--- CAPITOLO XI ---

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D E E P  W E B

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D E E P  W E B

C A P I T O L O  X I









I tenui raggi solari presero ad illuminare l'ambiente circostante al moro che, infastidito dalla luce sembratagli improvvisa, cominciò a rigirarsi nel letto fino a quando non gli fu chiaro il pensiero che non sarebbe più riuscito ad addormentarsi. Rimase per svariati minuti nel letto caldo senza realmente pensare a qualcosa che non riguardasse il tepore e il conforto che sentiva a stare in quel modo: aggrovigliato fra le coperte e con la consapevolezza che non sarebbe dovuto andare a lavoro per i prossimi due giorni. Ogni volta che Yoongi aveva avuto modo di soffermarsi a pensare al suo nuovo lavoro, non era riuscito a fare a meno di pensare a quanto quest'ultimo fosse lontano dalle sue abituali preferenze ma il moro non aveva comunque intenzione di nascondere che quando SeokJin - solo il giorno prima - gli aveva comunicato con precisione il fatto che avrebbe avuto l'intero weekend libero, a stento era riuscito a trattenere la contentezza che aveva preso a galoppargli nello stomaco. Contrariamente alle sue aspettative, lavorare in un team non era stato poi così drammatico per lui in quanto Seokjin stesso, aveva fatto di tutto per conservare un'ambiente che lo aveva fatto sentire a proprio agio fin dal primo momento; non c'erano mai persone che gli ronzavano intorno o che tentavano in ogni modo di estorcergli parole che non aveva intenzione di pronunciare. A parere dell'hacker, il biondo era un tipo capace di capire da sé quando era necessario farsi da parte per ascoltare i consigli e le richieste di qualcuno che su un determinato campo era più ferrato di lui. Yoongi sapeva che quel tipo di capacità era piuttosto rara e in ogni caso, si era più volte ripromesso che avrebbe fatto altrettanto quando sarebbe stato il suo superiore, a chiedergli di andare incontro ad una sua iniziativa. Si spostò una ciocca di capelli scuri cadutagli poco prima davanti ad un occhio, prima di sollevarsi svogliatamente dall'involucro di coperte calde e dopo aver fissato il vuoto per qualche istante, finalmente si decise ad alzarsi mentre appuntava velocemente nella testa il modo in cui avrebbe gestito quella giornata. Estrasse un paio di boxer puliti dalla cassettiera laccata di nero posta ad un'estremità della camera prima di avvicinarsi all'armadio per afferrare la prima tuta comoda che gli era capitata sotto agli occhi. Successivamente, strascicando qualche passo, si diresse verso il bagno per farsi una doccia che sperava contribuisse a mettergli addosso la quiete di cui aveva bisogno.

Subito dopo essere uscito dal bagno con la piacevolissima sensazione che il getto dell'acqua sulla pelle riusciva sempre a procurargli, spese qualche minuto ad asciugarsi la folta chioma scura prima di mettere apposto tutto per dirigersi poi in cucina con lo scopo di mettere qualcosa sotto i denti e soprattutto nello stomaco. Tuttavia, la prima cosa che fece una volta oltrepassato il disimpegno per giungere solo alla fine in cucina, fu accendere la macchinetta con cui si sarebbe fatto una già da quel momento adorata tazza di caffè nero; una sostanza a cui l'hacker era, già da diverso tempo, quasi dipendente. Dopo essersi assicurato che l'oggetto fosse acceso e in fase di riscaldamento grazie alla spia verde luminosa atta a segnalarne le attività, Yoongi si diresse verso la credenza per estrarre da essa una confezione di biscotti farciti al miele che aveva acquistato un paio di giorni prima lungo la strada, dopo essere uscito dall'edificio in cui lavorava. Quando arrivò al punto in cui tra le mani, teneva stretta sia la confezione di biscotti che la tazza ricolma di caffè, a tentoni spense l'apparecchio prima di dirigersi verso la tavola sopra la quale avrebbe consumato la colazione. Mentre si portava un biscotto fra le labbra schiuse, sollevò lo sguardo verso l'orologio appeso alla parete constatando che erano già le dieci passate e che se aveva ancora intenzione di passare per qualche negozio con l'intento di rifornirsi con qualche capo da utilizzare durante le giornate lavorative, gli conveniva mangiare in fretta. Dentro la sua testa aveva aleggiato anche, e soprattutto, più volte il pensiero di passare, quello stesso pomeriggio, nel posto in cui era solito incontrarsi con i suoi compagni prima di essere arrestato; non aveva intenzione di entrare, al contrario, era solo mosso dalla curiosità e soprattutto dalla consapevolezza derivata dal fatto che, sapere se i suoi vecchi amici si riunissero ancora lì oppure no, era un'informazione che gli sarebbe potuta tornare utile in futuro. Si portò un altro biscotto alle labbra e subito dopo averlo ingoiato, con lo sguardo perso in un punto vuoto della stanza e la mente assorta da numerosi pensieri che si affollavano uno dopo l'altro, bevve un sorso di caffè prima di essere interrotto dal suono emesso dal campanello oltre la porta principale della sua abitazione.



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