Flaws || Luke Hemmings

By Girlinoblivion

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In cui un ragazzo costringe una ragazza a diventare la sua fidanzata perché è perseguitato da una stalker. More

Prologo
It's time
Bad news
Daniel In The Den
No More Second Chances
Weight Of Living Pt.II
Something Big
Stockholm Syndrome
Fun
One of Those Nights
Classic
Torn Apart
Kiss Me Kiss Me
Everything I Didn't Say
Fall Into Your Arms
Wait On Me
Thinking Out Loud
End Up Here
Blank Space
Weapon
Night Changes
Don't Stop
The Draw
Jealous
Disconnected
Never Be Alone
Summertime Sadness
Wherever You Are
The Driver
Durban Skies
Daylight
Kid In Love
If You Don't Know
Imagination
I'm not the only one
Talking Body
This Is What It Takes
Trouble
Lost
Up
Where Are Ü Now
Safety Pin
Q&A Time
Don't Be So Hard On Yourself
Control
Jet Black Heart
Vapor
Memories
Airplanes
Flaws
Let's start
Answers
Is There Somewhere
Challenge

Wrapped Around Your Finger

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By Girlinoblivion

La sveglia suona sul comodino alla mia destra, così allungo le mani e la cerco a tastoni.

"Spegni quella cosa", mormora Luke nascondendo la testa sotto al cuscino.
Mi allungo e per miracolo non cado a terra. Durante la notte ci siamo spostati sul bordo della mia parte del letto e abbiamo lasciato ampio spazio inutilizzato e vuoto.

Sospiro di sollievo aggrappandomi alle coperte e prendo la sveglia impazzita.

Nuovo qualche pulsante, ma il suono infernale non accenna a fermarsi, quindi la metto in mano a Luke e mi alzo per andare in bagno.

"Non sei capace di premere questo tasto?", dice saccente il bel l'addormentato biondo facendo cessare all'istante l'allarme.
"Come siamo acidi di mattina, raggio di sole. Non hai dormito bene?"
Alza gli occhi al cielo e si gira sulla schiena in modo da potermi guardare.

"Sei molto sexy con la mia maglia e con i capelli arruffati"
"Credevi non fosse così?", ribatto con il sopracciglio alzato, facendo la parte della snob.

In realtà penso di essere abbastanza mostruosa con i capelli selvaggi.
Ammicca e sento ancora il suo sguardo su di me quando esco dalla camera.

Come pensavo, i miei capelli assomigliano ad un nido di uccello e il mio colorito è pallido e smorto come al solito.

Mi chiedo perché i maschi facciano dei complimenti quando siamo al peggio, per così dire. Di sicuro li apprezzeremmo di più se ci venissero fatti dopo ore di intensa ristrutturazione, ma ciò che otteniamo è un semplice 'stai bene'.
Nessuno si prostra ai tuoi piedi, nessuno ti venera per la tua bellezza. Niente di niente.

Mi lavo il viso con acqua fredda per svegliarmi e mi lavo i denti.

In cucina c'è già Calum che mangia cereali in una tazza a forma di mucca, con la tipica espressione post-sbornia.

"Buongiorno", saluto e prendo il succo alla pesca nel frigo.
"Non urlare", si lamenta appoggiando la fronte sul piano della cucina e sbattendola ripetutamente sul marmo freddo.
"Non ho urlato. Sei tu che stai affrontando un brutto post-sbornia. Non riesci proprio ad uscire senza bere, eh?"
"Che divertimento ci sarebbe senza l'alcol? Siete tutti piuttosto noiosi senza i filtri della vodka e della birra"
"Forse tu sei noioso non riesci a divertirti senza quello schifo che ti rovina il fegato"
"Disse la ragazza che ad una festa bevve più di qualsiasi altro essere di genere femminile e finì quasi in coma etilico", alza gli occhi al cielo e si massaggia le tempie.
"Il passato è passato. Quel che importa è che ho smesso"

Riempio il bicchiere di succo e guardo fuori dalla finestra.
"Buongiorno"
Luke entra in cucina e prende posto affianco all'amico. Gli dà una pacca sulla spalla e riceve un grugnito in risposta.

"Micol mi fai i pancakes? È presto per andare a scuola. A meno che tu non voglia aprirla e arrivare prima di tutti"

Mi guarda con occhi speranzosi, come un bambino in po' cresciuto che chiede alla mamma il permesso di rimanere in piedi fino a tardi.
"E va bene", concedo con un sorriso.

"Che cosa? Io sto mangiando questo mangime per conigli e tu mangerai i pancakes? Li voglio anche io", sbuffa Calum rivolto a Luke.
"Magari se fossi stato più gentile con me questa mattina te li avrei fatti di mia spontanea volontà. Prenditela con te stesso e con il tuo carattere di merda, tesoro, non con me"

Sorrido dolcemente e prendo gli ingredienti per preparare la colazione.
Mescolo le dosi in una ciotola e nel tempo che serve all'impasto per riposare vado in camera e prendo un paio di jeans e una felpa.
Mi lavo, mi cambio e lego i capelli in una coda alta, dato che non sono riuscita a domarli con la spazzola, il tutto con il sottofondo degli insulti dei ragazzi mentre giocano a Fifa.

Ritorno in cucina e metto sul fuoco una padella. Verso un mestolo del composto al suo interno e aspetto che la sua superficie si riempia di bollicine per girarlo e farne altri.
Alla fine della preparazione, delle mani si appoggiano sui fianchi e per poco non mi brucio con il metallo bollente.

"Luke" urlo per lo spavento e la sorpresa quando vedo la pelle chiara in netto contrasto con la felpa nera.
"Micol" sussurra al mio orecchio.

Mi lascia dei piccoli baci sulla pelle sensibile del collo e devo appellarmi a tutta la mia forza di volontà per non lasciare andare ciò che sto facendo e girarmi per baciarlo.
Sembro un gattino che fa le fusa quando viene accarezzato e non sfugge a Luke poiché sento il suo sorriso sul collo.

"Mi state facendo risalire il mangime per l'esofago", grugnisce Calum dal bancone.
Non mi ero nemmeno accorta che avesse lasciato il soggiorno e avesse messo in pausa il gioco per venire qui. Luke si stacca con un lamento da me, non senza avermi baciato per bene, e lancia un'occhiata tagliente all'amico, mentre io alzo gli occhi al cielo nonostante il rossore si sia impadronito delle mie guance.

Metto a tavola i pancakes già pronti e li vedo abbuffarsi come se non mangiassero da settimane intere.
Il cavernicolo che giace dentro di loro sta uscendo e non è uno spettacolo molto gradevole.
"Non preoccupatevi a masticare, mi raccomando", li istruisco mentre vado a spegnere la play e il televisore.

Con uno sguardo all'orologio mi rendo conto che sono già le otto meno un quarto e, fortunatamente, sono già pronta. È un evento più unico che raro.

Nel frattempo, prendo un libro dallo scaffale e inizio a leggere la storia di una ragazza che intraprende un viaggio verso l'ignoto per sfuggire alla monotonia. Ed è proprio quando inizia la ricerca di se stessa che incontra l'amore della sua vita.

"Sei pronta?"
Quasi salto dalla poltrona quando sento la voce di Luke molto vicina al mio orecchio.
La lettura mi ha coinvolta in un mondo parallelo e faccio sempre un po' di difficoltà a distaccarmene.

"Sì", rispondo alla sua domanda passandomi le mani sui jeans e alzandomi dalla mia comoda postazione.
"Non vorrei metterti fretta, ma mancano esattamente sette minuti prima dell'inizio delle lezioni"
Si morde il labbro e si passa una mano sulla nuca.

Inizio ad agitarmi, cosa non insolita per me, e corro da una parte all'altra della casa per prendere ciò che mi serve sotto lo sguardo divertito dei miei due coinquilini.

"Giuro che uno di questi giorni vi avveleno la cena. I morti non hanno emozioni una volta che hanno esalato il loro ultimo respiro"
La mia minaccia non li scalfisce minimamente, anzi, scoppiano in una fragorosa risata e devo trascinarli con la forza fuori.

Come farò a stare con questi due ancora per molto?

* * * * * * *

Il professore di letteratura è stato clemente e mi ha permesso di entrare in classe ritardo.
A parte l'imbarazzo di aver interrotto la lezione e aver avuto su di me gli occhi di circa 30 persone, tutto è filato liscio come l'olio.

Nel momento in cui sono andata a cambiare i libri nell'armadietto mi sono ritrovata davanti il corpo statuario di Aaron e, come una cretina, ho iniziato la mia lunga serie di scuse per non aver risposto al suo messaggio.
Sono persino arrivato a dare la colpa al movimento della terra intorno al suo asse senza sapere come e perché.

Il fatto che Aaron non se la sia presa e si sia fatto una bella risata è stato rassicurante.
Questo ragazzo è un vero angelo e io una vera stronza tenere il piede in due staffe.

Purtroppo non sono riuscita a rifiutare di partecipare alla sua sorpresa perché mi ha guardato come un cucciolo e ammetto che ho un debole per i ragazzi che riescono ad apparire indifesi nonostante il corpo imponente.

Comunque, come ho già detto, ho accettato e stiamo percorrendo l'autostrada con la sua Mercedes.

Appena suonata la campanella di fine giornata, sono uscita dall'edificio e sono entrata nella sua macchina, senza dare spiegazioni a nessuno.
Per una volta ho deciso di fare qualcosa contro le regole che mi sono imposta e non mi interessa delle conseguenze che inevitabilmente ci saranno al mio ritorno a casa.

Mi sento stretta tra questi due ragazzi -Aaron e Luke. A volte vorrei mandare tutto all'aria e ritornare a casa dei miei e restarci per il tutto il tempo necessario.

Da un lato c'è Aaron, un ragazzo dolcissimo che un giorno mi ha regalato il suo muffin al cioccolato perché non avevo fatto colazione. Non dimentichiamo che è anche uno dei ragazzi più sexy che abbia mai avuto il piacere di conoscere.

Dall'altro, invece, c'è Luke.
L' irruente, lunatico, passionale e confusionario Luke. Il ragazzo che mi aiutato con il mio ex che mi tiene imprigionata tra le sue dita per questo accordo e anche per qualcos'altro che non so descrivere.

"Sei tra noi Micol?", chiede il ragazzo al mio fianco stringendomi il ginocchio.
Scuoto la testa per allontanare i miei pensieri e sorrido.
"Dove stiamo andando?"
"È una sorpresa. Manca più o meno mezz'ora"
"È tutto quello che mi puoi dire?"
"È tutto, vostro onore", risponde portandosi una mano al petto, facendomi ridacchiare.

Mi piace stare con Aaron, è un modo per staccare la spina da tutte le preoccupazioni.

"Dato che dovremmo stare ancora per un po' qui, parlami di te. Non so niente a parte il fatto che vivi con due ragazzi, hai diciotto anni e ti piace macchiare le magliette di coloro che si presentano sul tuo cammino"
"È capitato solo una volta! E poi tu mi hai restituito il favore subito dopo, quindi siamo pari"

"Sto ancora aspettando che tu mi dica qualcosa"
Distoglie un momento lo sguardo dalla strada e lo rivolge a me.
Sorride alzando un angolo delle labbra carnose come ad invitarmi a parlare.
Come posso resistergli?

"Va bene, ti racconto qualcosa.
Quando avevo otto anni mi sono rotta il braccio sinistro perché sono caduta dall'albero del parco vicino casa mia.
Un bambinetto viziato e maleducato come pochi aveva preso il mio pallone e l'aveva mandato sui rami più alti con un calcio. Nessuno voleva aiutarmi, così mi sono aggrappata ad ogni appiglio e sono arrivata in cima.
Ho commesso l'errore di guardare in basso mentre mi allungavo per prendere la mia palla rosa e ho scontato la mia pena con cinque settimane di gesso che mi procurava fastidio e prudeva molto, tre settimane di riabilitazione e un richiamo da parte del preside per i miei genitori perché avevo picchiato quel nanetto spocchioso"
"Cos'hanno detto i tuoi?"
"Mia madre ha detto che la violenza non ripaga mai altra violenza. Le solite cose che si dicono quando devi cercare di dimostrarti ragionevole nonostante stia godendo dentro di te.
Mio padre, invece, ha detto:"sono orgoglioso di te, piccola mia. Quel Simmons aveva bisogno di una lezione". Ero talmente felice di essere il suo orgoglio che ho chiamato quasi tutti i miei parenti e li ho informati del grande evento. Ci mancava solo che venisse organizzata una festa in mio onore"

Aaron ride mentre continua a controllare il traffico.
Se Luke fosse stato al suo posto, in questo momento ci saremmo già schiantati contro un albero.
Ama il brivido della velocità e a volte non si rende conto di tenere il piede premuto troppo sull'acceleratore.
Quando glielo faccio notare risponde che sa quel che fa e che non ha intenzione di ucciderci.

È possibile che tu non riesca a non pensare a quel biondino per qualche ora?

Ho seriamente bisogno di una pausa da questi ragazzi per schiarirmi le idee.

"E di te che mi dici? Sono io a non sapere nulla"
"Mi chiamo Aaron, ho 19 anni e frequento molti corsi insieme a te. Ho un enorme Labrador di nome Dafne e un fratello di 25 anni, Will. Mi piace la cioccolata e preferisco bere il caffè anziché pulirlo dalla maglietta. È un vero spreco non trovi?"
"Assolutamente", annuisco e lo lascio continuare.
"Non ho una ragazza da più di due anni, anche se ho avuto qualche storia di poca importanza, e a volte sento la mancanza di un legame con qualcuno. Ho gusti eclettici per quanto riguarda la musica: posso ascoltare un pezzo rock e passare ad uno pop o ad un brano di musica classica senza alcun problema.
A differenza tua non mi sono mai rotto nulla e non posso vantarmi di essere stato l'orgoglio di mio padre"

Le ultime parole sono dure, forse dettate da un conflitto tra padre e figlio, ma non voglio intromettermi in questioni che non mi riguardano.

Così cerco di alleggerire l'atmosfera con commenti frivoli e aneddoti divertenti su esperienze passate.
Ritorna a ridere e l'uscita è salva.

--------------------------------------------

"Siamo arrivati?"
"Non ancora, mancano pochi minuti"

Guardo fuori dal finestrino le case di una semplice cittadina della Virginia nel mezzo del nulla, fremendo di impazienza e di curiosità.

Aaron svolta in una stradina secondaria e percorre il terreno sterrato.
Mi sembra un deja-vu, come quando Luke mi ha portato alla sorgente e mi ha regalato la collana che non ho mai tolto da quel giorno.

La porto sempre al collo; è diventata un portafortuna e un buon rimedio contro il nervosismo. Mi basta toccare le nostre lettere intrecciate e tutto va via.

"Ora sì che siamo arrivati"
Il motore della macchina viene spento e mi guardo meravigliata intorno. Mi ha portato nel più bel luna park che abbia mai visto in vita mia.
"È... o mio Dio è... wow. L'hai fatto solo per me?"
Annuisce sorridendo e l'abbraccio con impeto prima di scendere dall'auto e ammirare le strutture illuminate come se fosse notte fonda.

Mi affianca e con un cenno del capo mi incita ad andare avanti.
Gli prendo la mano per non farlo restare indietro e faccio lo slalom tra le persone nel parcheggio e all'entrata del parco divertimenti.

"Andiamo sulle montagne russe?", chiedo indicando l'imponente struttura rosseggiante.
"Non hai paura della velocità o di schiantarti contro qualcosa?"
"Nah, queste sono paure da femminuccia"
Alzo le spalle lo guido fino al cubicolo in cui si prendono i biglietti.
"Per due"
"Cinque dollari"
Il tizio con la canottiera e la pancia prominente ci porge i biglietti in attesa di essere pagato.

Cerco delle monete nelle tasche dei jeans, ma Aaron mi ferma prima che posso dargliele.

"È la tua giornata. Non dovrai far nient'altro che rilassarti e godere questo pomeriggio"
"Grazie", dico riconoscente.
"Non c'è di che. E ora andiamo a divertirci"

Mi trascina nella fila per iniziare il giro e sorride come mai prima d'ora. Di conseguenza anche io mi ritrovo ad essere felice.

Due giri sulle montagne russe, uno sul veliero fantasma, numerosi giri sull'autoscontro e uno zucchero filato dopo, il sole è tramontato all'orizzonte e l'aria si è rinfrescata.

Mentre siamo seduti su una panchina un po' distanti dalla confusione delle famiglie e dagli adolescenti, un brivido di freddo mi scorre lungo la schiena e mi stringo le braccia al corpo.
"Hai freddo?", chiede Aaron, premuroso come sempre.
"Un po'"
"Vieni qui"
Apre le braccia e mi fiondo nel caldo accogliente del suo petto.

Il tempo passa lentamente mentre guardiamo le insegne luminose in silenzio, come se non volessimo interrompere la pace che si è creata.

"Andiamo sulla ruota panoramica?"
"Certo. Senti ancora freddo?"
Scuoto la testa in segno di negazione e mi alzo tendendogli la mano.
"Su, mio prode cavaliere, andiamo ad esplorare sentieri sconosciuti"
"Con piacere mia bella principessa"

---

Nulla può essere paragonato alla sensazione di libertà che si prova a diversi metri d'altitudine.
Sembra che il mondo sia nelle tue mani mentre abbracci con lo sguardo l'enorme distesa di terra davanti a te.

"È assolutamente meraviglioso", rifletto a voce alta.
"C'è di meglio", risponde Aaron con un'alzata di spalle.
"Come sarebbe a dire che c'è di meglio? Sei forse cieco?"
Sorride scuotendo la testa e mi guarda intensamente.
"Cosa c'è? Mi è spuntato un brufolo e non me ne sono resa conto?"
Mi tocco il viso per controllare, ma la mia pelle è liscia come questa mattina.

"Il meglio sei tu", mi sussurra all'orecchio.

Giuro che potrei morire su questo seggiolino prima della fine del giro.
Il mio povero cuore sta facendo la macarena nella cassa toracica e non ha alcuna intenzione di fermarsi.
Sorrido timidamente al ragazzo al mio fianco e appoggio la testa sulla sua spalla, approfittando di questo momento di serenità per ammirare ancora una volta i campi di fiori e di grano.

Aaron mi accarezza i capelli e potrei abbandonarmi al suo tocco se non ci fosse una vocina da qualche parte dentro di me che mi dice che tutto questo è sbagliato.

Non faccio fatica a cadere nel mio solito contrasto interiore, ma ciò che mi ferma è la fine del giro.

Ci avviamo in silenzio, mano nella mano, nel parcheggio delle auto.

Il cellulare mi vibra nella tasca anteriore dei jeans e aggrotto la fronte quando vedo il nome sul display: LUKE.

Mi fermo ricevendo un'occhiata confusa dal ragazzo e accetto la telefonata anche se non sono pronta ad ascoltare le prediche e le lamentele del biondo.
Non voglio che questa serata venga rovinata.

"Pronto?"
"Micol sei seduta?"
La voce è tesa e non è proprio da lui. Vado subito in allerta.
"Sto per entrare in macchina. Cosa c'è?"
"Si tratta di tua zia"
"Cos'è successo a zia Beth?"
"È morta"

Ecco le ultime parole che ascolto prima che le forze mi abbandonino e perda i sensi.

Hey pretty girl

Sono uscita viva da questa settimana.
Ho studiato più di quanto abbia mai fatto e ho trascurato questa storia, mi dispiace.

Ma eccomi di nuovo qui.
È un po' una schifezza e mi sembra che questa storia stia andando alla deriva.
Mi sono accorta che non piace più tanto e sono pienamente d'accordo.
Prometto che cercherò di aggiornare più spesso e fare capitoli più interessanti.
Vi lascio e vado ad ascoltare I Can't Remember dei 5SOS.
Ciao ciao
Marty

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