Per essere felici bisogna eliminare due cose:
il timore di un male futuro
e il ricordo di un male passato.
Seneca
MADISON
Ma come si permette!
Lui, che neanche mi conosce e non conosce il mio passato, si permette di accusarmi del fatto che io 'lo voglia'. Davvero sconvolgente con quanta libertà lo abbia detto e la sicurezza che ostentava. Può avere anche ragione, ma la maniera in cui ha posto una tesi simile mi ha indignata. Odio me stessa per le sensazioni che però la sua vicinanza mi fa provare e del fatto che probabilmente può avere ragione. O anche delle emozioni contrastanti che si alternano fra odio e adrenalina. Mi sento di chiamare così quest'ultima, non oso utilizzare quella parola a cinque lettere che si dice alla parola amata, perché non sarà mai così, mai.
Però la sua faccia dopo che gli dissi quell'ultima frase ad effetto la ricorderò ogni volta che vorrò prendermi una soddisfazione, perché il principino non è abituato a sentirsi rispondere a tono a quanto pare e capisco anche per me. Sinceramente, Stella lo ammazzerebbe se dovesse farmi qualcosa. Io contribuirei.
Cerco di scacciare via le sue -bellissime labbra- attitudini scortesi dalla testa e il suo -corpo- modo di fare superbo.
In ogni caso, io e Alex avevamo un patto. Se fossi rimasta gli avrei concesso di guidare la mia Maserati. Non mi sembra proprio un patto equo e sono sicuro che lui abbia macchine anche migliori; quindi, non ho idea del perché ci tenga tanto.
Io, Stella e Alex alla guida della mia macchina con gli altri nella Porche di Jacob ci dirigiamo verso Central Park.
"Ti prego, non fare danni Alex Walker".
Lui si mette i miei occhiali da sole e occupa il sedile del conducente della mi povera pantera.
"La brunetta si è interessata al mio cognome! Lo fanno in molte, signorina. Ma lei ora è più speciale". Mi guarda con i miei occhiali, sicuramente ha allargato la montatura essendo che la mia testa è più piccola e mi sento nervosa quando qualcuno tocca le mie cose.
"Alex, ti avverto. Mi sto sistemando il gloss, se mi fai sporcare questa è l'ultima guidata della tua vita". Mi giro verso Stella che con uno specchietto si sistema le sue belle labbra e pettina i boccoli biondi. Che diva la mia amica.
"Quindi non ti sono bastate le due ore per prepararti, sorellina?"
Alex accelera leggermente e sento un urlo dietro il sedile.
"TU!" Urla Stella.
Alex ridacchia e io mi porto una mano sulla fronte scuotendo la testa. E loro davvero sarebbero migliori di me a sparare e uccidere? Voglio vederli in azione perché altrimenti non ci crederei.
"Madison cara, ti do il permesso di ucciderlo". Dice la diva.
Gli tiro una ciocca di capelli e Alex simula la sua morte. "Oh no! Io l'avevo detto che è un soggetto pericoloso da tenere insieme a noi". Ridiamo insieme.
"Aspetta che io inizi ad usare una pistola, Walker. Ne riparliamo".
Il viaggio insieme a loro è piacevole e ogni giorno di più sento di star stringendo un legame solido specialmente con loro due. Ma decisamente non sopporto più Jacob Torres.
Arriviamo a Central Park e parcheggiamo le nostre auto non molto distanti fra loro. Jacob parcheggia dietro di noi e Liam e Simon escono dall'auto.
"Allora, Madison. Sei mai stata qui?" Alex mi affianca.
"Certo! Ma non l'ho visitato tutto, ci vorrebbe una settimana".
"Ti faremo vedere gli angoli dove c'è miglior panorama. E per panorama non intendo i grattacieli". Mi fa l'occhiolino e cerco di capire che vuol dire.
"Che pessime battute, puoi fare meglio. Anzi, il tuo livello è più o meno scarso". La principessina Stella esce dalla macchina e viene vicino a me insieme a Simon e Liam. Jacob, mantiene le distanze e controlla la zona.
"Madi, è importante in queste occasioni che sei in mezzo a noi. Non allontanarti, non correre via, cerca di rimanere attenta e per qualsiasi segnale o ordine che noi mandiamo devi affrettarti ad eseguirlo, per la tua sicurezza". È Simon a parlare.
Noto dei volti conosciuti attorno a noi in incognito: guardie del corpo.
"Dovremmo dare anche a lei le giuste precauzioni" dice Alex. "È giusto così. Dovrebbe imparare ad usare le armi al più presto".
"Ti insegneremo, Madi". Stella mi dà la mano.
"Sarà divertente". Liam si mette a braccia conserte e mi guarda dalla testa ai piedi.
"D'accordo. Imparo in fretta". Cerco di mostrarmi sicura ma capisco che sanno il mio reale stato d'animo. Immagino che si siano allenati per gestire questa pressione costante, mi chiedo come. Davvero imparerò ad usare delle armi? Il mio cervello ha bisogno di più tempo per metabolizzare tutto quello che sta succedendo.
"Lo puoi fare, Madison". Simon mi posa una mano sulla spalla e sembra davvero paterno, spero che la sua relazione con Stella duri per sempre. Sono perfetti insieme e non posso fare a meno di essere felice per loro.
"Beh, bentornata a Central Park". Stella non molla la mia mano e la dà anche a Simon.
"Mamma e papà". Mi viene spontaneo dire queste parole perché posizionati così sembra che effettivamente siano i miei genitori e scoppiano a ridere.
Non ci vuole molto a farli sorridere, sono tutti spontanei qui. Nonostante tutto mi trovo davvero bene con l'ambiente. Immagino che la loro personalità cambi in maniera repentina quando sono sul campo di battaglia.
Ci addentriamo in questo regno delle fate tale che sembra questo parco e spero di non avere brutte sorprese.
Dopotutto, sto passeggiando insieme a dei criminali.
ALEX
La zona è libera e per ora scorre tutto liscio.
Io e i miei fratelli siamo usciti con le giuste precauzioni: giubbini antiproiettile che sembrano semplici indumenti e tattiche per sfuggire a colpi d'arma da fuoco. Ma lei invece si affida totalmente a noi. Ognuno sa quale deve essere il suo compito durante una possibile imboscata e invece questa ragazza non sa neanche che cazzo è un'imboscata.
Stiamo facendo del nostro meglio per farla sentire a suo agio e inizio a pensare che la motivazione per cui la incoraggiamo a rimanere qui è anche e soprattutto per noi stessi, per sentirci quasi accettati non solo da noi e capire di conseguenza di non essere così male nei confronti del resto della società.
Ovviamente alcuni di noi potrebbero non ammetterlo -Jack- ma io sono sicuro che sia così e noi siamo sempre stati a nostro agio fra di noi quindi non credo che siamo davvero dei mostri. Però avere la conferma da parte di qualcuno esterno è sempre un sollievo. E poi è una brava ragazza e mi sento di avere una nuova amica, qualcuno che non ci abbia mai pregiudicati e si è lasciata trasportare perché fiduciosa. Il suo gesto è pericoloso ma allo stesso tempo ammirevole.
Bisogna proteggere persone così, che ti accettano nonostante gli apparenti difetti.
Stella è al settimo cielo che finalmente c'è una ragazza nel gruppo che ha scelto di entrare nella squadra. E fa sul serio, perché presto capirà il nostro stile di vita. Spero riuscirà a sopportarlo, noi ci abbiamo impiegato una vita per allenarci. Lei è venuta qui con il presupposto di una vacanza studio e invece si è ritrovata in una serie tv di Netflix. Figo, no?
Mentre passeggiamo ci addentriamo in un sentiero e Stella decide di scattare qualche foto.
"Mi vergogno".
"Ma sei una modella! Come fai a..."
"MUTISMO STELLA! Non farlo sentire. Mi vergogno se c'è tutta questa gente che conosco. Con sconosciuti è più facile". Bisbiglia Madison.
"Oh, non ci conosci ancora". Liam le fa l'occhiolino e lei risponde con una linguaccia.
"Uff, allora aspettate qui. Non ci allontaniamo, andiamo solo vicino a quel ponte. Voglio farti qualche foto sexy". Stella indica una struttura su un piccolo lago.
"Stella, vi accompagno". Simon si avvicina a lei e Madison annuisce. Almeno è ragionevole e ha già capito le dinamiche che riguardano lo stare in un luogo pubblico. In primis, la protezione.
Jack non parla da un bel po' e mi sembra un buon momento per chiedergli che succede. I tre moschettieri vanno a scattare queste benedette foto mentre noi rimaniamo vicino la quercia di un albero all'ombra.
"Jack? Che succede, fratello? Sei silenzioso, più del solito".
È appoggiato con la spalla sull'albero e sembra pensare incostantemente a qualcosa. È turbato.
"Se ti preoccupa la sua sicurezza, stiamo procedendo bene". Liam evidentemente si è accorto anche lui del suo stato d'animo e mi affianca.
Non risponde.
"Jack, davvero. Dicci che succede". Inizio ad agitarmi. "Hai visto qualcuno?" Io e Liam ci giriamo intorno ma la zona è libera.
Sospira pesantemente.
"Non capisco io stesso che succede". Dice.
Io e Liam ci guardiamo. "Dove? Quando? Spiegaci che vuoi dire".
Lui scuote la testa lentamente e sembra preoccupato diversamente dal solito. Poi parla.
"Sento di avere un problema".
Ci avviciniamo a lui e Liam parla. "Diamine, Jack. Che cazzo hai fatto?"
Jack è sempre un solido leader e il fatto che stia 'traballando' per la prima volta nella sua vita è ovvio che ci turbi almeno un po'.
"Non lo comprendo neanche io" risponde. "E' una situazione nuova per me e devo esaminarla, altrimenti rischio di non uscirne vivo".
Continua a guardare di fronte a sé come se cercasse di analizzare la sua anima, ma lo vedo confuso.
"Cosa hai detto a Madison prima?" Sgancio la bomba e lui non la prende bene.
Mi squadra e fulmina con lo sguardo e mi pento di averlo chiesto ma dobbiamo andare in fondo a questa storia.
"La verità. Ha commesso un errore a rimanere e lo capirà molto presto".
Solo ora capisco che forse ha ragione.
Perché improvvisamente dei forti rumori da rompere i timpani rimbombano nell'aria.
Passi si avvicinano. Ne sono tanti, troppi. Il rumore diventa più forte e un grossissimo campanello d'allarme scatta in tutti noi.
Infiliamo le mani nei cappotti e ci sdraiamo per terra. Jack si posiziona dietro l'albero con la pistola puntata davanti a sé, poi si mette sulla destra della quercia e inizia a sparare: dietro, avanti, schiva colpi e spara dappertutto.
Liam e io siamo allungati sull'erba fresca e prendiamo la mira.
Sagome incappucciate di nero vengono verso di noi e ci puntano delle armi addosso ma qualcuno da dietro ci sta comprendo: le guardie del corpo sono uscite allo scoperto.
Un attacco improvviso e di gran lunga avvantaggioso per loro numericamente ma noi sappiamo come comportarci. Strilli di civili rompono il clima tranquillo verificatosi fino a qualche secondo prima. Le guardie del corpo si posizionano davanti a noi come scudo e io e Liam riusciamo ad alzarci e nasconderci dietro un albero. Mi giro per verificare dove sia Jack, se sta bene.
Non è più dietro l'albero e non lo vedo da nessuna da nessuna parte.
"Jack!" La voce di Liam è allarmata e io cerco di capire perché non stia seguendo la procedura. Dovrebbe rimanere nascosto, uscire così è rischiosissimo e all'improvviso mi ricordo che non siamo solo noi cinque. Anzi, c'è una qualcuno che non è neanche armato.
Mi giro verso il ponte per capire se Madison, Stella e Simon stiano bene.
Non vedo nessuno sul ponte, intanto continuo a sparare e colpisco diversi avversari.
"Liam! Riesci a vedere Jack e gli altri?" Urlo.
"Guarda lì. Vedo Stella!".
Mi volto per vedere dove indica Liam e intanto cerco di schivare punti dove sento il rumore di colpi. Simon e Stella sono nascosti dietro il ponte e stanno sparando. Avversari sono caduti e il parco inizia a macchiarsi di rosso, di corpi. E Madison sta assistendo a tutto questo scenario per la prima volta.
A proposito...
ma dove cazzo sono Jack e Madison.