--- CAPITOLO LXIII ---

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D E E P W E B

C A P I T O L O L X I I I





Da quando Yoongi aveva smesso di tornare a casa, e una volta comunicatogli tutto ciò che era successo da Jungkook che il giorno successivo si era letteralmente precipitato nell'appartamento in cui ancora si trovava in attesa, Hoseok aveva riflettuto a lungo in merito a come si sarebbe dovuto comportare e soprattutto, cosa avrebbe dovuto dire. Si era rifiutato di concedersi, mentre lo faceva, qualsiasi tipo di svago, rifiutandosi addirittura di rispondere alle telefonate che Jimin ripetutamente gli aveva lasciato sul cellulare. Se ne era stato per la maggior parte del tempo sdraiato sul letto a fissare il soffitto mentre ripercorreva a poco a poco, tutto quello che era accaduto nella sua vita da quando aveva conosciuto Yoongi, e soprattutto cos'era successo nella vita dell'altro quando aveva conosciuto lui. Sapeva che sarebbe stato convocato anche lui per essere interrogato ed ora come ora, ormai giunto alla perfetta versione e al più azzeccato, sentiva, modo di presentarsi, quasi non vedeva l'ora che quel momento arrivasse. La telefonata che avrebbe dovuto prepararlo a quel giorno, gli fu fatta da Seokjin la sera precedente, mentre quella stessa mattina, dopo essersi svegliato di buon ora, con risolutezza e pacata calma si era preparato ed incamminato presso la stazione di polizia che sapeva, oltre ad accogliere lui, stava accogliendo anche Yoongi. In silenzio, seppur dopo aver già iniziato a recitare il copione che si era figurato nei minimi dettagli, si lasciò condurre da un'agente dall'aria stanca all'interno del cubicolo, che sarebbe dovuta essere una stanza ma che sembrava tutto al di fuori di quello, all'interno del quale sapeva sarebbe stato interrogato. Si sedette sulla sediolina e cercò allo stesso tempo di starsene tranquillo su di essa fino a quando il primo investigatore non si sarebbe deciso ad entrare, dandogli così modo di poter spiegare anche la sua di versione dei fatti.

Quando sentì tuttavia, probabilmente poco più di dieci minuti dopo, un rumore provenire dalla porta prima che questa definitivamente s'aprisse rivelando la figura di un uomo che secondo Hoseok, era addirittura troppo vecchio per essere ancora coinvolto in un lavoro così mobilitante e stacanovista, sollevò la testa verso la sua fonte per assistere il nuovo arrivato con lo sguardo fino a quando quest'ultimo non fu seduto di fronte a lui. ― Jung Hoseok, giusto?! ― Domandò cortese il vecchio uomo, con aria affabile e tono cordiale. A quella domanda, il diretto interessato rispose soltanto con un leggero cenno della testa ed un sorriso che fu poi seguito da una nuova battuta da parte dell'altro. ― Mi rincresce davvero averti fatto scomodare portandoti in un luogo così angusto ma sono stato costretto a farlo perché purtroppo, mi è davvero necessario sapere, direttamente da te, qualcosa in merito al rapporto che ti lega con l'hacker che ha lavorato al tuo caso di stalking. ― Sembrò quasi arrossire mentre diceva quelle parole, o forse fu solo lo sguardo acceso e concentrato di Hoseok a metterlo in una posizione di disagio, poco prima che quest'ultimo iniziasse davvero a spiegare non solo le sue ragioni ma anche a chiarire in modo drasticamente schietto ed esplicito cosa pensava a proposito del trattamento riservato a Yoongi. ― Ci sono davvero troppi hacker coinvolti in questa storia, ne spuntano di nuovi ogni volta. ― Partì, schierando sul suo viso, libero e glorioso, il più grande e sfacciato sorriso che avesse mai potuto riservare a qualcuno ― Per cui, mi faccia comprendere bene ciò che vuole sapere, si riferisce a Jungkook oppure a Yoongi, il mio fidanzato? ― E dal modo in cui rimarcò lo status del secondo, persino agli occhi dell'ispettore fu semplice comprendere il fatto che Hoseok ci tenesse particolarmente a definire quel punto che poi, stava alla base persino del motivo per cui era stato convocato lì.

𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora