Ognuno di noi ha vissuto
qualcosa che l'ha cambiato
per sempre.
Alda Merini
MADISON
'Peak'. Questo è il nome del ristorante più alto a New York ed è qui che mi stanno portando, per fortuna che non soffro le vertigini. Stella mi ha svelato la sorpresa e mi indica la strada, dietro di noi ci sono gli altri con una macchina niente male, ma a me piace la mia. Non ho visto bene chi era al volante, solo Liam con un po' di bava alla bocca.
"Ti guardavano tutti con la bocca spalancata, tranne il bel ragazzone al volante, a lui non fa niente né caldo né freddo. Ma Alex ha dato di matto come Simon e Liam. Vuoi per caso un ragazzo? Sono tutti single tranne uno che è già impegnato". Si sistema i capelli dietro le spalle, come per ricordarmi che Simon è di sua proprietà.
"No, grazie. Sto bene nella mia dotta indipendenza. Devo girare qui?" Meglio di no i ragazzi, direi di averne già passate troppe e i ricordi riaffiorano facendomi del male al petto. Ricordi che mi rammentano quanto sia pericoloso ciò che ho provato e vissuto. Quanto impedirò che mi capiti di nuovo un'esperienza così sofferente. Detesto quel sentimento che invece tutti aspettano con ansia, io invece lo temo. Sento un brivido lungo la schiena se penso a quanto io abbia sofferto ingiustamente e quando abbia lasciato che mi lacerassero il cuore dopo averlo offerto. Cerco di distrarmi, impedisco a qualsiasi cosa di rovinarmi la giornata o la permanenza qui.
"Siamo arrivati!" Squittisce Stella.
Ci fermiamo davanti a questo grattacielo dopo aver parcheggiato e non appena alzo la testa uscendo dalla macchina non intravedo la fine. Inizio ad avere un po' le vertigini, come non detto.
"Non dirmi che hai paura". Stella si sistema il trucco con uno specchietto cacciato dalla sua borsa Gucci e mi guarda con la coda nell'occhio.
"Io? Ma che dici. Forza, principessa". Ci incamminiamo verso l'entrata dove i ragazzi ci aspettano, sorridenti e vestiti in maniera abbastanza formale, come se fossero di casa. È un ristorante di lusso e costoso. Credo che spenderò qui tutto il budget che mi sono portata. Avrei dovuto aspettarmelo che non saremo andati ad un ristorante qualunque, ho capito che sono tutti ricconi. Basta vedere le loro macchine e dove mi hanno portata a pranzo.
'Oh Dio, ma quello è il ladro che ho visto in casa mia ieri'.
Rettifico, non si è rivelato essere un ladro ma accidenti, lo sapevo!
Quel ragazzo maleducato che ho ritrovato in casa deve essere l'amico mancante alla lista. Non ho detto nulla a Stella e da come immagino neanche lui ai suoi amici. Mi guarda e sembra che stia per ridere. Già non lo sopporto. Non ho certo notato i muscoli che si intravedono sotto la camicia e le vene che dalle braccia arrivano fino alle mani.
"Amici, spero abbiate aggiunto un posto a tavola perché abbiamo un ospite". Stella mi posa una mano sulla schiena appena siamo davanti a loro. Poi da un bacio a Simon.
"Madison, benvenuta al Peak, il gratt-" Alex cerca di terminare ma Stella lo interrompe.
"Ho già fatto io l'intro. Entriamo, ho fame". Mi prende il braccio e cerca di portarmi dentro ma Liam si mette davanti a noi.
"Stella, forse Madison ha voglia di conoscere qualcuno di nuovo". Oh no, non è necessario, grazie. Troppe conoscenze in pochi giorni, ho difficoltà a ricordarmi tutti questi nomi.
Simon vicino a Stella mi guarda. "Madison, lui è-".
"Lieto di conoscerti". Mi giro e lo vedo, fa finta di nulla perché mi sorride maligno come se non l'avessi incrociato al buio come un furfante durante la tarda sera in casa mia. Qualcosa nei suoi occhi mi turba, sono così chiari. Non mi fido, emana pericolo. In ogni caso mi porge la mano, titubante ma cercando di far finta di nulla, gliela stringo.
"O puoi chiamarlo anche Jack". Dice Alex.
Jack, questo è il nome di uno dei ragazzi meno sopportabili sul pianeta?
"Davvero lieta anche io".
Quanta fatica per sforzare questo sorriso. Se ha voglia di fingere di non conoscermi avrà le sue ragioni. Sono pessima a nascondere le mie emozioni e si sente una certa tensione nell'aria, perché cade un silenzio attorno a noi e mi rendo dopo conto di aver aggrottato le sopracciglia contro di lui.
"Sono Madison". Sforzo un sorriso, cercando di essere cortese ma al contrario vorrei solo urlargli addosso.
Finalmente ci lasciamo le mani, lui inclina la testa e noto che si morde il labbro come se stesse per sdraiarsi a terra dalle risate. Non capisco davvero cosa vuole e neanche mi ha detto il suo nome. Quanti problemi.
"Ci dai sempre buca". Stella spezza questo silenzio imbarazzante.
Lui si volta verso di lei, serio. "Non ho sentito bene. Ripeti".
"Ho detto che ci dai sempre buca".
All'improvviso si sente un urlo acuto.
Il tipo le ha spettinato i capelli e come se nulla fosse cammina verso l'entrata con le mani nella giacca. Istintivamente mi giro verso di lui, sulla base della sua schiena. Voglio vedere se ha ancora quell'oggetto di color metallo, argento come la canna di una pistola.
"Madison, non guardargli le chiappe". Scoppia a ridere Alex.
Avvampo all'improvviso. "Che? Io? Ma cosa dici. Stavo vedendo il menù all'entrata".
"Certo, poi mi farai sapere cosa c'è per dessert". Continua a ridere.
"JACOB, HAI FINITO DI VIVERE". Impreca Stella.
"Tesoro mio, guarda, stai benissimo lo stesso. Hai un'aria... selvaggia che ti sta divinamente". Interviene Simon cercando di aggiustare il danno. Alex e Liam ridacchiano, ancora.
"Senza offesa, ma da ora è anche mio nemico" cerco di mostrarmi solidale nei confronti di Stella. "Gli metteremo delle schifezze nel vino e cibo nei capelli".
I ragazzi mi guardano con ammirazione, immagino che nessuno si sia mai permesso di rovinare il portamento del signorino. Non conosce ancora me allora. Quel sorrisetto impertinente sparirà dal suo viso se non la smette di stuzzicarmi. Cos'ha di tanto importante il suo nome da essere indicibile? Ha paura che lo possa seguire su Instagram?
"Stella, sembri una pazza isterica e ci stanno guardando tutti" commenta Liam. "Non urlare".
"Sembri un barboncino, sorellina". Alex per poco non si sdraia per terra dalle risate.
"NON GLI AVRA' PIU' I CAPELLI QUEL RAGAZZO". È indignata. "Facciamogliela pagare". Mi prende per mano e anche noi entriamo con i ragazzi che ci seguono ridendo dietro di noi.
TORRES
Sarà divertente. Evidentemente non apprezza la mia presenza, non è l'unica.
Non ha idea di quante persone vorrebbero vedermi morto, ci sorrido sempre sopra. Intendo sopra di chi vuole uccidermi e invece sono loro agonizzanti sotto ai miei piedi per avergliela fatta pagare.
Mi va bene che desiderino di farmi questo. Adoro vederli provare ad uccidermi, per poi fallire. Quella è la parte migliore.
Entriamo nell'ascensore del ristorante e saliamo tra le nuvole, lei è davanti a me ma la evito.
È più bassa rispetto a me, sarà alta poco più di un metro e settanta in confronto al mio quasi metro e novanta. I suoi capelli dalla mia altezza sembrano morbidi.
Incrociamo lo sguardo per un breve istante mentre rimane abbagliata dalla vista sempre più particolare e alta della città. Tutti la guardano compiaciuti. Stella è pazza di lei e percepisco la stima per la sua nuova amica, i miei fratelli invece la ritengono attraente e dolce. Lo so perché li conosco e leggo i loro sguardi, dove puntano i loro occhi. Tranne Simon, lui vede solo Stella.
Cosa sto guardando io?
Il mio campo visivo individua palazzi, nuvole, un nasino all'insù rivolto verso l'alto, delle belle labbra leggermente socchiuse per lo stupore. Strano ammetterlo ma risulta essere una bella immagine da contemplare.
Il suono dell'ascensore ci indica finalmente l'arrivo. La sala è lussuosa, non è pieno l'ambiente perché pochi se lo possono permettere. Una sorta di maggiordomo ci accoglie e ci accomodiamo ad un tavolo. La disposizione dei posti si alterna con tre posti da un lato e tre dall'altro frontali.
Madison si siede in mezzo a Stella ed Alex. Simon davanti a Stella, Liam davanti ad Alex. Io nel posto di mezzo davanti alla ragazza.
Di solito sono a capotavola, ma evidentemente i piedi non comandano più e si siedono proprio lì con delle occhiate compiaciute dei ragazzi. Idioti, semplicemente lei è l'unica che non blatera con la bava alla bocca al mio cospetto e voglio vedere quanto resiste. Almeno le giornate prendono delle pieghe diverse ed il tutto è meno noioso e ripetitivo.
A me piace da morire competere e lei ha voglia di giocare.
"Allora principesse, cosa ordinate? No, Madison. Niente pizza per oggi". Dice Alex.
"Accipicchia". Assume una smorfia di disapprovazione e ridacchia. Chissà che sapore hanno quelle guance.
"Cosa prendi? A proposito, da quando ti piace stare in mezzo?" Simon mi incalza abbassandosi sul mio orecchio per non farsi sentire.
Rispondo. "Da quando mi è venuta fame".
Non capisce cosa ho detto e torna al menù. Meglio così, tendo sempre a non farmi comprendere.
"Io prendo questa gigante insalata di pollo, non devo azzuffarmi". L'influencer deve mantenersi in linea e mentre emetto un verso gutturale di disapprovazione lei alza lo sguardo e mi fulmina. La bionda mi fa una pernacchia e azzarda un terzo dito. Io ricambio con l'occhiolino.
Che bambina graziosa, potrei schiaffeggiarla.
"Hum" la ragazza sta scegliendo. "Assaggerò questo filetto di carne, sembra buono". Abbassa il menù e nota il mio sguardo su di lei. Arriccia il naso e guarda dietro di me, il panorama.
Adorabile, improvvisamente so cosa mangerò a pranzo.
"Filetto di carne anche per me". Neanche guardo il menù, mi limito a fissarla fingendomi ingenuo.
Lei mantiene il mio sguardo, serio, socchiude leggermente gli occhi in aria di sfida e manca davvero poco perché mi butti a terra dalle risate. Quindi mi mordo il labbro.
I ragazzi si guardano tra loro e sono confusi, non capiscono perché io e questa ragazza proprio non riusciamo ad andare d'accordo. Non sanno che io e lei abbiamo già avuto modo di conoscerci in qualche modo e, il fatto che siamo solo io e lei a saperlo, mi garba più del dovuto.
Alex si schiarisce la gola. "Quindi, uhm, come sta andando qui in città, Madison?"
"Davvero bene" interrompe il nostro contatto visivo. "Domani dovrò andare al campus per firmare alcuni documenti e ritirare i libri scolastici. Poi farò le audizioni per la squadra di pallavolo e credo che qualcuno dovrà farmi da guida per il campus ma non so chi".
Se non ricordo male -e mi ricordo sempre tutto- ha bisogno di una guida e mi è già stato proposto di aiutarla. Ho rifiutato, ma non prima che mi fosse stata proposta una situazione del genere.
"Giochi a pallavolo? Non mi dire! Anche noi siamo nella squadra maschile". Dice Alex.
"Madi, se ti interessa lui può farti da guida, andrete nello stesso edificio a frequentare le lezioni. Entrambi studiate economia. Giusto?" Simon si gira verso di me in attesa di risposta. Oh, sì. Verissimo. Certo che studio economia, non solo.
"Qual è la materia che segui con più interesse?" Le chiedo all'improvviso.
Lei rimane incerta dalla mia domanda istintiva ma cerca di ricomporsi subito. "Gestione delle imprese". Risponde.
"E cosa speri di ottenere dopo la tua formazione universitaria?"
"Un buon lavoro e magari in un futuro una mia attività".
"Che tipo di attività?"
"Un'azienda vinicola". Interessante.
"Stai ipotizzando in che modo e dove potresti essere tirocinante?"
"Sono venuta qui anche per intraprendere questo tipo di percorso quindi studierò, lavorerò e farò tirocinio". Il suo inglese è eccelso, non incerto come qualche sera fa.
"Lavori? E dove?"
"Rispondi tu, ora. Cosa speri di ottenere dopo il tuo percorso di studi?" Non si lascia sottomettere. Poi, pone la mia stessa domanda. Cosa credi di fare con me?
"So quello che devo ottenere e ho uno scopo ben preciso". Non voglio dirle ciò che non devo riguardo alla mia persona, è quello che mi sono prefissato.
"Ovvero?" Insistente la ragazza.
"Una mia attività, la materia su cui si baserà è ancora da stabilire. Ma la tua mi sembra quasi originale come idea". Fingo di non avere già alle mie spalle un impero.
"Grazie". Vorrei chiederle che lavoro fa per capire come si sia potuta permettere quella macchina. Alex ha accennato qualcosa, ma voglio confermare. Percepisco questo strano desiderio di sapere di lei ogni cosa. Sono sempre informato riguardo ogni informazione sui miei nemici, questo vale anche per lei. Devo sapere ma sembra voglia rendermelo complicato.
Nel frattempo, i ragazzi sono attoniti e con gli occhi sbarrati davanti alla scena e non aprono bocca. Non si aspettavano tutta questa confidenza? Abbiamo ancora tanto da dirci io e lei.
"Si, ehm... vorremmo ordinare". Intanto un cameriere si avvicina al tavolo e Liam ricapitola gli ordini. Io cerco di non guardarla ma è più forte di me. Le guance le si sono arrossate e parla con Stella bisbigliando. Chissà su cosa.
"Allora, dunque ti accompagnerà lui per il campus, Madison. Così potrai riferirti a lui per qualsiasi evenienza". Alex interviene.
"Sarà un piacere".
"Certo".
Ci squadriamo e l'odore di tensione è alto. Stella sghignazza guardando Simon, Liam si guarda intorno e Alex si nasconde dietro un tovagliolo. Già, davvero singolare.
Il pranzo trascorre tra chiacchiere e cibo. Inizia a farsi tardi ed io ho un appuntamento di lavoro, dunque il dovere chiama. Mi pulisco la bocca con il tovagliolo e annuncio che sto per dileguarmi. Si lamentano e cercano di persuadermi a restare, cosa che ovviamente non faccio anche solo per l'orgoglio di non fare qualcosa che mi viene imposto. Mi salutano tutti, lei con un cenno della mano.
Dopo alcuni insulti di Stella per il mio dispetto precedente mi dirigo alla cassa per pagare la mia quota. E non solo la mia.
Spero che in questo modo, la ragazza mi perdonerà per l'interrogatorio.