45. La Morte | One Piece

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BUONGIORNO
BUON ANNO
NO, NON SONO MORTA
È che non avevo proprio fantasia per scrivere. Davvero, zero idee.
O meglio, magari avevo idee, ma la voglia di mettermi lì a scrivere? Quello proprio zero assoluto.
Però ho prodotto qualcosa, ispirandomi a una foto che forse si è allegata, forse no, e andando poi per la tangente.
Beh, enjoy

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Categoria: ... Non lo so lol
Ambientazione: Ovunque
Spoiler: Accenni di più o meno tutta la storia, più specifici solo fino a Dressrosa

 Non lo so lolAmbientazione: OvunqueSpoiler: Accenni di più o meno tutta la storia, più specifici solo fino a Dressrosa

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La Morte cammina tra gli uomini, invisibile all'occhio comune.

È una unica e universale, ma allo stesso tempo è infinita in numero. Una per ogni uomo che nasce.

La Morte cammina su ogni strada, banchina, nave, e attende.

In un mondo di pirati, Lei lavora. Ha lavorato ad ogni guerra, diventando la mano che impugnava la pistola e la spada, diventando l'arma stessa; ha lavorato ad ogni duello, ogni scontro, ogni incidente, ogni malattia.

Alla Morte piace il suo lavoro, tuttavia lo apprezza maggiormente quando può vedere che esso viene rimandato.

Quando assiste alle imprese della Ciurma di Cappello di Paglia, Le sembra sempre di assistere ad un film di cui Lei è semplice spettatrice. È entrata nella vita di uno solo dei suoi compagni, e si chiede se potrà soddisfare la curiosità di entrarci di nuovo.

Brook - Lei conosce ogni nome, ogni volto - è già stato sua, una volta. Si chiese come sarà alla seconda.

Non presta tanta attenzione allo scheletro, però. Le interessa di più la scia di morte e distruzione che si lasciano dietro, singolarmente e in gruppo.

C'era quando l'isola di Ohara è stata distrutta e ha banchettato sulle sue ceneri.

C'era quando nel regno di Alabasta è scoppiata la guerra e ha goduto di ciò che le ha dato.

C'era quando Enies Lobby è stata rasa al suolo e si è dispiaciuta di non aver potuto godere di un gustoso bottino - un peccato davvero, perché Rob Lucci sa come sfuggirle e Lei diventa sempre più interessata.

C'era quando Marineford è stata distrutta. Non ricordava tanta distruzione e morte da almeno vent'anni prima. Si era sentita euforica.

C'era quando Dressrosa è quasi stata rasa al suolo. Ha dato atto di coraggio a tutti quelli intrappolati da Doflamingo: camminando tra loro, non aveva mai sentito nessuno così attaccato alla vita.

Anche se prima o poi tutti La conosceranno. Lei è inevitabile.

Stare attorno a quella ciurma La intriga, ma non solo per questi motivi - se la sua attrattiva in una ciurma fosse quanta distruzione porta, sarebbe stata ad adsistere Big Mom o Kaido; e già lo fa. Lei però si sente euforica per la morte e la distruzione, non per le lunghe agonie.

Non le piace attendere qualcosa che sa essere suo nell'immediato.

No, la sua attrattiva per quella ciurma stava in tre elementi di quel gruppo variegato.

Il primo, naturalmente, era lo scheletro. Lo aveva già incontrato e lo aveva dovuto lasciar andare per poteri di forza maggiore. Si chiedeva cos'avrebbe provato a prendere la sua vita una seconda volta.

Il secondo era il capitano. Era incredibilmente attratta da lui; quante volte già gli aveva accarezzato una guancia dopo una battaglia che avrebbe dovuto ucciderlo? Lo aveva abbracciato quasi del tutto dopo Marineford, ma non aveva potuto portarlo con sé; il medico che lo stava curando non era un principiante.

Trafalgar Law si faceva chiamare Chirurgo della Morte e Lei un po' lo amava, un po' lo disprezzava. Amava la sua spietatezza, le anime che aveva mietuto lui stesso, come uccidesse senza rimorso facendo leva sul suo potere. Disprezzava però la sua abilità anche nel sottrarre dalla morte, e disprezzava il suo potere perché avrebbe potuto, per sua scelta, conferire la vita eterna.

Nessuno aveva mai usato quel lato del frutto Ope Ope; un po' era curiosa anche Lei, a dirla tutta, ma un immortale avrebbe lasciato un buco nel suo appetito incolmabile.

Il terzo invece era il medico di bordo, Tony Tony Chopper. Alla Morte quella renna umana stava simpatica: Le faceva tenerezza. La intrigava però l'abilità di quella renna: ogni volta che accarezzava un suo compagno, riceveva uno schiaffo sulle mani.

Oltretutto quella renna, che voleva creare una medicina capace di guarire ogni male del mondo - e la Morte riteneva davvero che solo lui potesse farcela a crearla - e che la disprezzava in quanto medico, le parlava.

A volte la supplicava, addirittura. Di solito i medici parlavano con altri medici o con i loro pazienti; lui parlava a Lei.

«Non te li puoi ancora prendere, Morte. Finché ci sono io, tu non puoi prenderteli!»

E una notte, per pochi istanti in cui il battito del suo cuore del medico era cessato, Lei gli aveva risposto.

«Prima o poi verrete tutti da me, piccolo Chopper. Io sono inevitabile

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