Capitolo 94~Risposte

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Paolo era lì, a scrutare la cugina. Anche lei, teneva puntati i suoi occhi su di lui, quelli che prima erano ricolmi di lacrime, ma che ora erano tornati normali.

<<Theresa, credo che tu mi debba delle spiegazioni.>> le domandò Paolo, quando ormai il campo si svuotò.

I ragazzi dell'Inazuma Japan e Martina erano corsi allo stadio, dove i loro amici stavano per disputare la partita contro l'Argentina; la squadra di mister D era scomparsa, e con lei anche l'allenatore; i suoi compagni di squadra, stanchi, erano ormai nelle loro stanze a riposare.

Paolo ne aveva approfittato di quel momento, dove lui e Theresa potevano avere un po' di privacy.

<<Paolo, questo non era altro che un modo per mettere alla prova la vostra squadra. Complimenti, ci siete riusciti alla grande.>> sorrise.

<<Se ci siamo riusciti, è solo grazie a Martina e suo fratello, Jude Sharp. Non è stato di certo merito nostro.>>

<<Ma anche voi vi siete comportati bene in campo, bravi.>>

<<Ther, ascoltami, perché lavori con quell'uomo?>>

<<Come mai me lo chiedi? È un ottimo allenatore, grazie a lui potrete vincere il FFI.>>

<<Potrà anche essere un bravo allenatore, ma ha fatto delle cose orrende in passato!>>

<<Del tipo?>>

<<Del tipo?>> ripetè Paolo, stupito. <<Ther, ha fatto soffrire molte persone, e ne ha uccise molte altre. E una di queste è proprio tuo fratello, Jack.>>

<<Ed è proprio qui che ti sbagli.>>

<<Cosa?>> spalancò gli occhi.

<<Non è stato lui ad uccidere Jack; pensiamo che la stessa persona ad avere ucciso Marco, sia la stessa che ha ucciso Jack. Lavoro con lui da tanto, ormai, posso fidarmi.>>

Paolo non sapeva cosa risponderle. Dai racconti di Martina e gli altri, quell'uomo non le sembrava per niente una brava persona. Eppure, Theresa, sembrava sincera.
Era sicura di ciò che stava dicendo.

Ma una cosa sapeva Paolo, che anche se lui fosse facile da convincere, non si poteva dire lo stesso per Martina.

<<Sai che sarà dura da spiegare a Marti?>>

Gli occhi di Theresa divennero lucidi, come le succedeva ogni volta che sentiva parlare della ragazza.

<<Si. Spero solo di riuscire a convincerla, prima o poi.>> disse con tristezza.

Calò il silenzio tra di loro. Nessuna sapeva cosa dire. Paolo sentì imbarazzo, nel non riuscire a trovare parole adatte per rallegrare la cugina.

A spezzare quel silenzio, fu proprio Theresa. Ora, aveva stampato sul viso un sorriso dolce e malinconico. I suoi occhi guardavano un punto indefinito del campo da calcio, come se stesse ricordando un momento avvenuto lì.

<<Però, è stato bello vederla. È cresciuta tanto, ed è diventata un'ottima calciatrice.>> proferì.

<<È vero. Sono a dir poco impressionanti le sue abilità.>>

Nel frattempo.

Martina e i suoi amici, avevano perso il traghetto che li avrebbe portati puntuali alla partita. Non sarebbero riusciti più ad arrivare in tempo, per poter far giocare i quattro ragazzi insieme alla squadra.

Il loro molare era a terra, specialmente a quello di Mark. Non riusciva proprio a stare sereno e tranquillo, con i ragazzi che stavano disputando una partita così importante senza di lui, senza il capitano.

Inazuma Eleven: La ragazza di GhiaccioWhere stories live. Discover now