Capitolo 106~La Villa di Zoolan

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L'uomo era concentrato a digitare vari tasti su una macchina, collegata tramite dei fili a dei grossi tubi con all'interno un liquido verde. Martina era lì da giorni, ad osservare ogni singolo movimento che faceva l'uomo con i suoi assistenti.

Aveva perso la cognizione di tempo e spazio. I giorni provava a contarli sulle dita delle mani: quello doveva essere il quarto. Ma sullo spazio non sapeva nulla. Ricordò gli avvenimenti del giorno del rapimento.

Minion la portò in una grossa auto nera, quando si accomodò dietro, un'aria bianca e tossica invase il luogo, facendo dormire profondamente Martina. Si svegliò direttamente seduta in quella stanza dove si trovava ora. Zoolan non lo aveva mai incontrato, e ne fu grata. Quell'uomo le incuteva timore solo al pensiero.

Il suo corpo era completamente immobilizzato da dei lacci che la tenevano ben stretta a quella sedia. Minion, passava gran parte delle sue giornate vicino a quella macchina. Più volte, Martina aveva provato a chiedere cosa stesse facendo, ma non ebbe la risposta. L'unica cosa che sapeva, era che con quella macchina modificava qualcosa dell'interno dei contenitori. Quel liquido diventava sempre più gassoso, con il passare dei giorni.

Improvvisamente, mentre Martina pensava a come potessero stare i suoi amici e Axel, un allarme stonò le sue orecchie. Quella sirena invase tutto il luogo dove si trovava la ragazza. Minion si voltò di scatto, con fare abbastanza preoccupato. Prese il telefono in mano e fece una chiamata.

<<Avinash, che sta succedendo?>> domandò. Passò qualche istante di silenzio, in cui Minion ascoltava attentamente ciò che gli stava dicendo.

<<Cosa? Dei giapponesi sono entrati? Com'è possibile?!>>

Martina alzò leggermente il capo. Forse, qualcuno era venuta a salvarla. Si sentì felice e intenzionata a fare qualcosa per aiutarli. Provò a liberarsi di quei numerosi elastici, ma erano impossibili da levare. Minion, sentendo dei rumori insoliti, si girò verso la ragazza, osservandola con un ghigno.

<<Avinash, tu e gli altri vi occuperete di loro. Io devo stare attento alla signorina Snow. Risolvete velocemente la questione, altrimenti il capo sarà costretto a punirvi.>>

Attaccò la chiamata e si avvicinò a Martina, minacciosamente.

<<Cerchi di liberarti? Sarà impossibile mia cara. Queste corde sono indistruttibili.>> le disse.

<<E secondo te lascerò che mi teniate legata per sempre?!>> rispose, sfidandolo.

L'uomo avvicinò il suo volto a quello di Martina, guardandola ancora con quel ghigno.

<<Per nulla al mondo, lasceremo che qualcuno ti porti via. Tu sei il nostro gioiellino, cara Martina Snow.>>

Martina strinse forte i denti, pensando velocemente a un modo per evadere da lì, ma era alquanto impossibile. Purtroppo per lei, Minion aveva ragione: non sarebbe riuscita a scappare. Poi, le venne un'idea, doveva solo trovare il momento giusto.

Minion si allontanò, dirigendosi verso un bancone. Tornò con una benda tra le mani.

<<Sono precauzioni che dobbiamo prendere.>> spiegò mentre l'avvicinò alla bocca di Martina.

Era il momento.
Martina addentò la mano di Minion, che si accasciò dal dolore. Mentre l'uomo era troppo occupa-to ad imprecare e verificare le condizioni della sua mano, Martina diede via alla sua super tecnica: 'Dribbling Sul Ghiaccio'.

Appoggiò la mano sul lettino e da lì uscirono i suoi classici stalagmiti di ghiaccio, che ruppero i lacci che la tenevano legata. Si alzò di scatto, con Minion che provava a fermarla.

Inazuma Eleven: La ragazza di GhiaccioWhere stories live. Discover now