Sotto la tua pelle vive la luna.
Pablo Neruda
ALEX
Dopo alcuni giorni, è finalmente arrivato il compleanno di Madison, il sei novembre.
Abbiamo organizzato una festa stasera, o meglio, Stella ha fatto tutto da sola ritendendo fossimo incapaci. Andremo in un locale ristretto ma di gusto in zona e sono sicura che si divertirà.
Anche se, Jack non si fa vivo dalla sera al college e Madison non è proprio al settimo cielo come dovrebbe stare. Ecco perché dopo una giornata di shopping con Stella e cose da ragazze, si è fatta sera e siamo sul suo terrazzo a goderci ottimo succo di frutta mentre la sorellina finisce di allestire la sorpresa con gli altri, tranne Jack.
Non posso credere che non si sia ricordato il giorno del suo compleanno, non le ha mandato neanche gli auguri. Ma io so che sta tramando qualcosa, l'ho visto nascondere informazioni e ha giurato di rasarmi totalmente se avessi detto qualcosa. Io sono scappato.
"Finalmente sei ultra ventenne, inizi a fati vecchia". Le dico mentre guarda le stelle, come se cercasse qualcuno.
"Già". La voce non è quella gioiosa di sempre. Appena vedo Jack lo ammazzo, non risponde alle mie chiamate e non si trova.
Cerco di parlare il linguaggio di Madison, quello del cielo.
Noto che lei ci è molto attaccata, lo guarda sempre e sono sicura che le farà piacere sapere che qualcuno l'ha notato. Mi ricorda Jack, anche lui lo fa.
"Ehi, Mid. Ho una domanda". Le dico.
Si gira verso di me. "Dimmi".
"Preferisci le stelle o la luna?"
Lei esita un attimo, poi sorride scuotendo la testa. "Non posso scegliere, parlo ad entrambe".
Mi sento così riempito dentro dalla sua preziosità e bontà nei confronti del mondo che azzardo a rivelarle un segreto. "Parli con qualcuno lassù?"
Annuisce. "Non solo, esprimo anche tanti desideri e so che qualcuno li ascolta. Tu, invece? Hai qualcuno che ti guarda?"
Sapevo che sarebbe arrivato il momento di finire a confessare, iniziai a parlarle dunque. Presi un bel respiro e sperai di non rovinarle il compleanno. "Madison, una volta ti dissi che c'era una ragazza nella mia vita..." mi presta attenzione. "Durante una delle nostre prime chiacchierate dove capii quanto saresti diventata importante per me". La guardo in quei suoi occhi marroni. "Vorrei confessarti qualcosa..."
Lei mi prende la mano, capendo sia qualcosa di importante. "Si chiamava Bella" confesso. "Era la mia ragazza". Stringo anche io la mano di Madison. "Era come noi, faceva parte della squadra con identiche situazioni familiari. Siamo cresciuti insieme. Un giorno però non tornò più a casa, la cercammo disperatamente per giorni con i suoi genitori, tutti in città..."
Cerco di contenermi. "Trovammo il suo corpo in un fiume, qualcuno l'aveva uccisa".
Madison si mette le mani sulla bocca, incredula. "Quando qualche giorno fa non ti trovammo da nessuna parte durante la partita, per la prima volta in vita mia vidi Jack terrorizzato, Mid, davvero fuori di sé. Corse ovunque più veloce di tutti noi per trovarti. Pensavamo ti fosse successo ciò che è avvenuto a Bella".
La guardo e spero non si metta a piangere. "Voglio dirti che se Jack non risponde, non è perché è crudele. Ormai sai come è fatto. Lui era spaventato a morte dall'idea di perderti".
Le tolgo le mani dalla bocca e gliele stringo forte. "Gli mandarono una lettera anonima, se si fosse consegnato ti avrebbero lasciato vivere" è giusto che sappia. "Lui si è presentato sul luogo indicato, Madison, se non fossimo arrivati in tempo avendo visto il suo GPS allontanarsi l'avrebbero ucciso senza esitazione. Pensavamo che avendolo ripreso dalla morte certa, i nostri nemici avrebbero rapito te".
Lei scuote la testa, incredula. "No... non può averlo fatto".
"Siamo rimasti sconvolti quanto te. Lui ti ama più di sé stesso, ha bisogno di tempo per dirtelo a parole. Ma io direi che le parole sono secondarie dopo gesti del genere, Madison".
Le mostro il mio braccio sinistro. "Questo tatuaggio, questa radura che mi avvolge il braccio, è per Bella. Diceva che fossimo una squadra imbattibile, amava i fiori e ce li mostrava sempre dandoli i nostri stessi nomi". Risi al ricordo simpatico. "Noi vogliamo che tu sia a casa, ti vogliamo bene e io penso che tu sia oltre a Stella la mia migliore amica".
Lei sorride, con le lacrime agli occhi e mi stringe forte. "Lo so che siamo un'ottima squadra, so anche che Jack ha questo carattere da comprendere, io lo aspetto sempre, Alex. Non posso vivere senza di lui, anche se mi fa male non averlo il giorno del mio compleanno" tira su con il naso. "La tua storia è davvero toccante, forse non posso colmare un vuoto come quello che ha lasciato Bella ma farò del mio meglio per rendervi felici".
"Ehi, sorellina. Vietate le lacrime, stasera c'è una bella sorpresa. Vero Stella?"
Stella apre la finestra con un bel sorriso. "Siamo pronti, venite".
Dopo un nostro caloroso abbraccio da super e migliori amici mega fighi, ci accomodiamo tutti sul divano lasciando Madison al centro.
"Spero ti piaccia, Madison. Stella ci ha messo il cuore". Dice Simon.
"Oh, magari qualcuno lo facesse a me". Mi fingo addolorato.
"Madison" dice Stella davanti alla grande tv. "Questo regalo spero ti piacerà, l'ho fatto con amore. Potrai riguardarlo quando vuoi". Accende la tv e c'è un video pronto a partire.
All'inizio c'è una musica vivace, 'Love me like you' di Little Mix. Con una frase su sfondo nero.
'OGNI BIONDA NECESSITA LA SUA MORA'. Poi inizia il video.
Una serie di immagini e video di Madison e Stella insieme appaiono. Dalle più squallide come Madison che sorride stringendosi le tette e Stella che fa una finta faccia scioccata, oppure un video di Madison mentre dorme e Stella che le lancia l'acqua addosso.
Poi ci siamo anche noi insieme, quando l'abbiamo presa tutti in braccio e fatta saltare metri per aria.
Un video in palestra con io e lei che ci alleniamo sull'arena e lei si è seduta con il suo sedere sulla mia faccia. "Ok, quello è stato scortese piccola Mid". Le dico.
Poi cala il silenzio perché appare un video di Jack e Madi, mentre si baciano appartati e io, Simon e Liam iniziamo a fischiare dietro un vicolo. Poi Jack mentre continua a baciarla finge di prendere la pistola e scappiamo tutti come femminucce.
Mid si sforza di non piangere durante tutto il video cosparso di altre frasi come: "GRAZIE DI ESSERE QUI, TI VOGLIAMO BENE, CIAO BELLA". L'ultima frase è stata una mia idea.
Appena finisce il video Madison ci salta addosso e ci abbraccia uno ad uno. "Grazie siete fantastici".
"La festa non è finita qui, in ogni caso mi hanno aiutato a montarlo e reclamare video intensi. Sei felice?" Le chiede Stella.
"Sono felice". Risponde.
"Ragazze, non so voi ma non mangio da un'ora quindi potrei essere irascibile". Dico stemperando la tensione.
"Per una volta la pensiamo uguale" dice Liam. "Che dite donzelle?"
"Certo, andiamo". Dice Stella.
Ci dirigiamo verso la porta ma una vocina timida ci blocca. "Uhm, avete notizie di Jack?"
Ci guarda con quegli occhi che spezzerebbero in due i peggiori criminali tali che siamo noi. Però non abbiamo notizie di Jack.
"Sorellina, sai com'è fatto" le dico "Si farà vivo a breve".
Le avvolgo le esili spalle con il mio grande braccio e lei sforza un sorriso.
Davvero Jack non verrebbe al suo compleanno?
JACK
Ho appena finito di creare uno degli ingegni criminali migliori che mi siano mai riusciti.
Sto finendo di imbustare la finta lettera, ripiegandola con cura e attenzione, ponendo la cera per sigillarla con le iniziali JWT.
Finalmente il mio fidato messaggero e soldato si degna di bussare.
"Signore?"
"Entra".
Mi alzo dalla scrivania ponendomi davanti a lui, è armato e con una divisa nera come le nostre, ma con inciso sopra 'Torres House' in argento.
"Soldato, a partire da ora hai circa trentanove minuti e quarantuno secondi per portare la lettera al proprio mittente".
Gli dico, con la voce che utilizzo solo a lavoro.
"Certo, signore. Sarà fatto". Rimane serio, ma noto la sua preoccupazione e stranezza sul perché io gli abbia dato queste indicazioni cronologiche.
"Fa attenzione a come la tocchi, è assolutamente importante che sia maneggiata con cura".
Abbassa la testa con un cenno. "Sarà fatto, signore".
Si gira e va verso la porta, con celere passo.
"Aspetta". Lo fermo.
"Al suo servizio".
"Per il bene della tua incolumità" lo avverto. "Ti consiglio vivamente di correre il più lontano possibile quando la darai a chi di dovere. Ti suggerisco molto prima dello scadere del tempo".
Vedo che sgrana leggermente gli occhi, capendo che ha compreso ciò che nasconde quella normalissima lettera. Apparentemente una lettera.
"Signore".
Non aggiungo altro, lo congedo e sento i suoi passi correre per i corridoi del mio enorme edificio chiamasi 'Torres House', che utilizzo come centro di comando.
Nessuno deve toccare ciò a cui tengo di più.
A proposito di questo, noto numerose chiamate perse e messaggi.
Do una letta rapida e non serve che aggiungano altro.
Fa ribrezzo come ritengano che io sia un mostro fino a questi livelli, perché l'unica cosa che da quando la conosco non mi sono mai dimenticato è il giorno del suo compleanno.