--- CAPITOLO VI ---

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D E E P  W E B

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D E E P  W E B

C A P I T O L O  V I











Per quanto fosse stato in un primo momento incuriosito dalla figura di Namjoon, attualmente il moro si ritrovava a ruotare gli occhi in ogni direzione parzialmente annoiato dalle numerose parole che, senza sosta, continuavano ad uscire dalla bocca dell'altro. Yoongi aveva scoperto attraverso quella conversazione montata principalmente su domande e risposte che lui e l'invadente ragazzo avevano qualche interesse in comune, la stessa età, e che il ragazzo con le fossette fosse in qualche modo affascinato dalla tecnologia per quanto ne capisse poco in materia. Al moro il ragazzo non stava antipatico, pensava solo che parlasse troppo per quelli che erano i suoi gusti. Subito dopo essersi messo comodo su una sediolina pieghevole trovata in un angolo dello studio, poco più di venti minuti prima, il ragazzo aveva osservato Yoongi mentre iniziava a mangiare il suo pasto in totale silenzio. Namjoon nel frattempo aveva rivolto numerose occhiate ai diversi monitor sistemati proprio davanti alla figura del moro e al fascicolo che il ragazzo aveva spostato un po' più a destra per poter mangiare in tranquillità ed escludendo allo stesso tempo, che tracce del suo cibo finissero sui fogli candidi macchiati solo dalle lettere stampate in nero impresse su di essi. Era abbastanza curioso del lavoro che svolgeva l'altro, in verità, aveva sentito parlare di hacker solo qualche volta e prima di sapere dell'esistenza di Yoongi, era convinto che queste figure incarnassero dei criminali alternativi a quelli che aveva conosciuto con i suoi studi e con il suo lavoro; qualcuno che facesse crimini in un mondo quasi parallelo a quello reale. Era stato Seokjin a parlargli molti mesi addietro della necessità di aggiungere quelle figure all'interno del loro team ma Namjoon avrebbe mentito se avesse detto di aver approvato quella scelta fin dall'inizio. Era fermamente convinto che rendere partecipe del loro lavoro qualcuno di così tanto ambiguo avrebbe potuto mettere a rischio tutto ciò per cui si impegnavano ogni giorno; qualcuno che magari per soldi, sarebbe stato capace di vendere le loro informazioni mettendo a repentaglio la vita di molte persone senza alcuna remora. Nessuno di loro infatti, a parte i tecnici e gli ingegneri informatici che conosceva e che lavoravano con loro da anni, sarebbe mai stato in grado di capire in tempo se una simile evenienza stava accadendo oppure no e l'idea di mettere tutti i loro sforzi nelle mani di qualcuno che avrebbe potuto disporre di quelle informazioni come meglio preferiva bastava a metterlo in uno stato di preoccupazione. A Namjoon rischiare non piaceva così come sembrava piacere al suo superiore Seokjin ma nonostante le sue preoccupazioni, aveva deciso di fidarsi di quest'ultimo seguendo quelle che erano le sue decisioni anche in segno di commemorazione dell'estremo rispetto che provava nei suoi riguardi.

Un mese prima Seokjin gli aveva comunicato di aver finalmente trovato l'hacker che pareva fare al loro caso e di essere intenzionato a convincerlo ad entrare nel loro team a qualsiasi costo. Sollevò lo sguardo dai documenti che aveva fissato per tutto quel tempo solo per osservare la figura dell'hacker tanto desiderato dal suo superiore, starsene seduto accanto a lui mentre si portava una patatina fritta fra le labbra. Avrebbe voluto riempire l'hacker di altre domande ancora ma si era reso conto che al ragazzo l'idea di parlare o di intrattenere una conversazione con qualcuno più o meno lunga non lo allettava poi così tanto. Si sorprese però, quando dopo un po' il ragazzo ruppe per primo il silenzio ansiogeno che si era creato tra di loro.

𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora