--- CAPITOLO LXI ---

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D E E P W E B

C A P I T O L O L X I





L'operazione contro Dohyung ― a detta di tutti ― fu un'indiscutibile successo: numerosi agenti, a seguito della cattura, a turno s'avvicinarono a Seokjin per porgergli i più sentiti complimenti fasciati da sorrisi d'ammirazione per taluni, e di leggera invidia o ancora sana competizione per altri. Fatto stava, che una volta concluso il meritato arresto per quello che si convalidava essere con sempre maggiore forza il persecutore di Hoseok, Seokjin col suo team al seguito, fu accolto nell'atrio della struttura presso la quale lavorava con orgoglio e volontà festose. Cerano, ad aspettarlo nella più grande sala adibita alle riunioni, i componenti di quasi ogni team attivo dell'impianto e persino qualche direttore che l'amministrava; tutti, più che desiderosi di dare qualche pacca sulla spalla a Seokjin e qualche abbraccio per quanto riguardava i suoi più intimi colleghi mentre altri, soltanto, si limitavano ad attendere con impazienza il momento in cui uno degli esponenti più in alto nella scala gerarchica, proponesse una pausa col fine di mettere qualcosa sotto i denti e stappare una bottiglia; così com'erano soliti fare quando un'operazione frastagliata, trovava finalmente la sua conclusione grazie alle epiche gesta di qualcuno di loro. Non vi fu ulteriore tempo, tuttavia, perché ciò che arrivò in seguito alle parole d'incoraggiamento rivolte a Seokjin, furono gli interni che invece altro da lui non desideravano se non una lunga, complessa e intimidatoria, chiacchierata. Il capo team ― ancora accerchiato da una decina di persone circa ― non impiegò molto tempo prima di comprendere, con la desolazione nel cuore e l'irrequietezza nell'animo, che gli uomini imbellettati da giacche eleganti e cravatte ferme e ritte nel pieno centro dei loro petti, oltre che esse lì per lui, non vi erano neanche con le più pacifiche intenzioni, constatando solo gli sguardi che affisso avevano sui loro volti talvolta segnati da troppe rughe. Si schiarì la gola, e dopo aver scompigliato con fare affettuoso le lunghe ciocche more e ricciolute del sorridente Jungkook, con un'occhiata vitrea si assicurò che Namjoon e Yoongi più di tutti, comprendessero che c'era il bisogno di seguirlo.

Il primo ad essere interrogato ― la mattina dopo che Yoongi fu silenziosamente accerchiato e condotto chi sa dove con austera eleganza ― fu proprio Seokjin che in vita sua, fu pronto a giurare proprio in quel momento, non s'era mai sentito così tanto in agitazione, nemmeno all'esame finale che ebbe alla gaia età di ventisei anni. Supponeva che la sala riunione in cui si era trovato precedentemente, si fosse già svuotata o che i presenti, forse scioccati o più o meno destabilizzati, si trovassero ancora lì, intenti a spettegolare in proposito a cosa, esattamente, avesse potuto portare Seokjin e il suo team ad un'indagine interna che sapevano essere, sempre e comunque una grana da evitare a qualsiasi costo, proprio a causa dell'asprezza delle punizioni ricevute nella maggior parte dei casi. ― Allora, Kim Seokjin, cos'hai da dirmi?! ― Chiese, visibilmente contrariato ed annoiato quello che dei nuovi arrivati, corrispondeva forse al più anziano in età, subito dopo un lungo minuto trascorso nel silenzio del giovane capo. ― Se non è chiaro, ti sto dando la possibilità di darmi la tua versione, prima di dirti per filo e per segno cosa mi è stato detto sul tuo conto e su alcuni soggetti che hai raccattato ed insediato in questo organico. ― E l'ultima parte di quella frase, la pronunciò con disarmante lentezza e gracchiante voce dalla quale però traspariva chiaramente l'ammonimento che non smetteva mai d'infliggere. ― Per quanto possa sembrare banale, tutto quello che ho fatto è stato il frutto di un ragionamento ponderato che ad altro non mirava se non alla chiusura, senza perdite e con la protezione della vittima in primo luogo, del caso in questione, auspicandomi anche, che questo avvenisse nel tempo più breve possibile. ― Anche la sua voce, così come quella del suo superiore, era venuta fuori con fermezza ma soprattutto, al contrario della prima, venne fuori con imparzialità. ― Per quanto riguarda i soggetti alla quale, presumo, allude, vorrei fosse chiaro che se possiamo vantare un successo, anzi, fino ad ora, più di un successo, è proprio per loro merito. ― Seokjin s'attenne a parlarne al plurale, così come aveva fatto il suo superiore in comando prima di lui, per quanto sapesse bene che si stava parlando di una sola persona. ― Sapete bene quanto ho rischiato e cosa ho fatto, di comune accordo con voi e secondo buona parte dei vostri stessi consigli, per averlo all'interno di quest'organico e ammetto che un po' mi sorprende il fatto che solo adesso, sembriate così contrariati da quest'aggiunta. ― L'ipocrisia che serpeggiava insidiosa tra le fila di quegli uomini, certo non era qualcosa che Seokjin si premurava di fare con orgoglio e con imbecille coraggio ma in quel momento, davvero si sentì punto, oltre che offeso, dal modo incurante in cui quell'uomo fingeva di essere all'oscuro di tutto ciò che aveva costituito una solida base di ciò che ora, era al centro della discussione.

𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora