Xmas Lockdown: Lavanderia | Shanks e Mihawk

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Fanfiction partecipante al Christmas Lockdown, indetto dal Forum FairyPiece-Fanfiction&Images

Day 4: Lavanderia
Prompt: A è la Cindy Chi Lou del Natale. B il Grinch.
Dedicata a: _Kalika_

La casa in cui abitavano Shanks e Mihawk era piuttosto grande

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La casa in cui abitavano Shanks e Mihawk era piuttosto grande. Forse anche troppo, considerando che abitavano in due, tre quando Buggy era in città. Quando era stato annunciato il lockdown però lui era fuori per lavoro, quindi in quella casa erano rimasti solo loro.

Il periodo natalizio era in arrivo, Covid-19 o meno, quindi Shanks quel giorno si era messo a decorare l’intera casa, canzone natalizie in sottofondo e allegria con sé.

Fu alla fine del suo operato che si accorse che il suo amico era letteralmente scomparso.

«Mihawk?» chiamò ad alta voce per sovrastare la voce di Michael Bublé.

Nessuna risposta.

Si mise quindi a cercarlo, prima su quel piano, poi al piano inferiore, dove c’era solo il garage e una vecchia lavanderia.

Incredibilmente, da sotto la porta della lavanderia si intravedeva della luce. Il rosso sollevò un sopracciglio, poi aprì la porta.

Ciò che vide fu Mihawk, stretto nel suo cappotto invernale, seduto su una lavatrice mentre sentiva della musica da una cassa bluetooth posta sul bordo del lavatoio.

Lì dentro c’era una temperatura polare. Il riscaldamento non funzionava, non era previsto qualcuno ci restasse per più di un quarto d’ora. Shanks guardò basito l’amico e disse: «Che diavolo ci fai qui?»

«La lavanderia è l’unica stanza isolata acusticamente in questa casa.» rispose Mihawk. L’unico segno che potesse aver freddo era il naso arrrossato.

«Sei impazzito del tutto. Qua dentro si congela!»

«Meglio congelare che sentire Michael Bublé. O vedere tutti quei colori.» ribatté il corvino con un’espressione sinceramente disgustata sul volto.

Ovviamente Shanks sapeva che Mihawk era disgustato dal Natale. Era troppo felice, troppo colorato per lui che era nella sua fase emo da almeno trent’anni.

Il rosso si arrampicò sull’asciugatrice per sedersi accanto a lui e cercò di reprimere un brivido. Era davvero freddo lì, i muri un po’ isolavano dalla temperatura glaciale esterna ma non era comunque luogo per starsene con una semplice maglia a maniche lunghe addosso.

Mihawk lo fissò truce, poi si tolse il cappotto, se lo appoggiò sulle spalle e lo tenne aperto. Era raro che il corvino permettesse a qualcuno di stargli vicino (la distanza di un metro da lui durava tutto l’anno), probabilmente doveva avere pena per Shanks se glielo lasciava fare.

Il rosso non si lamentò e si rannicchiò sotto al cappotto, godendo del calore corporeo dell’altro. Chiuse un momento gli occhi, appoggiando la testa contro la sua spalla, poi disse: «Se tolgo Michael Bublé torni su? Sono abbastanza certo ci siano delle canzoni di Natale emo.»

«I My Chemical Romance una o due le hanno fatte, ma ascoltarle a ripetizione un intero pomeriggio sarebbe troppo anche per me.»

Shanks si sporse verso di lui e disse: «Torniamo su?»

«Vai, mica ti obbligo a star qua a congelarti. Sai che io non voglio aver a che fare con il Natale.»

«Ti lascio mettere su la tua musica se torni su.»

«So che non sopporti la mia musica, Shanks.» sospirò Mihawk.

«Allora non metteremo su nulla, ma pretendo tu torni di sopra al caldo o ti prenderai un malanno.»

I due rimasero a guardarsi, infine il corvino sospirò, recuperò il telefono da una tasca del cappotto e spense le casse. Shanks sorrise felice e Mihawk gli mise davanti una mano prima che il rosso potesse baciarlo su una guancia.

«Non ci provare.»

«Dici così, ma so che ti piace un po’ di affetto.» disse Shanks abbracciandolo.

Mihawk non tollerava il contatto fisico, ma il rosso sapeva di potersi prendere qualche libertà. Fu l’unico motivo per cui non venne buttato giù dalla lavatrice.

«Se ti stacchi possiamo salire.» disse infine.

«Ho cambiato idea, possiamo anche restare qui.»

«Ti sei lamentato finora del freddo e ora vorresti pure stare qui?» chiese perplesso ed esasperato il corvino.

«Non rinuncerò facilmente ad uno dei pochi momenti dove non rischio di ritrovarmi un coltello in un occhio per “violazione dello spazio personale”.»

Mihawk sospirò senza dire nulla e rimase lì, godendosi la compagnia dell’altro senza darlo a vedere e decidendo che se quello era il prezzo, avrebbe potuto tollerare il Natale.

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