collega del signor Foster rischia di soffocarsi per le troppe risate e l'anziana borbotta qualcosa di simile a 'dove siamo andati a finire', ritornando a mangiare la sua zuppa.

Dopo l'abbondante cena, è il momento dello scambio degli auguri e dei regali. E' passata da un pezzo la mezzanotte e quasi la maggior parte degli invitati è brilla.

E' divertente vedere uomini di affari che fanno battute tristi che fanno ridere per pietà o vedere donne che blaterano sui comportamenti da cavernicoli dei loro mariti. Ed è ancora più divertente vederli arrossire quando passano in coppia sotto al vischio e devono baciarsi, in accordo con la tradizione.

"Giovanotto", mi chiama il padre di Micol, "vieni con noi"
Fa un cenno con la testa affianco alla mia ragazza, accoccolata al suo fianco con un sorriso dolce. Conoscendola, sta morendo di sonno per la giornata piena, ma vuole godersi fino in fondo la festa.

Mi avvio al divano e prima che possa raggiungerlo vengo braccato da una delle numerose zie di Micol. Ha in mano un rametto di vischio, tocca anche a me. Mi abbasso alla sua altezza, proprio mentre sto per baciarle la guancia mi prende il viso tra le mani e mi stampa un bacio sulle labbra.

Mi stacco, sicuro di avere un'espressione traumatizzata perché la donna mi tranquillizza dicendo che non sono il suo tipo, sono troppo giovane e sorride civettuola, mettendo in evidenza le rughe intorno agli occhi.

Se ne va scuotendo i fianchi a ritmo della musica che esce dalla televisione e rimango fermo a pensare a cosa è successo. Sul serio sono stato baciato dalla zia della mia ragazza?

Rabbrividisco e mi tocco le labbra su cui sono rimaste tracce del rossetto e sento la risata incontrollata di Micol. Okay, calma e sangue freddo. Ha visto la scena. Me la rinfaccerà a vita e, come se non bastasse, suo cugino di 10 anni sta filmando tutto. Sono spacciato.

Alzo la mano in saluto alla telecamera e sorrido imbarazzato dirigendomi al divano. Senza complicazioni questa volta.

Micol's Pov

L'ultimo ospite se n'è appena andato e tutti tiriamo un sospiro di sollievo. Siamo stanchi, ma felici per aver passato una bella serata in compagnia e penso che il pensiero comune sia raggiungere il letto e cadere in un sonno profondo.

Mamma mi fa cenno di andare in camera, ci occuperemo domani a mettere ordine. Auguro la buonanotte e prendo Luke per mano dandogli a malapena il tempo di augurare ancora buon Natale e lo trascino nella nostra stanza.

"Sto morendo di sonno", mormoro buttandomi sul letto senza preoccuparmi di togliere il vestito o struccarmi. Luke ridacchia e si siede sul bordo del letto.
"Posso darti prima il mio regalo?", chiede con una punta d'ansia nella voce.

Hemmings nervoso è un evento più unico che straordinario: di solito si comporta come se avesse tutto sotto controllo e fosse il padrone del mondo. Perciò, preoccupata per quel che potrà fare, mi tiro a sedere e gattono sul letto fino ad affiancarlo.

"Certo che puoi"
Si passa le mani sui jeans e fa un piccolo sorriso. "Se non ti piace-"
Alzo una mano e lo blocco prima che possa andare in iperventilazione. Non è messo tanto bene. "Te lo dirò e mi comprerai qualcos'altro, tranquillo", sorrido per smorzare la tensione.

Ridacchia. "Beh, ciò che speravo di sentire era qualcosa del tipo 'mi piacerà di sicuro'. Così non migliori la situazione", mi guarda male e rido piano per evitare che i miei vengano a farci visita. Ho sentito i loro passi arrestarsi in corridoio e il rumore di una porta chiusa.

Luke cerca nella valigia il mio regalo e devo dire che sono impaziente di scoprire cos'è. Quando ho sistemato i nostri vestiti non ho visto alcun pacchetto o busta sospetta, perciò pensavo non mi avesse fatto alcun regalo. Semplicemente, è stato bravo a nasconderlo, così come ho fatto anche io.

"Chiudi gli occhi e non sbirciare", mi ordina ed eseguo non prima di aver alzato gli occhi al cielo. Passa qualche minuto e quasi mi addormento. A mia discolpa posso dire che è stata una giornata lunga.

"Okay, puoi vedere ora"
Apro gli occhi e lo trovo abbassato sulle ginocchia.
"Non mi stai facendo la proposta, vero?", chiedo un po' allarmata.

Lo amo, sì, ma è troppo presto per pensare al matrimonio. Non so nemmeno cosa mangerò domani a colazione, figuriamoci cosa accadrà nei prossimi 50 anni.

"Cosa? No!", guadagna un'occhiataccia per la velocità e l'irruenza con cui ha risposto. "Cioè, non è nei miei piani sul futuro prossimo. Magari tra 30-"
"Ho capito", taglio corto cercando si nascondere le risate per il suo imbarazzo con colpi di tosse.
Luke tira un sospiro di sollievo e mi porge un foglio di carta. "Questo è il mio regalo per te"

Lo prendo, disorientata, e gli chiedo spiegazioni.
"Leggi, lo scoprirai presto", mi incita con un sorriso nervoso.

Scorro velocemente la lettera ed emetto un verso di sorpresa non appena leggo 'pratica per l'adozione di un gatto'.

"Oddio, dimmi che è vero e avremo un gatto nostro", dico in preda all'eccitazione.
Annuisce e conferma, "avremo un gatto nostro".

Gli salto addosso e gli tempesto il volto di baci. Ho sempre voluto avere un gatto, sin da quando ero bambina, ma per un motivo o per un altro ho sempre lasciato stare. E ora invece ne avrò uno con Luke! Non posso crederci, è incredibile che abbia pensato di farmi questo regalo, giuro di avergliene parlato al massimo un paio di volte. Penso di essermi innamorata di lui un po' di più.

"Sono contento che ti piaccia, ero così nervoso", ride di se stesso e lo vedo molto più rilassato, come se si fosse tolto un peso dalle spalle.
"Ho visto, se possibile sei diventato ancora più pallido" Sorride e lo bacio, cercando si dimostrargli la mia gratitudine.
"Il mio regalo te lo consegno domattina, davanti all'albero di Natale"
"Che noiosa che sei", mi prende in giro sbuffando.
"E' la tradizione", alzo le spalle e mi viene in mente la scena del vischio di qualche ora fa.

Inizio a ridere senza controllo, mi sembra di essere in preda alle convulsioni e Luke mi tappa la bocca con una mano.

"Dimmi che non stai ridendo per il vischio, ti prego", si lamenta. Annuisco e le sue guance si colorano di rosso, cosa estremamente carina e per cui andrei matta se non fosse per le risate che non riesco a trattenere.
"E' stata un'esperienza traumatica -senza offesa. Non lo consiglio nemmeno a Cal", si copre gli occhi con le mani, forse per eliminare il ricordo.

So di essere una pessima fidanzata a infierire così sul suo piccolo 'incidente di percorso', ma giuro che è stato troppo divertente vedere la sua espressione non appena zia Mel l'ha lasciato andare. Era terrorizzato, con gli occhi spalancati e le labbra schiuse coperte di rossetto rosso. Per fortuna mio cugino Henry ha ripreso tutto; la prima cosa che farò quando ritorneremo a casa sarà invitare i nostri amici a cena e far vedere loro il video.

Una volta che le risate sono finite e le lacrime sono state asciugate, Luke mi tira in piedi. "Per fortuna non sei ubriaca", mormora e mi fa sedere sul bordo del letto. Ora sono stanca e non ho la forza di provvedere da sola a cambiarmi.

"Dov'è il tuo pigiama?"
"Nella parte interna della valigia", sbadiglio e inizio a tirare giù la cerniera laterale del vestito. Mi mantengo al materasso, mi alzo e lo faccio cadere. Proprio mentre raggiunge il pavimento il ragazzo si gira nella mia direzione.

"Questo non aiuta per niente", deglutisce e fa scorrere lentamente il suo sguardo sul mio corpo. Scuote la testa e si avvicina, mi fa alzare le braccia sulla testa, infilandomi una delle sue magliette che mi arrivano a metà coscia.

"Grazie", mormoro lasciando un bacio sulla sua guancia e mi infilo sotto le coperte. Luke rimane in piedi al centro della stanza e non capisco perché.
"Cosa c'è che non va?", chiedo con voce assonnata. Sono più di là che di qua.
"Qualcuno si è risvegliato", si schiarisce la voce e apro un occhio per vedere a cosa si riferisce. Non ho sentito rumore di passi in corridoio.

"Oh", penso di star arrossendo, il problema è piuttosto evidente e mi dispiace quasi per lui.
"Pensa a zia Mel e il problema si risolve"

Fa finta i rabbrividire e sorrido chiudendo di nuovo gli occhi. Dopo poco sento il fruscio delle coperte e il corpo caldo di Luke mi avvolge in un confortante abbraccio.

"Grazie per la serata Micol", mi sussurra tra i capelli, stringendo un braccio sul fianco.
"Grazie a te per essere venuto", ribatto e dopo avergli ricordato i miei sentimenti sprofondo nel mondo dei sogni.

-

Il mattino seguente, contrariamente a quanto si possa pensare, mi sveglio presto. La luce che filtra dalla finestra indica che il sole è sorto da poco.

Il braccio di Luke è ancora appoggiato alla mia pancia e mi stringe teneramente, come se avesse paura che possa andare da qualche parte. Mi giro lentamente tra le sue braccia e tiro un sospiro di sollievo quando non si sveglia.

Sono nervosa per il regalo che gli dovrò consegnare tra qualche ora. Potrò avere due reazioni opposte: o se la prenderà e non lo accetterà, oppure lo apprezzerà e avrò la conferma di quello che pensavo.

Ieri sera è andata molto bene, mi sono divertita con la mia famiglia e con i colleghi dei miei genitori e al tempo stesso mi sono rattristita a guardare Luke. Penso che nessuno degli invitati se ne sia accorto, ma sotto quel sorrido accattivante e le risposte sagaci c'era un ragazzo che sentiva la mancanza dei suoi parenti. L'ho visto a tavola, mentre si chiaccherava amabilmente dello zio che si era addormentato mentre la zia parlava, quando eravamo sul divano e i miei cugini più piccoli stavano intrattenendo il loro pubblico, quando alcuni si abbracciavano e ripetevano che era da tanto che volevano incontrarsi.

Ciò che mi fa stare peggio è che ne parla poco o quasi per niente con me: vuole tenersi tutto per sé ed ignoro la ragione di ciò. Non ha ancora capito che io sono al suo fianco sempre e comunque, per qualsiasi cosa abbia bisogno, per ogni gioia o dispiacere io sono pronta a gioire con lui o a consolarlo.

Guardo il suo volto tranquillo, rilassato e gli scosto un ciuffo di capelli dalla fronte. Sorride ad occhi chiusi e muove il viso contro la mia mano, come un gatto che fa le fusa. Sorrido e gli lascio un bacio all'altezza del cuore, accoccolandomi al suo fianco e sospirando di felicità.

"Che ore sono?", chiede con voce assonnata.
"E' presto, torna a dormire, ti chiamo io più tardi"

Mi stringe tra le sue braccia e posa la guancia sulla ma testa, ritornando a dormire.

-

Non riesco a chiudere gli occhi per l'ora successiva perciò sguscio dal suo abbraccio con attenzione e vado in bagno a lavare il viso e i denti. Nel corridoio sbatto contro mio papà che mi saluta con un bacio e mi chiede cos'è successo ieri sera dopo che siamo saliti in camera.

Arrossisco perché non è una domanda che tuo padre ti dovrebbe chiedere la mattina di Natale alle 7. Non ci dovrebbe nemmeno pensare!

Con difficoltà e non senza imbarazzo, dato il suo sguardo inquisitore fissato sulla maglietta che indosso, gli dico che ci siamo addormentati subito e sembra che l'abbia convinto. Infatti ride di me e mi lascia da sola in mezzo alla strada, fischiettando di buon umore.

Scendo in cucina a dare il buongiorno a mia mamma, già indaffarata a mettere ordine e la aiuto con piacere. Scambiamo qualche chiacchera a bassa voce per non svegliare Luke e in breve abbiamo finito.

-

Apro la porta della camera e ritrovo il mio ragazzo nella stessa posizione in cui l'avevo lasciato, con l'unica differenza che ha la fronte aggrottata. Spero non sia per uno dei suoi incubi, mi rattrista molto vederlo indifeso e spaventato.

"Luke", lo chiamo sedendomi sul bordo del letto.
"Ancora cinque minuti", si lamenta e si gira dall'altro lato per continuare a dormire.

Sorrido e prendo dalla valigia il regalo, stringendo nervosamente i bordi tra le dita.

"Luke, è pronta la colazione", ritento e ottengo l'effetto sperato perché si rigira e sorride.
"Torta con la crema?", chiede speranzoso.
"Torta con la crema", confermo e stiracchia le braccia con un sorriso splendente.

"Va' in bagno e sbrigati prima che papà la finisca. Io ti aspetto giù", non faccio in tempo a finire la frase che lo vedo correre fuori dalla stanza.
Rido e scuoto la testa; basta parlare di dolci e Luke scatta sull'attenti come un soldatino.

Appoggio il regalo sul comodino e rifaccio li letto, poi vado in cucina, dove papà ha già preso di mira la torta che ho fatto ieri e che nessuno ha mangiato perché la cena aveva reso tutti sazi.
"Giù le zampe papà, aspetta Luke e potrete fare di quella torta ciò che volete"

Usa la tattica dello sguardo da cucciolo per iniziare da solo, ma non cedo. Sono allenata abbastanza con il bambino cresciuto che ho in casa e con le espressioni più tenere del suo repertorio che sfoggia per imbonirmi.

Luke scende di corsa le scale, con la maglietta al contrario e scuoto la testa. Sono impossibili questi due uomini.
Li lascio in cucina, a litigare per chi avrà un pezzo di torta maggiore, rivendicando l'anzianità nel caso di mio padre e la necessità di avere più forze nel caso del ragazzo, e mi siedo affianco a mia mamma sul divano.

"Ehi, honey", mi saluta e sorride.
Cerco di ricambiare, ma sono troppo nervosa per riuscirci sul serio.
"Cosa succede? Stai per andare al patibolo?", sdrammatizza.
"Una cosa del genere", rispondo e guardo il regalo sulle mie gambe.
"Nervosa per il risultato?"
Mi limito ad annuire e mi fa passare un po' l'agitazione raccontandomi gli ultimi pettegolezzi del vicinato.

"Non mangerò niente per il resto della settimana", mormora Luke sedendosi al mio fianco quando ha finito la sua porzione di torta.
Sorrido e non ribatto, la gamba mi fa su e giù per l'agitazione.

I miei genitori sono scomparsi dalla circolazione per concederci un momento da soli e prendo un bel respiro.
"Ecco il mio regalo", glielo passo e lo guardo negli occhi qualche secondo, prima di concentrarmi sul soldatino di porcellana sull'albero di Natale.

Sento il rumore della carta che viene strappata e azzardo un'occhiata al suo viso.
"Cosa sono?", chiede insicuro.
"Leggi, lo scoprirai presto", cito le sue parole.

Trattengo il respiro, nell'attesa che dica qualcosa e non mi lasci così sulle spine. Inizio a pensare di aver sbagliato completamente regalo.
"Puoi dire che non ti piace e cambio destinazione", dico dopo un po'.

Mi giro a guardarlo e sento qualcosa che si rompe dentro quando noto le lacrime che trattiene.
"Mi dispiace, non volevo che succedesse questo. Lo sapevo che non-"

Non riesco a terminare la frase perché mi assale con un abbraccio che rischia di soffocarmi e mi sussurra numerose volte grazie.
Gli accarezzo i capelli, prossima alle lacrime per l'emozione che traspare dalla sua voce e continuo a cullarlo fino a quando non si calma.

Si stacca, si strofina gli occhi rossi e guarda i due biglietti che ha sulle gambe.
"Potrai scegliere la data e il tuo compagno di viaggio", dico per spezzare il silenzio.
"Non ho bisogno di nessuno al di fuori di te"
Sorrido e gli lascio un leggero bacio sulle labbra, accarezzandogli il volto e rispondo che nemmeno io ne ho bisogno.

Sento che ho fatto la cosa giusta regalandogli i biglietti per andare a trovare la sua famiglia.

A/M

Primo Pov di Luke, esultate con me!
Non sarà l'ultimo, sappiatelo.

A proposito di Luke: ha deciso di uccidermi nel video 5ONTHEWALL.
Ha fatto un attacco ai miei poveri feelings e ha cantato Lego House.
Non ho più parole.

Scusate per il ritardo, ma non sono stata a casa e poi mi da noia ricopiare 15 pagine scritte a mano sul computer.
Spero di riuscire a fare più in fretta la prossima volta.

Grazie di tutto
Ci sentiamo nel prossimo capitolo
Marty

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