32. In vino veritas | Nami x Bonney

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Questa fanfiction partecipa al Crack&Sfiga's Day 2021, indetto dal forum FairyPieceForum.

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Categoria: Missing Moment
Ambientazione: Non definita
Rating: Rosso
Dedicata a: _Kalika_

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Nami non era il genere di persona che si ubriacava. Prima di tutto, odiava non essere al pieno delle sue capacità fisiche e mentali: era una ricercata e poteva essere pericoloso.

Il secondo motivo era che reggeva l’alcol davvero bene, nemmeno Zoro reggeva bene quanto lei.

Quella però era una serata speciale: tutti i membri ancora vivi della peggiore generazioni erano riuniti lì con le loro ciurme. Qualcuno l’aveva sfidata in una gara di bevute e lei non si era tirata indietro.

Non ricordava se avesse vinto o se avesse riscattato la sua ricompensa, ma almeno era in piedi, confusa e stordita dall’alcol. Guardandosi intorno riconobbe Luffy volare per la stanza con qualcuno attaccato ai piedi, e identificò Sanji nel biondo che cercò di acchiapparla e che lei schivò abbastanza prontamente.

Poi i suoi occhi caddero su Jewelry Bonney e tutto parve stabilizzarsi per un istante.

Il terzo motivo per cui di solito non si ubriacava, era che tutte le sue finzioni costruite in anni di pratica crollavano completamente e allora Nami si rivelava essere, come Sanji, un’amante delle donne.

La differenza di età aveva messo in salvo Robin da quella parte di sé, ma Bonney non aveva il doppio dei suoi anni. Era più giovane e decisamente attraente, specialmente in quel momento che la rossa non ci stava con la testa.

Anche Bonney doveva aver bevuto, o mai le due si sarebbero rivolte la parola. Quel che accadde di preciso era però un ricordo che Nami aveva perso: il ricordo successivo a quello consisteva in lei e la ragazza dai capelli rosa in una stanza che limonavano contro un muro.

Quando si staccarono, entrambe decisamente eccitate, Bonney disse: «Non pensavo avrei apprezzato qualcuno di così intraprendente.»

«Posso fare di meglio.» aveva risposto l’alcol in Nami.

Finirono sul letto. Approfittando di essere quella finita sotto l’altra, sfilò la maglietta a Bonney; rimase sorpresa quando vide che non aveva altro, nessun reggiseno, nulla. Piacevolmente sorpresa.

«Ti piace quel che vedi, Gatta Ladra?» chiese la supernova leccandosi le labbra.

«Fin troppo.» soffiò Nami, le mani che smaniavano di toccare.

Bonney ribaltò abilmente le posizioni, così da poterle togliere il reggiseno con una maestria che solo una donna poteva possedere. Le sue mani accarezzarono poi la schiena della rossa e scesero, mentre Nami si chinava a baciare prima la bocca, poi la linea della mandibola, il collo e le spalle della supernova.

I vestiti rimasti in qualche modo finirono sul pavimento con gli altri, lasciando le due donne nude una di fronte all’altra.

La rossa non si trattenne più. Le sue mani andarono sui seni dell’altra, accarezzandoli e giocando coi loro capezzoli. Bonney sospirò con un sorriso sulle labbra, soffocando a stento un gemito quando la rossa ne baciò uno e ci giocò, mordicchiandolo e leccandoglielo.

«Perché è così piacevole?» sospirò la donna estasiata. Una delle sue mani si spostò verso le sue intimità, ma Nami smise e le prese la mano.

«Voglio fare io.» disse, lasciando che fosse l’alcol a parlare di nuovo.

Si sdraiò, portandosela sopra. Bonney fece scattare la testa all’indietro per togliersi i capelli dal volto, poi sorrise. «Vuoi stare in questa posizione?»

Nami non le rispose, le fece solo una linguaccia e Bonney fece ciò che la rossa voleva: si sedette sul suo volto.

Le braccia di Nami le cinsero le cosce, poi la rossa iniziò a usare la lingua come aveva sognato, invitata dall’odore delle intimità della supernova, per lei inebriante.

Le accarezzò il clitoride con la punta della lingua, strappando un gemito alla donna, poi si dedicò ai contorni della sua apertura: quando sentì Bonney tremare, la sua lingua si infilò dentro di lei fin dove poteva e si mosse.

«Cazzo.» sospirò Bonney appoggiandosi al muro.

Nami non la lasciò andare e continuò a stimolarla finché con un urlo la donna non raggiunse l’orgasmo; a quel punto fu rapida a togliersi dalla sua postazione e rotolare all’indietro, così da essere tra le gambe della rossa.

«Credo sia il momento di ricambiare, non credi?» disse con un sorriso furbo.

«Non mi dispiaceva ciò che facevo.» rispose Nami leccandosi le labbra.

«Neanche a me, ma sono una piratessa leale e non lascio sia solo tu a fare tutto, soprattutto in quanto capitano.»

La sua lingua partì all’attacco e Nami soffocò un urlo di piacere. La donna doveva avere più esperienza di lei, perché sapeva dove metterla.

Quando però un paio di dita si aggiunsero ad essa, Nami perse del tutto la testa e l’autocontrollo. Non ricordava se fosse la prima volta che faceva qualcosa del genere, non le importava, quando mosse le dita le parve di essere finita in paradiso.

Quello fu il suo ultimo ricordo della serata. Quando il giorno dopo si risvegliò nel letto della sua nave, sdraiata coi piedi sul cuscino e i vestiti della serata al contrario addosso, si coprì il volto dall’imbarazzo, sentendo però il suo corpo piacevolmente sereno.

Doveva aver trascorso bene il tempo successivo a quello. Decisamente bene.

Nonostante questo era certa non ne avrebbe mai parlato con nessuno.

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