--- CAPITOLO LIV ---

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D E E P W E B

C A P I T O L O L I V





Qualche giorno addietro, serio com'era stato solito essere in modo particolare negli ultimi tempi, Seokjin aveva comunicato di voler tentare quella che lui stesso aveva definito un'indagine alla vecchia maniera, perpetrata quindi in onore dei più obsoleti insegnamenti, con lo scopo di assentarsi per un giorno assieme ai suoi uomini e soprattutto, senza creare il benché minimo dubbio in coloro che lo ascoltavano. Non fu propriamente chiaro a nessuno il concetto espresso da Seokjin, neanche a Yoongi che stralunato aveva ascoltato il suo discorso nel tentativo di riuscire a comprendere il messaggio nascosto tra le righe, e quando fu palese persino alla sua tenacia il fatto che avrebbe continuato a non capirci nulla pur impegnandosi profondamente, aveva voltato lo sguardo verso Namjoon speranzoso di riuscire a comprendere almeno attraverso gli occhi di quest'ultimo, a cosa il maggiore del team stesse realmente puntando. Con contrariazione aveva atteso in dubbio per l'intera giornata; esattamente fino a quando Seokjin ― pieno di altezzosità per nulla celata ― non aveva deciso arbitrariamente di presentarsi dinnanzi alla porta dello studio che ospitava lui stesso e Jungkook per offrirsi di accompagnare entrambi a casa. A dispetto dei precedenti segnali ricevuti, quello fu semplice da cogliere per Yoongi che, dopo aver scrutato l'ora attraverso lo schermo del suo computer, aveva spento la macchina prima di sollevarsi velocemente ― e con non poca impazienza ― dalla sedia, raccattando quel poco che si era premurato di portarsi da casa. Quando furono all'atrio, Yoongi aveva osservato Namjoon starsene fermo davanti alla porta di uscita solo per unirsi a loro quando gli furono abbastanza vicini da permetterglielo. Nessuno aveva detto nulla e Yoongi aveva fatto altrettanto fino a quando, giunti ormai all'interno della macchina, Seokjin, finalmente, non aveva deciso di prodigarsi nella spiegazione che ormai tutti, ansiosi, stavano attendendo.

Ritrovatosi a casa in quello che sarebbe dovuto essere un comunissimo giorno di lavoro, Yoongi stava ancora meditando su quelle parole attendendo con trepidazione una risposta da parte del maggiore, o ancora meglio una chiamata, volta a spiegargli l'esito della ricerca mentre allo stesso tempo indagava per la risoluzione dei suoi dubbi e di quelli comunicatigli dagli altri membri del team. Si passò distrattamente una mano tra i capelli per rimettere inconsciamente in riga alcune ciocche che gli erano cadute davanti agli occhi, prima di puntellare per l'ennesima volta, lo sguardo neanche troppo sbigottito verso il monitor del suo computer. Come aveva immaginato, la nuova versione del sito che lui stesso aveva chiuso e attraverso il quale aveva trovato Hoseok non solo era stata già creata, ma vantava anche un archivio di file esteso al punto da fargli accapponare la pelle. Nel corso della ricerca, con rammarico, aveva scoperto che oltre ad esso ve ne erano molti altri e che attraverso di questi, fosse continuamente in atto uno scambio di materiale che con tutta probabilità, gli amministratori stessi o gli utenti si passavano senza troppi indugi o gelosie di qualsiasi tipo. Aveva scoperto dell'esistenza di video che utilizzati come dei veri e propri pionieri, venivano continuamente proposti in siti di quel genere per attrarre clientela interessata e disposta a sborsare cifre esorbitanti, pur di mettere gli occhi su qualcosa che Yoongi non era neanche curioso di vedere: per certi versi, era addirittura spaventato dall'idea di scontrarsi con quelli che sarebbero potuti essere i desideri di chissà quante persone al mondo. Non era mai stato il tipo che preferiva vivere nell'ignoranza pur di non apprendere una scomoda verità, al contrario, era sempre stato in qualche modo attratto dalle persone, da ciò che esse celavano e con ancora maggior riguardo, dal significato che una certa propensione poteva nascondere all'interno di sé stessa. Ma tutto ciò, per sua medesima comprensione, presentava anche un briciolo di intrinseca, seppur involontaria, ipocrisia dal momento che, per quanto gli fosse incredibilmente gradito studiare ciò che stava dietro ai ragionamenti e alle azioni degli altri, con la stessa intensità detestava quando quel comportamento veniva applicato nei confronti di sé stesso. Un'ultima ragione, infine, dietro al motivo per cui ancora non aveva deciso di accedere a qualche file contenuto in uno qualunque di quei siti, consisteva nel terrore di trovarne qualcuno su Hoseok, reduce ormai di essere stato già venduto a chissà quante persone dal momento che la probabilità che anche solo uno di quei siti non fosse stato creato da un affiliato a quello chiuso in precedenza, non poteva essere smentita così come non poteva neanche essere confermata. Nonostante tutto, era sicuro che non sarebbe riuscito a gestire un evento di quella portata con la stessa freddezza e lucidità con cui lo aveva fatto la volta precedente dal momento che tutti i presupposti sulla quale quel comportamento si era saldamente eretto, erano crollati da un bel pezzo e nasconderlo ad Hoseok ― qualora realmente ne avesse trovato uno ― per quanto ragguardevole verso la sua sensibilità, allo stesso tempo, avrebbe occultato a quest'ultimo informazioni sulla sua persona che magari questo avrebbe voluto conoscere, per quanto incredibilmente sconvenienti, oltre che motivo di più che probabile e comprensibile imbarazzo. Yoongi avrebbe voluto difenderlo, egoisticamente, dall'apprendimento di simili notizie, qualora ci fossero state, ma allo stesso tempo era ben consapevole del fatto di non poter in alcun modo prendere simili decisioni al posto, o peggio ancora alle spalle, del minore, offuscato dalla rigorosa idea di volerlo proteggere da una violenza che sapeva gli avrebbe arrecato un'incredibile dolore.

𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora