4. Incubo | Usop

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Categoria: What if
Ambientazione: Post Dressrosa

Categoria: What ifAmbientazione: Post Dressrosa

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Usop stava sognando. Almeno, questo era quello che sperava, perché se così non fosse stato allora era in grave pericolo.

Era appena uscito dal porto sotterraneo di Dressrosa, o meglio, era appena stato portato fuori. Era incatenato con le braccia dietro la schiena ed era trasportato da uno dei nemici (Trebol, lo aveva chiamato qualcuno) che possedeva un frutto del diavolo colloso che lo teneva imprigionato.

Mentre quello lo trascinava in giro la sua mente era divisa in due: da una parte si chiedeva che fine avessero fatto i nani, dall'altra stava urlando ininterrottamente (questa era anche la parte delle due che manifestava anche fisicamente).

La seconda parte prevalse nettamente quando Trebol iniziò a condurlo all'ultimo piano della reggia. Furono lassù in un batter d'occhio e Usop vide tutto ciò che mai avrebbe voluto vedere.

Erano tutti lì. Tutti i suoi amici. Catturati, inermi, persino Rufy che Usop aveva visto fare l'impossibile anche da immobilizzato. C'era anche Law con loro, privo di sensi.

C'erano poi gli ufficiali in cerchio attorno a loro e all'altro personaggio rilevante: Donquijote Doflamingo in persona.

Usop sapeva perché era lì. Sapeva di non essere lì in quanto membro della ciurma di Cappello di Paglia, no, era lì perché aveva distrutto dieci anni di controllo serrato su Dressrosa. Perché aveva messo fuori gioco Sugar.

Era il ricercato da cinque stelle e finalmente Doflamingo era riuscito a prenderlo.

Trebol lo buttò a terra esattamente al centro del cerchio, i suoi amici alle spalle e Doflamingo davanti a lui, seduto su un divanetto come se fosse un trono.

Giusto per non starsene lì spalmato per terra, si sedette anche lui a gambe incrociate (così era anche più difficile vedere quanto gli tremavano. Stava per morire e lui era terrorizzato, com'era normale che fosse).

Doflamingo si alzò e lo guardò da dietro gli occhiali da sole mentre diceva: «Oggi molte persone mi hanno fatto infuriare e finalmente ora le ho qua tutte. Sebbene qui ci sia chi ha cercato personalmente di farmi fuori,» e osservò Luffy e Law, «non è per loro che provo più rabbia.»

Si accovacciò davanti a Usop, una pistola in mano che lo puntava. Doveva essere già carica.

«God Usop, tu hai mandato all'aria dieci anni di lungo e faticoso lavoro. Hai fatto svenire uno dei membri della mia famiglia e tutto ciò che desidero ora è ucciderti.» disse con un sorriso sul volto. Il cecchino deglutì e fissò la pistola come se potesse così impedirle di sparare.

Il colpo non partì e continuò così per almeno dieci secondi, poi Usop vide chiaramente il sorriso di Doflamingo allargarsi in una sfumatura sadica.

«Anzi... perché ucciderti per primo quando posso divertirmi un po' con te?»

Quella frase ad Usop non piacque.

Doflamingo appoggiò la pistola a terra, poi fece un cenno a qualcuno alle spalle del cecchino, che si ritrovò con le mani libere. Non ebbe però il tempo di reagire in alcun modo: l'uomo piegò indice e anulare e Usop si ritrovò contro il suo volere ad alzarsi in piedi.

«Cosa...?» fece mentre il suo corpo si chinava a raccogliere l'arma. Quando capì cosa Doflamingo stava per fargli fare cercò di opporsi e sentì delle lacrime scendergli lungo il volto.

«No...» balbettò quando l'arma puntò il suo capitano. Le catene che lo legavano erano di agalmatolite, se avesse fatto fuoco sarebbe morto di sicuro.

«Non voglio. Non voglio. Luffy, io...»

Uno sparo, e Usop si svegliò di soprassalto, il cuore che sembrava volergli uscire dal petto. Un forte senso di nausea lo travolse, così corse fuori dalla camera (cercando comunque di non svegliare gli altri) e si aggrappò alla balaustra della nave, pronto a rimettere ogni cosa fuori bordo.

Lo fece e anche dopo gli ci vollero comunque cinque minuti buoni per calmarsi. Era al sicuro sulla Sunny. Doflamingo era stato sconfitto. Luffy era in camera che dormiva con gli altri. Era stato solo un incubo.

«Ti senti bene, cecchino?»

Usop sobbalzò e si girò. Law (che il cecchino aveva scordato fosse sulla nave con loro) lo stava osservando, seduto sull'erba del ponte della nave. Cercando di apparire sicuro annuì, cosciente di star ancora tremando lievemente,

«Sicuro? Sei pallido come un morto.»

Rivide per un istante la pistola nella sua mano e Luffy che lo guardava. Ricacciando una seconda ondata di nausea balbettò: «È... È solo una tua impressione.»

Sapeva che non gli avrebbe creduto e infatti Law chiese: «Incubi?»

Avrebbe potuto negare, ma era evidente che avrebbe mentito. Fece un cenno affermativo dopo un istante e si sedette contro la balaustra.

«Non è strano averne, abbiamo appena rischiato tutti la vita, del resto.» osservò Law.

«L'ho rischiata tante volte, ma questa è la prima che ho incubi a riguardo. Non so, forse gli altri non mi volevano morto così tanto quanto lui.» fu la risposta ben poco convinta di Usop. Aveva combattuto contro uomini-pesce, scagnozzi di Crocodile, dei elettrici, membri del CP9, zombie e altro ancora, eppure mai aveva avuto incubi. Perché era diverso stavolta?

«Beh, questo te lo posso confermare anche io. L'unica persona che avrà odiato più di te è il sottoscritto, e solo perché sono un traditore che ha tentato di prendere la sua testa.»

Usop osservò Law, che ricambiò lo sguardo. Sembrava tranquillo, tutto considerato. Poi si sentì uno sciocco a lamentarsi di un incubo, quando sapeva che all'uomo che aveva davanti era successo di molto peggio. Non sapeva di preciso cosa era successo nel suo passato e sapeva poco anche di ciò che gli era successo a Dressrosa. Aveva salvato lui e Luffy da Sugar, ma del dopo non sapeva nulla, se non che Doflamingo aveva letteralmente tranciato di netto un braccio a Law (e anche questo lo sapeva solo grazie a Robin).

«Come va il braccio?» trovò il coraggio di chiedere, sperando di non essere indelicato.

«Non so se tornerà a funzionare bene come prima, ma riuscirò ad usarlo di nuovo.» rispose Law osservando il braccio ferito.

Usop annuì e si mise ad osservare il cielo e le stelle, lasciandosi distrarre dal suono delle onde e dall'oscillare della nave. Si riprese solo quando l'altro disse: «Comunque ti dovrei ringraziare. Sei stato bravo ad occuparti di Sugar.»

«Ha fatto tutto da sola, io non ho fatto nulla in pratica, a parte soffrire e prenderle.»

«Forse al primo svenimento, ma mi hanno detto che le hai impedito di trasformare me e Luffy. Quello è merito tuo.»

Per quanto Usop avrebbe voluto ribattere e dire che non era nulla, decise di tenere a freno la lingua. Semplicemente disse: «Perché sei sveglio, comunque? Dovresti dormire.»

«Meglio fare la guardia alla nave.»

«Faccio io, tanto non voglio tornare a dormire. Riposati pure.»

Law lo guardò per diversi secondi prima di annuire. si appoggiò al muro dietro di lui e nel giro di cinque minuti Usop poté sentire il suo respiro regolare. Il cecchino tornò un momento in camera e prese la propria coperta, usandola poi per coprire almeno un po' Law.

Infine si arrampicò fin sulla coffa e lassù rimase, tenendo d'occhio e ammirando l'orizzonte.

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