--- CAPITOLO XIV ---

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D E E P  W E B

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D E E P  W E B

C A P I T O L O  X I V









Seokjin percorse a ritroso tutta la strada che aveva oltrepassato per giungere fino allo studio dell'hacker e quando si ritrovò alla fine del percorso, nuovamente dinnanzi alla porta spessa del suo di ufficio, senza indugiare così come aveva fatto quella mattina, per interminabili istanti, poggiò immediatamente la mano sulla maniglia per aprire la porta d'ingresso. Diverse erano le sensazioni che nutriva, almeno rispetto ad un paio di ore precedenti, e diverso era anche il modo in cui vedeva, attualmente, quei due ragazzi, mentre per la seconda volta, subito dopo essere entrato, li aveva beccati a parlottare tra di loro. Hoseok sembrava agli occhi del biondo incredibilmente più a proprio agio; si sforzava di sorridere alle battute a tratti mirate a stuzzicare, smorzando la tensione, dell'amico mentre cercava allo stesso tempo di muovere una mano contro i suoi capelli con il fine di sistemarli meglio. Le mani del ragazzo dai capelli rosati erano ancora percorse da un visibile tremolio che attestava, in qualche modo, ancora un briciolo di nervosismo ma con un mezzo sorriso, Seokjin si ritrovò ad essere felice della consapevolezza che con tutta probabilità, quei due ragazzi sarebbero finiti col spalleggiarsi a vicenda, seppur in modo completamente diverso l'uno dall'altro. Gli bastava guardarli, in effetti, per vedere quanto quei due fossero diversi: il ragazzo di nome Jimin appariva molto più deciso, a tratti quasi sfacciato, rispetto ad Hoseok che, al contrario del primo, sembrava almeno all'apparenza, mostrare il tipico comportamento che solitamente mettevano in atto le vittime la cui privacy era stata violata in modo così profondo. Per la mente del biondo, passò anche l'idea di chiedere ai due ragazzi se avessero intenzione di farsi ascoltare da qualcuno che magari avrebbe potuto aiutarli a gestire meglio quella situazione, ma dopo aver scosso le spalle, si limitò a pensare che probabilmente sarebbe stato più saggio intavolare quel discorso con calma e soprattutto con cautela, dal momento che non poteva sapere quali sarebbero potute essere le reazioni dei due ragazzi ad un simile consiglio. Il primo ad accorgersi della sua presenza, favorito anche dalla posizione in cui esso era seduto, fu Hoseok, che dopo aver allontanato per qualche secondo lo sguardo dalle iridi scure dell'amico che invece, dava le spalle al maggiore, si ritrovò distrattamente a puntarli sulla figura alta e slanciata di Seokjin mentre questo, in silenzio e assorto nei suoi pensieri fino a qualche istante prima, se ne stava fermo davanti alla porta.

-Ti ho riportato il cellulare, perdonami se ci ho impiegato più del previsto.- Disse con voce scombussolata, quasi come se si fosse scoperto improvvisamente a disagio per qualcosa. Strinse maggiormente il cellulare subito dopo averlo agitato un paio di volte a mezz'aria per assicurarsi che l'oggetto entrasse nel campo visivo del rosato, poi con un sorriso insolitamente timido ad abbellirgli il viso già di per sé tremendamente vicino alla perfezione, prima di chiudere la porta alle sue spalle per poi dirigersi verso la sedia posta dietro alla sua scrivania. Quando fu nuovamente seduto sulla sedia imbottita e foderata di pelle nera, con la scrivania a distanziarlo dalle figure dei due ragazzi, si sentì nuovamente a proprio agio; nel posto giusto, ad osservare i due dalla giusta visuale. –Tieni.- Sussurrò subito dopo, porgendo il cellulare al ragazzo che di rimando, dopo qualche secondo di esitazione dovuta a qualcosa che certamente Seokjin ignorava, si sporse oltre la superficie di legno per agguantare il proprio cellulare con le dita sottili ed eleganti.

𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora