--- CAPITOLO LXII ---

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D E E P W E B

C A P I T O L O L X I I





Di sbraiti e abbai, quel tizio ne aveva fatti molti più rispetto a quanto Yoongi fosse pronto a sopportarne. Una volta accompagnato in cella, con una leggera occhiata, poco prima di entrarvi, s'assicurò che quella accanto alla sua fosse vuota, prima di esulare un sbuffo mentre al tempo stesso si dirigeva verso il lettino il cui materasso, era talmente sottile da poter distintamente sentire la presenza di alcune molle rotte premergli contro un fianco. Sperò quasi che Dohyun, sul letto della sua cella, subisse le sue stesse angherie da parte di quella ferraglia, e molto altro ancora che avrebbe certamente descritto nei minimi dettagli, se solo la linea dei suoi pensieri, non fosse stata spezzata ― come capitava in modo sempre troppo frequente, in quella stazione ― dall'ennesimo poliziotto che forse, compiacente con lui e col suo stato, gli chiese se avesse fame e cosa volesse, qualora la risposta fosse stata affermativa. C'erano molte cose di cui Yoongi non sospettava, e che aveva avuto modo di comprendere durante quei giorni, riguardo alla sua persona e una di quelle verteva, senza ombra di dubbio, nel sempre più allettante desiderio di essere portato nel primo centro di detenzione all'interno del quale poi, solo in un secondo momento, avrebbe dato vita ad una rissa con un compagno di cella o qualsiasi altra cosa in grado di garantirgli un biglietto di sola andata per una vacanza in isolamento; e lì si che avrebbe avuto tutto il tempo ed il silenzio di cui necessitava per riflettere. Ma com'era costante nella sua vita, neanche quello andò come voleva, fatta eccezione per i ricordi che aveva di Hoseok, che certamente erano ancora più che sufficienti non solo ad allontanarlo con la mente dal luogo in cui si trovava, ma anche a portarlo presso lidi infinitamente più piacevoli. Talvolta, continuava a crogiolarsi nell'insoddisfazione arrecatagli dal fatto di non aver potuto lui stesso spiegare al ragazzo la ragione per cui non era più tornato a casa ma al contempo, sperava di gran lunga che qualcuno dei suoi colleghi si fosse presentato alla porta del suo appartamento per avvisare Hoseok di quanto accaduto intimandolo, se possibile, di non preoccuparsi troppo per lui perché questa consapevolezza, seppur forse remota, contribuiva a rendere insonni le notti di Yoongi.

Attratto, chissà quante ore dopo, dal suono emesso dalle sbarre che componevano l'entrata della cella di Dohyung, una volta scontratesi con un pesante mazzo di chiavi stretto tra le mani di un agente, l'hacker sollevò la testa per vedere l'espressione sconfitta del persecutore del proprio fidanzato mentre questo, a sua volta circondato da altri due agenti, veniva condotto verso il centro del vasto ambiente. Una volta messo all'interno della cella il sospettato e una volta scomparsi gli agenti, Yoongi ― pur non potendo più osservare direttamente l'uomo che probabilmente, aveva qualche anno in più di lui ― domandò con aria atona e priva d'espressione.

― Secondo te quanti anni ti daranno? ― Moriva dalla voglia di parlare con Dohyung seppure quest'ultimo, a giudicare dai continui silenzi, non doveva vederla al suo stesso modo. ― E a te? Quanti anni daranno a te?! ― Era probabile che l'indagato volesse pareggiare i conti con Yoongi effettuando una sorta di dimostrazione di forza che tuttavia, entrambi lo sapevano bene, non l'avrebbe portato da nessuna parte. ― Una lavata di capo senz'altro ma per quanto riguarda gli anni... ― Bofonchiò in risposta, prima d'interrompersi per riflettere mentre allo stesso tempo, aggrottava le sopracciglia ― Non credo saranno molti. Sotto questo punto di vista, sei ben superiore a me. ― E prima di concedersi ad uno spassionato sorriso allusivo, s'affrettò a concludere ― Per quanto riguarda il resto, invece... Non deve essere stato piacevole per te scoprire che il ragazzo che credevi di amare se la spassasse con qualcuno. È per inadeguatezza che te ne stavi a guardare dietro ad un computer acquattato come un coglione? Non posso fare a meno di immaginarmelo, mi tormenta davvero pensare che te ne stavi a guardare con la bava alla bocca persino quando Hoseok si cambiava... ― Si fermò per mordicchiarsi le labbra ma anche per rimettere un po' di ordine ai suoi pensieri perché sapeva che questi, complice anche l'ira che tutt'ora l'assaliva quando parlava con Dohyung a proposito delle immagini che aveva visto sul computer di quest'ultimo, stessero talvolta venendo fuori confusionari ― Mi fai un misto di pena e compassione, lo ammetto! ―

𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora