17. Il trio | Kidd, Law e Luffy

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Categoria: What if
Ambientazione: post Wano (lievi spoiler del manga 92)

Kidd era appoggiato al muro della sua cella, gli occhi chiusi mentre ascoltava il silenzio interrotto solo dal suo respiro e da quello di Trafalgar Law, nella cella con lui

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Kidd era appoggiato al muro della sua cella, gli occhi chiusi mentre ascoltava il silenzio interrotto solo dal suo respiro e da quello di Trafalgar Law, nella cella con lui.

Erano stati catturati entrambi qualche giorno prima. Un paio di proiettili di agalmatolite ed era stato semplice prenderli, sebbene Kidd fosse comunque pericoloso se si era a meno di un metro di distanza dai suoi pugni e Law fosse uno spadaccino. Li avevano poi sbattuti lì dentro, costringendoli a movimenti limitati da catene di agalmatolite strette attorno a polsi e caviglie che erano a loro volta collegate insieme da una catena centrale: il risultato era che nessuno dei due poteva tenere le gambe distese e le braccia alzate nello stesso momento, tanto da non riuscire a stare comodi.

Il tutto questo Kidd si sentiva impotente. Avrebbe almeno voluto provare a sfondare la porta a spallate, ma essa era ricoperta da spuntoni lunghi anche una trentina di centimetri, probabilmente di più. Aveva provato il giorno prima a premere il pollice contro uno di quegli spuntoni e gli era rimasto il segno; provare a sfondarla avrebbe fatto dannatamente male e significava sanguinare praticamente a morte. Avevano ancora i buchi dei proiettili in corpo che sanguinavano, meglio non aggravare la situazione; Law aveva già cercato di fermare le emorragie meglio che poteva.

Il rosso sospirò, giocherellando con la catena della manetta rimasta libera per la mancanza del suo braccio sinistro. Era preoccupato della loro sorte, di ciò che avrebbero fatto a lui e Law. Ancora non era successo nulla ed era questo a preoccuparlo: li stavano usando come esche? Non riusciva a capirlo. Non riusciva a capire perché ancora non erano stati almeno torturati.

«Trafalgar?» sussurrò aprendo gli occhi e guardando il suo compagno di cella, disteso sul pavimento contro al muro.

«Sì, Eustass?» fece l'altro con voce roca.

«Non volevo svegliarti.»

«Ero già sveglio.»

«Cosa stanno aspettando di preciso?»

Law rotolò in modo da essere disteso sul fianco, rivolto verso di lui. Piegò le gambe con una smorfia di dolore (il proiettile lo aveva colpito poco sopra al ginocchio, mentre quello di Kidd era accanto al moncherino) e riuscì così ad appoggiare la testa sul palmo della mano. «Di prendere il pesce grosso con le esche.»

«Ossia?»

«Il Cappellaio. Non ce la faranno, però, e se ce la faranno sarà fatica sprecata.»

«Come fai a dirlo? E poi, perché mai dovrebbe venire qua a salvarci? Siamo nemici.»

Law sospirò e disse: «Nei due anni dopo la battaglia per la supremazia mi sono studiato tutti gli eventi legati al Cappellaio. Tutto ciò che ha fatto, è stato in nome dell'amicizia. Ha sconfitto un uomo pesce da venti milioni per la sua navigatrice. Ha battuto Crocodile per la principessa di Alabasta. Ha dichiarato guerra al governo mondiale per Nico Robin. Ha combattuto Gekko Moria per tutti coloro che aveva imprigionato. Si è buttato a capofitto di Impel Down e Marineford per il suo fratello. Ha salvato l'Isola degli Uomini Pesci per la principessa sirena. Ha combattuto Caesar Clown per salvare i bambini, ha affrontato Doflamingo per tutti coloro che ha imprigionato. Di Kaido già sai. Chiunque sia suo amico può contare su di lui e noi rientriamo in questa categoria.»

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