Xmas Lockdown: Cucina | Zoro e Sanji

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Fanfiction partecipante al Christmas Lockdown, indetto dal Forum FairyPiece-Fanfiction&Images

Day 1: Cucina
Prompt: Cravatta
Dedicata a: _Kalika_

Day 1: CucinaPrompt: CravattaDedicata a: _Kalika_

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Il lockdown aveva portato le persone alla pazzia. Era questo che Zoro aveva capito ascoltando i vari telegiornali, allungato sul divano o seduto scompostamente sulla poltrona.

Dal canto suo, l’uomo non si lamentava affatto. Gli piaceva stare nel suo appartamento a poltrire in pace, e nemmeno essere in appartamento con Sanji lo disturbava più di tanto.

Il biondo passava la maggior parte del tempo in cucina, ovviamente. Faceva il cuoco, il suo ristorante era chiuso, ne stava approfittando per riposarsi anche lui e fare esperimenti culinari. Per ammazzare il tempo Zoro si offriva anche di fare da cavia (non che rischiasse la morte, trattandosi di Sanji).

Quel giorno Zoro era proprio in cucina con Sanji, le gambe allungate su un’altra sedia e il corpo mezzo sdraiato sul tavolo, il braccio piegato e la testa sorretta dalla mano destra. Dal lato opposto del tavolo, Sanji stava preparando una torta misteriosa.

L’uomo dai capelli verdi (tinti perennemente di verde, e poco gli importava se veniva chiamato "Marimo") osservò il suo coinquilino. Persino in casa si vestiva come un cameriere, con pantaloni neri, camicia quel giorno azzurra e cravatta. Non si prendeva la briga di dare una forma ai suoi capelli (a Zoro sembrava insensato curare i vestiti e non i capelli, ma non intendeva metterci becco), ma per il resto sembrava sul posto di lavoro.

Si accorse però di un particolare che, a ben pensarci, rendeva diverso il Sanji sul posto di lavoro dal Sanji in lockdown.

«Non ti avevo mai visto con la cravatta allentata.»

Il biondo sollevò lo sguardo dall’impasto e osservò Zoro. «Cosa?»

«La cravatta. Al lavoro vedo sempre che la stringi, di continuo. Non ti avevo mai visto lasciarla allentata.»

Non era un’accusa, era una semplice osservazione, forse dettata dalla noia.

«Ah, già.» fu ciò che disse Sanji in risposta, osservando la cravatta. L’aveva sì annodata, ma non era affatto soffocante come la teneva al lavoro.

«Beh, non c’è motivo di tenerla stretta a casa.» rispose infine, dando un’occhiata al coinquilino e tornando poi a lavorare l’impasto.

Zoro non seppe come interpretare quella risposta. Non sapeva cosa significava.

Il significato però era esattamente la cosa più ovvia: lì Sanji non aveva nessun tipo di ansia, nessuno stress che lo obbligasse ad essere concentrato. Era nella cucina del suo appartamento, a cucinare una semplice torta, in compagnia del suo coinquilino.

Era tranquillo e rilassato, lì. Ed era al sicuro, per certi versi, visti gli individui che spesso frequentavano il suo ristorante.

Infornò la torta e si girò verso Zoro. «Facciamo una partita a carte prima in attesa di poter assaggiare la torta?»

«Ci sto, e stavolta ti batterò, sopracciglio arrotolato.» lo prese in giro l’uomo recuperando le carte per giocare a Scala 40.

«Questo lo vedremo, marimo.» ribatté Sanji stringendo la cravatta.

Quella sarebbe stata guerra.

Quella sarebbe stata guerra

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Ispirato da questa fanart:

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