--- CAPITOLO XLVIII ---

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D E E P W E B

C A P I T O L O X L V I I I





Hoseok iniziava a mancargli e l'hacker rimuginò a proposito di quell'aspetto più volte dopo essersi allontanato dalla stazione di polizia presso la quale si era recato per ritirare le dichiarazioni fatte dal suo ex compagno e soprattutto ex amico. Si era dimostrato ― come però d'altronde avrebbe già dovuto immaginare, conoscendo un po' il suo carattere ― altezzoso e superbo durante tutto l'interrogatorio, rifiutandosi anche di fornire qualsiasi tipo d'informazione riguardante un qualcosa che lui stesso aveva definito sotto l'appellativo di organizzazione. A parte quello, era stato molto attento a non lasciarsi sfuggire più nulla, optando quindi per la messa a parte della sua audacia, in favore di un ben più sicuro silenzio. Yoongi pensava che se avesse avuto la possibilità di parlare con lui, forse sarebbe riuscito a cavargli qualche informazione in più ma data l'impossibilità formale della sua aspettativa, decise di attendere la fine del processo per porgergli una visita quando questo si sarebbe trovato in carcere. Lo trovava in qualche modo ironico, soprattutto quando si soffermava a riflettere sulla consapevolezza di non aver mai visto arrivare in sua direzione qualcuno dei suoi vecchi compagni, nel momento in cui era stato lui quello che riversava in tale condizione. Per quanto, di natura, incline all'ira e soprattutto alla vendetta, tuttavia, l'hacker non impiegò molto prima di riuscire a spostare la sua attenzione verso lidi più sereni ed ecco che prima ancora di giungere a metà strada, il viso assonnato e stordito di Hoseok quella mattina, già figurava nella sua testa occupandone gran parte dei pensieri. Sorrise senza accorgersene, in particolar modo quando ne ricordò i capelli scomposti e gli occhi ancora semichiusi mentre a stento cercava di girarsi, rintanando poi la testa sotto al cuscino, nel tentativo di ripararsi dalla luce precedentemente accesa dallo stesso Yoongi prima di prepararsi. Hoseok era adorabile e l'hacker quasi non riusciva a credere di essere stato così restìo verso l'idea di accettare i suoi sentimenti. Da quando aveva iniziato una relazione con lui, Yoongi si sentiva diverso: più slegato dalla solitudine che lui stesso si era autoinflitto e allo stesso tempo, ancora più volenteroso di rintanarsi all'interno della sua abitazione ma questa volta solo perché sapeva di trovarci qualcuno ad aspettarlo.

I suoi pensieri però, trovarono una battuta d'arresto quando comprese di essere ormai arrivato dinnanzi alla sala riunioni e che questa, probabilmente e a causa dell'ora, fosse già quasi piena. Senza indugiare oltre, batté le nocche contro la superficie della porta prima di entrare quando un sonoro "entra" giunse alle sue orecchie. Quando l'enorme tavolo rettangolare arrivò a piazzarsi davanti ai suoi occhi, assieme ad esso Yoongi ebbe modo di vedere anche tutte le persone sedute intorno e con estremo rammarico si trovò nella posizione di dover reprimere un'espressione delusa, dopo aver adocchiato Taemin e il suo team. Non aveva buone impressioni su di lui, e dopo gli ultimi eventi, era ancora più restìo all'idea di condividere informazioni importanti con qualcuno che la sua piena fiducia ancora non l'aveva. Nonostante tutto però, fu costretto ad occupare il posto libero situato tra Namjoon e Jungkook in totale silenzio mentre i presenti, talvolta con un mezzo sorriso, altre con una semplice e sciatta espressione, lo guardavano compiere quelle azioni. Quando la sala fu piena, Seokjin, che prima era rimasto concentrato esclusivamente sul tablet per gran parte del tempo, fu il primo a parlare.

𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora