24. Taglio dei Capelli | Perona

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Categoria: Missing moment
Ambientazione: Timeskip

Quel giorno Perona camminava per il castello di Mihawk in presa alla noia

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Quel giorno Perona camminava per il castello di Mihawk in presa alla noia. Zoro era nella sua camera a dormire per riprendersi da nuove ferite che lei stessa gli aveva curato la sera prima, mentre il padrone di casa... Beh, non aveva idea di dove fosse Mihawk.

Poteva essere in cantina a prendere qualche bottiglia di vino (aveva scoperto che lo spadaccino si intendeva di vini anche più di quanto si intendeva di spade, e che la sua cantina era gigantesca e molto ben fornita), così come poteva essere al cimitero ad allenarsi con la spada. Perona neanche credeva avesse bisogno di allenarsi, ma una volta l'aveva tagliata in due in forma di fantasma e lo aveva scoperto a sue spese. E per fortuna non stava usando l'ambizione.

Andare in giro per il castello in forma di fantasma era comodo, ma lì non c'erano pericoli per cui dovesse staccarsi dal suo corpo. All'interno né Mihawk né Zoro sfoderavano le spade, quindi non rischiava di essere tranciata in due.

Quel giorno decise di fare un giro nell'ala del castello del padrone di casa. Teoricamente non poteva andarci, ma aveva già verificato l'efficacia dei suoi fantasmi anche su di lui, quindi non temeva particolarmente la sua furia.

Quell'ala era piuttosto buia, quindi non le sfuggì una luce proveniente da sotto una porta. Si avvicinò e ci poggiò sopra un'orecchio, ascoltando per cogliere eventuali rumori, ma dentro sembrava regnasse il silenzio.

Poi una voce da dentro disse: «Credevo di averti già detto che non eri ammessa nella mia ala privata, Perona. Non abusare della mia ospitalità.»

La donna in risposta spalancò la porta, ricevendo in risposta uno sguardo irritato.

Quella stanza era il bagno di Mihawk e il suo proprietario era davanti allo specchio, addosso solo i soliti pantaloni (Perona aveva scoperto che ne aveva tipo dieci paia uguali, il che era stata una consolazione), il suo pugnale a forma di croce in una mano. L'altra sua spada, quella grande, era appoggiata contro il muro accanto a lui.

Poi Perona lo guardò in faccia e soffocò un grido. «Che disastro stai combinando?!»

Anche lei si era accorta che i suoi capelli erano parecchio lunghi, tanto che alcune ciocche rischiavano di finirgli negli occhi, quindi era normale se li stesse spuntando, ma si era tagliato ciocche a caso ed era uno spettacolo spaventoso.

Non che Mihawk normalmente non facesse paura, ovviamente, ma quello era un insulto al senso estetico.

«Non sono i tuoi capelli, quindi sei pregata di chiudere la porta e tornartene nella tua ala.» rispose lo spadaccino, scocciato.

«Neanche per sogno. Sarò pessima come cuoca e coinquilina, ma sono bravissima a tagliare i capelli alle persone, quindi appoggia quel coltello immediatamente. Faccio io.»

Mihawk fece per tirarglielo addosso, il coltello, ma si fermò vedendo due fantasmi galleggiare alle spalle della loro padrona. Con un cipiglio che prometteva una morte lenta e dolorosa, le consegnò l'arma.

Perona ci mise dieci minuti cronometrati a sistemare il disastro e tagliargli i capelli corti, né troppo da sembrare calvo, né troppo poco da avere ancora ciuffi fastidiosi vaganti. Visto che non venne tagliata in due, intuì che il risultato fosse stato accettato.

«Bene, è un buon lavoro.» ammise infine Mihawk, facendo sorridere la donna.

«Bene. Direi che è il momento di svegliare Zoro e acconciare anche lui. Ho tanti bei fiocchetti per lui!» disse allegra Perona.

«Non con il mio pugnale.»

La donna glielo rese, poi saltellò fuori di lì e si diresse verso l'ala per gli ospiti, dove alloggiavano sia lei che Zoro stesso. Appena la raggiunse quasi sfondò la porta ed esclamò: «Momento taglio capelli per tutti!»

Il giovane per fortuna era già sveglio, perché pure così prese un bell'infarto. Si girò verso di lei ed urlò: «Certo che potresti almeno bussare! E comunque non ho bisogno di tagliare i capelli!»

«Zoro, stai guardando verso il muro. Se almeno alzassi la frangia riusciresti almeno a rivolgerti a me.»

Zoro arrossì imbarazzato e si girò verso di lei, sollevando i capelli abbastanza da vedere lei e i due fantasmi che, sorridenti, si avvicinavano minacciosi a lui.

«No eh, quei cosi non li voglio.»

«Allora ti lascerai spuntare i capelli. Giuro che sono brava, ho appena fatto anche Mihawk e mi ha ringraziato.»

Le sopracciglia di Zoro si sollevarono per la sorpresa. «Non è che lo hai incantato, vero?»

«Non sono un mago, Zoro. Ora siediti su quella sedia e aspettami mentre prendo le forbici.»

Quando tornò, trovò nella stanza anche Mihawk stesso. Cosa ci facesse lì, lei non lo sapeva, né le doveva interessare più di tanto, a dirla tutta.

Ci mise forse cinque minuti a tagliarglieli, altri cinque per fagli la barba senza tagliuzzarlo. Quello forse lo avrebbe potuto fare meglio Mihawk, che le prestò il coltello per raderlo, ma il risultato fu buono.

La donna aveva lasciato solo una ciocca di capelli sul retro della testa. Prese un fiocchetto nero e gli fece una coda, piccola ed elegante.

«Che stai facendo?» chiese infine Zoro.

«Una coda. Se te l'avessi fatta davanti, di certo sarebbe stata più bella, ma i capelli davanti ti intralcerebbero.»

Gli diede poi uno specchio dove rimirarsi. Il giovane si squadrò, poi disse: «Taglialo e sarà perfetto.»

Perona non fece in tempo a muovere un dito. Mihawk dal muro sfoderò la spada e tirò un unico fendente, con cui tagliò il codino con precisione chirurgica. Aveva anche mancato la donna di un paio di centimetri, abbastanza vicino da farla strillare.

«Ma sei impazzito?! Potevi tagliarmi in due!» urlò irritata.

«Se avessi voluto farlo, lo avrei fatto. Ma non vedo perché dovrei, sei brava a trattare i capelli, sarebbe uno spreco inutile. Ora però Zoro deve tornare al suo allenamento, quindi basta chiacchiere.»

La donna osservò i due spadaccini uscire e si ritrovò a sorridere.

Qualcuno lì almeno apprezzava le sue altre capacità.

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