Avrei anche potuto accontentarmi
ma è cosi' che si diventa infelici.
Charles Bukowski
JACK
Le poche volte che mi sono ritrovato ad utilizzare i social network sono state per sponsorizzare nuovi prodotti in uscita e annunci di collaborazioni con aziende importanti. Ma mai per visualizzare le cosiddette 'storie Instagram' di qualcuno.
Eppure, credo di essere diventato il follower più affiatato di Stella che visualizza i suoi contenuti. Vantando milioni di followers e la sua doppia vita da influencer, non si priva di pubblicare foto dei suoi viaggi di lavoro e con me e i miei fratelli. Preciso però, che gli unici contenuti che spero di guardare scorrendo fra le sue storie sono solo quelli con la sua nuova coinquilina. Per controllare, ovviamente.
Proprio ora mi sto cimentando in un loro video con sottofondo Animals dei Maroon 5 e devo ricordarmi di farle i complimenti, ottima canzone. Specialmente alcune parti del testo.
Non solo sta infrangendo le regole mostrando alla società il suo rapporto con questa ragazza, ma sta anche ignorando tutto ciò che mi sono preoccupato di raccomandarle sul mantenere segreto il tutto.
Da quando ha preso confidenza con Madison, posta continuamente foto e video con lei: loro in palestra o mentre mostrano i loro 'outfit' -come cita lei stessa- per fare passeggiate, le loro colazioni e aperitivi. Ogni cosa.
Aprii per sbaglio una notifica da quest'app e da allora qualcosa mi impedisce di farlo. Spengo il telefono e lo metto in tasca mentre esco dalla macchina perché, guarda caso, Stella mi ha chiesto di farle l'ennesimo favore di prenderle il PC a casa sua essendosi dimenticata. E io certamente non mi privo di fare questo favore alla mia dolce sorellina.
Credo che stavolta la ragazza sia stata avvisata che sarei entrato a casa sua, così non si sarebbe lamentata di me che sembro un ladro tra le tenebre. Potrei suonare al citofono ma non aspetto che siano gli altri a darmi il permesso di fare qualcosa.
Entro in casa con le chiavi di Stella e sento il suo odore: un misto di cocco e lavanda, delicato esattamente come lei. Poi sento quello di Stella: frutti dolci, ciliegia in particolare.
Intravedo il suo PC sul mobile della cucina e lo metto nell'apposita custodia.
Ho un desiderio, quello di entrare nella camera di Madison. Non dovrei infrangere la sua privacy e non dovrei nemmeno avere questo tipo di piacere da togliermi, ma ultimamente mi sento particolarmente instabile quando si tratta di questa curiosa ragazza. Forse a causa dei miei dubbi sul fatto che abbia una doppia natura da spia sotto copertura e stia cercando di prendere informazioni su di me con la manipolazione, colpendomi con la mia stessa arma. Cerco di evitare questo istinto e spero di sbagliarmi su di lei, però alla fine non resisto e mi dirigo nella sua stanza.
L'atmosfera è disgustosamente accogliente. Ci sono quadri con lei e quella che dovrebbe essere la sua famiglia, ancora un altro con forse i suoi amici italiani e alcune con Stella.
Evidentemente stava studiando perché ci sono dei libri e penne sul letto.
Leggo un titolo di un paragrafo: 'bilancio dello Stato'.
Adorabile, questo argomento lo approfondii a 15 anni.
Alcuni pantaloni e magliette sono sul piccolo divanetto nell'angolo della stanza. Sopra di loro però c'è un reggiseno bianco. Il mio stomaco sussulta e non solo. Esco dalla stanza e anche dalla casa senza aggiungere altro.
Terminato questo piccolo tour e uscito dal portone ecco che vidi una testolina con i capelli scuri e un nasino all'insù. La giornata sta prendendo una piega di nuovo interessante.
"Che ci fai qui?" Mi dice con il nasino rosso per il fresco e una giacca nera.
"Buonasera anche a te".
"Stai prendendo l'abitudine di intrufolarti in casa o l'avevi anche prima che venissi a vivere qui?" Quanto mi piace quando inizia ad affrontarmi, ovviamente nei limiti concessi.
"Diciamo che soprattutto ultimamente ci stia prendendo un particolare gusto".
Mette il broncio come una bambina. Apprezzo e noto questi gesti che la differenziano da chiunque altra, perché sembra diversa.
"Bene. Allora buon proseguimento". Cerca di passarmi davanti ma mi posiziono di fronte a lei e la blocco.
"Hai fretta?"
"Troppa".
"Dove sei stata?" Le chiedo con una punta di curiosità nella voce.
"Con Stella al centro commerciale, stiamo valutando delle opzioni di outfit". È sulla difensiva.
"Ti invito ad essere prudente quando questa notte rimarrai a casa da sola. Non conosco le tue abitudini, ma evita di aprire la porta se dovessero suonare al campanello. Non c'è ottima gente in giro, potrebbe essere pericoloso chi ti puoi trovare di fronte". Utilizzo le parole come semplice tattica per farle saltare i nervi e spero abbia colto la sfumatura comica di ciò che le ho detto.
"Credi che abbia cinque anni per farmi dire queste cose? E in ogni caso, perché dovrei rimanere da sola a casa stasera?" Si mette a braccia conserte.
"Io e i ragazzi compresa Stella andremo ad una festa del campus, ritengo sia scontato che potrebbe essere qualcosa di troppo impegnativo per te essendo le persone che parteciperanno e cosa si farà. Pensavo fosse assodato che rimanessi a casa". Mi sembra ambiguo che Stella non l'abbia avvisata.
"No, non è dato per assodato niente. Stella mi ha chiesto di venire con lei alla festa e ho accettato. Fino a prova contraria sarà anche la mia Università per quest'anno".
Assurdo, davvero Stella vuole mandarla a questa festa? Non si ricorda cosa successe gli anni precedenti e come sarà facile per gli animali lì presenti mangiare viva questa ragazza? Sono allibito.
"Ti avverto, vivo qui da decisamente più tempo di te e so con chi avremo a che fare a quella festa. Non c'è gente comune e saranno tutti più grandi di te. Persino le ragazze potrebbero essere pericolose". Assumo un tono autoritario e se Stella non si è preoccupata di evidenziare questi dettagli mi sento in dovere di farlo io stesso.
"Caro Jacob" marca il mio nome e me ne compiaccio, nonostante speravo accettasse di chiamarmi Jack per specifici motivi. "Solo perché sono un anno più piccola di te non significa che non sia mai stata ad una festa o non sappia che tipo ti persone potrei incontrare. Tranquillo". Mi dà una leggera pacca sulla spalla e l'accento lievemente italiano rende tutto più stravagante. Di solito sparo a chi osa toccami. "Me la caverò a meraviglia. Starò sempre vicino ai ragazzi. Contento? Se ci sarai anche tu, ci vedremo. Anzi, spero di no. E comunque le ragazze non mi spaventano, pensa che alcune sostenevano che la capitale d'Italia era Parigi. Spaventoso, vero? Davvero agguerrite. Starò attenta".
"Non se dovessi impedirti di presentarti lì".
"Cosa avresti intenzione di fare? Chiudermi in casa e buttare la chiave in un tombino?"
"Potresti ritrovarti direttamente senza casa, non avrei problemi a sfrattarti. Stella è a dir poco sistemata, non preoccuparti per lei".
Con quegli occhietti scuri cerca di risucchiarmi nel suo abisso e quelle manine si agitano nelle tasche del cappotto.
"Sei un idiota".
"Tesoro, nessuno me lo aveva detto con così tanta facilità. Sei disperatamente cotta di me".
Sbuffa rumorosamente e si porta indietro i capelli, scompigliandosi la frangia. "Mi dici tanto di proteggermi a questa festa, quando direi che sto affrontando qualcosa di molto più grave". Dice guardandomi dalla testa ai piedi.
"Ritieniti fortunata che non solo non ti abbia ancora fatta fuori, ma mi sia preso l'accortezza di startene al sicuro. È un privilegio che pochi hanno e non far finta che non ti dispiaccia".
"Io non ho chiesto il tuo aiuto, figurati. Direi che la carità non è il tuo forte. Ora scusa, ma devo andare".
Le blocco i fianchi con un braccio mentre cerca di andarsene. "Eppure, questo è solo uno dei benefici che offre la mia amicizia. Non hai ancora accettato la mia proposta di tipologia di amicizia. Sto aspettando, Madison".
Arrossisce, è inevitabile. "Io voglio solo che mi lasci in pace".
"Impossibile. Ti consiglio calorosamente di vestirti piuttosto coperta se verrai alla festa".
"Non ho bisogno dei tuoi consigli. Credevo non ti piacesse andare alle feste". Puntualizza.
"E tu credi che vado alle feste perché 'mi piace' o magari potrei avere altre motivazioni?" Si stacca dalla mia presa sulla sua vita. "Te le dirò se diventerai mia amica". Le sorrido, in maniera poco innocente. "Dov'è Stella?"
"Chiedilo a lei". Mi soprassa e va verso la porta, ma la fermo dal braccio di nuovo in maniera decisa.
"Dimmi dov'è Stella, Madison". Inizio ad aver voglia di metterla in riga.
Lei assume una posizione in allerta, come se le stessi facendo male ma non sto stringendo. Qualcosa nel suo sguardo cambia e sembra spaventata.
Per la prima volta vedo uno sguardo che sono abituato a vedere in molte delle persone che incontro, ma vederlo in lei mi fa un effetto diverso. Sbagliato.
"È andata in ufficio dal padre dopo che siamo uscite dal negozio".
Le lascio il braccio lentamente e lei non discosta il suo sguardo dal mio, poi entra nel palazzo a passo svelto e lascia il suo odore delicato e fresco nell'aria. Lo sguardo era scosso.
È tutto così sbagliato con questa ragazza, se aveva quello sguardo le motivazioni sono due: o ha scoperto qualcosa o ha finalmente deciso di rispettarmi. Ma dopo aver compreso il suo carattere mi sembra utopica e assurda questa cosa. Mi sento irritato ed irascibile sul fatto che vada alla festa a tal punto da chiamare Stella e sperare di non scatenare una guerra all'ultimo sangue.
STELLA
Sono nell'ufficio di mio padre con sotto la scrivania buste enormi di vestiti che io e Madi abbiamo acquistato. Non mi sono mai divertita così tanto a fare acquisti con qualcuno e poi Madi nella sua semplicità è elegante e mai volgare. Dio, quando la vedranno con quel vestitino che rispecchia il suo stile andranno tutti fuori di testa.
Sto aiutando mio padre a sistemare registri, documenti vari ed è incredibilmente noioso. Quando capirà che non voglio gestire la sua attività ma diventare un'attrice di successo?
Ho iniziato teatro all'età di dieci anni ma i miei genitori non hanno mai preso sul serio questo mio percorso, credono sia una perdita di tempo e che bisogna focalizzarsi su cose più costruttive ed impegnative. Non è facile fare l'attrice ma per loro è un gioco per bambini.
È frustrante essere costretti a fare qualcosa che non piace dalla stessa famiglia che al contrario dovrebbe sopportarti in tutto. E invece cosa faccio di tanto migliore? Gestisco un'impresa criminale perché alla mia famiglia piace giocare sporco e fare soldi a palate. Beh, direi ottima alternativa.
Ho vissuto una vita nel pericolo di essere rapita da nemici in affari, saltare lezioni di teatro per fare autodifesa ed imparare ad utilizzare correttamente delle armi. Tutto questo, insieme ai miei fratelli. Questa è solo una parte di quello che noi chiamiamo addestramento.
Mentre i bambini alle elementari giocavano con le bambole e trenini, noi imparavamo quando e come deve essere caricata un'arma, facciamo tutt'ora allenamenti intensivi per riuscire ad essere agili in tutto, studiamo tecniche di marketing e come fiutare il pericolo se qualcuno ci sta seguendo e cosa fare in caso di essere accerchiati.
È da tutta la vita che ci prepariamo per prendere il posto delle nostre famiglie avide quando ognuno di noi vorrebbe seguire la propria vocazione e percorso di studio.
Io odio il marketing e qualsiasi cosa comporti numeri. Vorrei viaggiare e stare davanti a macchine fotografiche, firmare autografi e fare sfilate di moda insieme al mio hobby per la danza.
Invece mi ritrovo a prepararmi forse a morire e a stare davanti un'imboscata di pazzi che potrebbero usarmi come ostaggio. Per me questa è quotidianità, altri si limitano a vederlo nei film. Non ho mai parlato a Madison di tutto ciò e non credo di faro almeno per ora che mi sento un briciolo più normale. Lei non conosce i nostri nomi, la nostra fama e ciò che comporta stare al nostro fianco, non sa chi e cosa hanno fatto le nostre famiglie al contrario dell'intero paese. Dunque, con lei la vita sembra più leggera e lei è speciale. Nessuno vorrebbe mai rischiare di perdere un'amica così.
Le mie riflessioni vengono interrotte da una telefonata e mio padre affianco a me sembra infastidito.
"Stella, a meno che non sia importante spegni e concentrati". Che rottura.
"È importante, mi sta chiamando una mia insegnante per discutere sull'esito di alcuni esami per poter ricevere-"
"Qualunque cosa sia sbrigati". Neanche alza la sua orrenda testa bionda per guardarmi negli occhi dalla scrivania. Qualche volta prenderei la pistola nel cassetto e vorrei puntare la mira su di lui. Giusto per vedere se l'allenamento di questi anni è servito a qualcosa. Esco dall'ufficio con il telefono e mi accorgo che Jack mi sta chiamando. Chi si risente! Dovrei parlargli da un po' dei suoi comportamenti nei confronti di Madison, anche se negherebbe tutto.
"Jack?" Rispondo.
"Stella, ricordami di quante borse vanta la tua collezione?"
"Uhm, forse un centinaio. Perché?"
"Potresti non rivederle mai più. Si dissolveranno misteriosamente nel vuoto senza lasciare la minima traccia della loro precedente esistenza".
"Oddio. Questa ha tutta l'aria di essere una minaccia. Ma come osi? Cosa avrei mai fatto per meritarmi questo affronto su ciò di così caro?"
"Nulla. Buon proseguimento".
"E invece ora mi dirai tutto".
"Abbi un buon pomeriggio, Stella."
"JACOB WILLIAM TORRES TU SAI BENISSIMO CON CHI STAI AVENDO A CHE FARE".
"Voglio sapere perché Madison verrà ad una festa a cui tu sai perfettamente non dovrebbe essere presente".
"Stai scherzando? Tutta questa sceneggiata per questo futile motivo e hai preso in causa le mie povere borse?"
"Sai in maniera ottimale chi sarà presente e cosa potrebbe succedere. Non è una festa per chi è innocente come lei e soprattutto non conosce in maniera esaustiva delle strategie di autodifesa".
"Smettila di usare certi paroloni e dimmi perché sei così preoccupato per lei, ultimamente sei strano Jack. Dai, sputa il rospo, ti sei preso una cotta per la mia nuova coinquilina nonché mia amica del cuore?"
"Se le succede qualcosa sarà tua la responsabilità. Mi hai sentito? Stai infrangendo diverse regole, Stella. Non credere che tutto questo rimarrà impunito. Buon pomeriggio". E riattacca la chiamata.
I ragazzi sono strani ma questo qui supera ogni mio stupore, chissà perché gli interessa così tanto l'incolumità di Madi. Beh, non ha tutti i torti che le persone presenti non saranno delle migliori essendo la maggior parte ragazzi dell'ultimo anno eccitati, con ragazze altrettanto desiderose di farsi più di cinque drink e figli di nemici in affari pericolosi. Ma tanto sappiamo come difenderci e io mi prenderò cura di lei, qualcosa mi dice che anche lui avrà un occhio di riguardo nei suoi confronti. Madison non rimarrà chiusa in casa per sempre e sono consapevole di star infrangendo delle regole, ma voglio concedermi questo anno con lei di libertà e me ne assumo i rischi e pericoli.
Poi voglio che la mia amica sfoggi quel vestito che le mostra le sue gambe super sexy e modestamente neanche io sono male.
Dunque, non mi sembra niente così grave come sembra, ci divertiremo e basta.
Ma certo, sicuramente.