Halloweek: Bloody Mary | Famiglia Charlotte

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Storia partecipante all'Halloweek indetto dal Forum FairyPiece

Day 2: Bloody Mary
Prompt: Sangue (credo?)
Dedicato a: _Kalika_

Day 2: Bloody MaryPrompt: Sangue (credo?)Dedicato a: _Kalika_

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«Non sono così sicuro che sia una buona idea.»

«Credevo ti andasse bene fare questa cosa.»

Un giovane Cracker guardò lo specchio che aveva davanti. Quando Katakuri gli aveva proposto di provare a chiamare Bloody Mary era stato felicissimo di accettare (più perché era il suo fratello perfetto e preferito e si sentiva onorato dalla richiesta), ma ora si chiedeva se avesse fatto bene.

«Non è reale, giusto?» chiese al fratello.

«Dicono di no, ma non c’è modo migliore di scoprirlo di provarci.»

«E se invece fosse reale? Io non voglio ritrovarmi senza occhi!» esclamò Cracker.

«Ci sarò io a proteggerti.» disse Katakuri arruffandogli i capelli.

Quelle parole riuscirono a tranquillizzarlo. Sorrise al fratello, poi guardò lo specchio, visibile grazie a qualche candela nella penombra.

«Bloody Mary.» disse in un momento di coraggio.

Non accadde nulla. Ovviamente, si disse, andava detto tre volte, non una sola.

«Bloody Mary.» ripeté.

Ne mancava una. Cracker diede un’occhiata a Katakuri, che gli fece un cenno. Non vedeva se stesse sorridendo dietro la sciarpa, ma suppose di sì.

Si fece coraggio e disse per l’ultima volta: «Bloody Mary.»

Per un momento non accadde nulla. Le candele non si spensero, non si udirono rumori strani, tutto normale.

Poi la superfice dello specchio iniziò a tremare come fosse acqua e una mano ne uscì, appoggiandosi alla parte inferiore.

Cracker rimase fermo dov’era, pallido come un cencio, a bocca aperta, paralizzato dalla paura.

Ne uscì una seconda e Cracker tirò un urlo prima di nascondersi dietro a Katakuri, immobile come una statua.

Per ultimo uscì un volto coperto di sangue e il ragazzino si lasciò uscire un gemito strozzato prima di riuscire a riconoscere quel volto.

«Brulee!» urlò.

La sorella lo guardò, del sangue finto molto simile a ketchup sul volto, poi si mise a ridere e saltò nella stanza, fuori dal mondo degli specchi. «Ah, fratellino, dovevi vedere la tua faccia!»

«Ehi, non è divertente, stavo morendo di paura!» urlò di rimando Cracker, ora paonazzo.

Si girò poi verso Katakuri ed esclamò: «Tu l’hai aiutata!»

«Era solo uno scherzo, e tu sei stato davvero coraggioso.» rispose Katakuri, mettendogli una mano sulla spalla. Anche se il fratello avrebbe voluto tenergli il muso, si sentì troppo orgoglioso per quelle parole da poterlo fare.

Brulee sorrise e disse: «Concordo, sei stato davvero molto coraggioso, bravo Cracker!»

«Non fatelo più però.»

«No, tranquillo. Non ci cascheresti nemmeno più.» disse la sorella, poi tornò allo specchio, frugò al suo interno e tirò fuori un sacchetto di caramelle.

«Questo è il tuo premio.» disse passandoglielo. Cracker lo prese, contento.

Il resto della serata lo trascorsero mangiando quelle caramelle e scherzando tra di loro, senza più scherzi paurosi.

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