--- CAPITOLO I ---

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D E E P  W E B

C A P I T O L O  I





Un paio di fogli, a causa del vento, scivolarono via dalla scrivania di vetro per fermare il loro svolazzare solo dopo aver incontrato il pavimento di una camera da letto. Un ragazzo aveva osservato la scena mentre tranquillo, sedeva su un letto coperto da una trapunta verde mela. La mente e i pensieri che questa produceva, viaggiavano lontani, dove sapeva che mai nessuno avrebbe potuto raggiungerli. Alcuni rumori leggeri, aleggiarono intorno al giovane ridestandolo. Il monitor di un pc massimizzato da lui stesso, teneva ancorato a sé un foglio che non era riuscito a raggiungere quelli caduti in precedenza.

Un sospiro fuoriuscì dalle sue labbra quando starsene seduto a letto a fissare il vuoto, divenne semplicemente troppo noioso per lui e come se le sue ossa fossero state sbriciolate dal peso di una lunga giornata, lentamente si avvicinò alla sedia in pelle nera posta davanti alla scrivania. Allungò la mano destra per premere un dito massiccio ma lungo contro il pulsante d'accensione e dopo meno di un secondo, l'oggetto in questione prese ad illuminarsi ai lati con delle strisce di un blu intenso come per segnalare l'avvenuta acquisizione del comando mandato dal ragazzo che nel frattempo, non aveva spostato gli occhi dal monitor parzialmente coperto da un foglio su cui vertevano numerosi appunti. Con una presa leggera ma ferma allontanò il foglio in questione per dare la possibilità ai suoi occhi di scorrere meglio su di esso per poterne leggere, seppur distrattamente, il contenuto prima di lasciarlo cadere nuovamente sulla base di vetro della sua scrivania.

Non seppe dire per quanto tempo, precisamente, si era intrattenuto su siti futili solo per leggere gli ancor più futili commenti derivanti da persone che talvolta Yoongi cercava anche di immaginarsi per divertimento. Alcuni li immaginava come esseri stolti dalla nascita, altri probabilmente, forse si affidavano semplicemente ad una doppia personalità che desse loro modo di liberare gli attriti e le delusioni della vita reale: una persona le cui azioni rispecchiavano più ciò che si desiderava essere, piuttosto che quello che si era veramente. Se avesse voluto, il ragazzo avrebbe potuto godere della facoltà di scegliere almeno quattro modi differenti per togliersi quella curiosità e per vedere chi si celasse davvero sotto alcune sentenze scritte sotto un retrogusto di cattiveria e scherno. Avrebbe anche potuto guadagnarci qualche risata e qualche momento di puro e sadico spasso ma ormai, era un po' troppo tardi anche per fare quello. Dopo aver abbassato gli occhi sulla parte in basso a destra del monitor per avere una cognizione del tempo che era passato, si rese conto che non aveva tempo per giocare e con uno sbuffo leggero, decise di sollevarsi dalla sedia lasciando l'apparecchio ancora acceso - libero di mostrare le finestre su cui si era intrattenuto – dietro le sue spalle ampie.

Aveva poco più di venti minuti per indossare dei vestiti che gli avrebbero dato la possibilità di poter mettere il naso fuori di casa senza guadagnarsi qualche occhiataccia da parte di alcuni vicini troppo annoiati dalla propria vita, e dopo aver indugiato qualche secondo davanti all'armadio grattandosi svogliatamente un angolo del ventre da sotto la maglietta sgualcita, decise di optare per un paio di jeans neri massacrati da troppi strappi lungo le gambe e le ginocchia e una camicia piuttosto aderente del medesimo colore. Un cappello con la visiera avrebbe coperto la sua mancata voglia di perdere troppo tempo ad aggiustare alcuni ciuffi che, mossi un po' troppo spesso, avevano rifiutato di piegarsi quando il moro aveva passato una mano su di loro. Osservò il suo riflesso con le sopracciglia corrucciate per qualche secondo, prima di dirigersi verso l'uscita del piccolo appartamento attraversando a grandi falcate il disimpegno che collegava quasi l'intera abitazione.

𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora