--- CAPITOLO XVI ---

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D E E P  W E B

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D E E P  W E B

C A P I T O L O  X V I









Dopo essersi sgranchito le gambe e il collo che a tratti doleva a causa della prolungata assunzione di una posizione oltremodo scomoda, Yoongi finalmente decise di versare all'interno di un bicchierino di carta tinto con colori tenui ma con scuri ghirigori, il contenuto di una porzione di caffè, direttamente dal termos che si era portato da casa. Si rimise nuovamente seduto sulla sedia, poi con la mano vicina al mouse, mosse l'oggetto che stretto nella sua seppur leggera morsa pareva ancora più piccolo, per permettere al suo computer di riavviarsi. Dopo pochi secondi, la chat che stava visionando apparve nuovamente davanti ai suoi occhi, con il messaggio dello sconosciuto, ancora a fare capolino al termine della conversazione. Hoseok pareva non aver visualizzato il messaggio nonostante fosse stato attivo sull'applicazione fino a pochi minuti prima ma con un mezzo sorriso, Yoongi impiegò poco tempo a riflettere sul fatto che se fosse stato lui a trovarsi in quella posizione e non quel ragazzo, ovviamente anche lui avrebbe semplicemente ignorato il messaggio di un uomo senza volto mentre quest'ultimo sembrava essere nel pieno di uno dei suoi frequenti deliri di onnipotenza. Si portò il bicchierino alle labbra, prima di bere l'ultimo sorso di caffè in esso contenuto mentre ancora fissava con sguardo semi vago la conversazione che sembrava non volersi muovere dal punto morto in cui si era fossilizzata. Improvvisamente gli venne in mente di ruotare la sedia fino a far in modo che questa si piazzasse proprio lungo la linea in cui si trovava il piccolo cestino per la pattumiera – abbandonato lì, in un remoto angolo accanto agli scaffali sopra cui erano poggiati i numerosi gadget che Seokjin gli aveva messo a disposizione – e con soli pochi metri a dividerlo dall'oggetto divenuto ancor più improvvisamente di suo interesse, era quasi sul punto di lanciare da quella posizione il bicchierino vuoto che stringeva nelle mani, ovviamente nella speranza che i numerosi anni passati senza più stringere un pallone di gomma non avessero annichilito le sue capacità fino a impedirgli di fare canestro. Un solo istante prima di effettuare il lancio, però, un suono proveniente da oltre la porta lo costrinse a voltarsi, dopo un sonoro e per nulla celato sbuffo, verso uno dei monitor e quando distinse l'ormai più o meno familiare figura di Jungkook stare ferma davanti alla porta in attesa di entrare, avvicinò la mano alla serie di pulsanti posti sotto alla scrivania, per poi pigiare direttamente su quello che avrebbe fatto scattare la porta, prima di alzarsi ufficialmente per riporre il bicchiere nel fantomatico cestino. Quando anche l'altro ragazzo finì col trovarsi anch'esso all'interno della stanza, Yoongi si focalizzò per qualche secondo sulla figura di quest'ultimo: i suoi lineamenti, a tratti anche il suo vestiario, il suo andamento o più in generale quest'ultimo nella sua globalità, pareva essere un bel po' più giovane di Yoongi, seppure l'hacker in quel momento, non riusciva a capire esattamente di quanto lo fosse. Per qualche secondo la sua mente era stata attraversata dall'idea che quel ragazzo potesse essere addirittura minorenne ma lo escluse quasi automaticamente, non appena il pensiero del lavoro che avrebbe svolto e, con ancor più precisione, da chi gli aveva permesso di mettere piede lì dentro, si affacciò nella sua testa.

𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora