--- CAPITOLO LVI ---

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― Chi ti credi di essere per chiedere cose di questo tipo?! Credi davvero che qualcuno di noi ti spiattellerebbe addirittura i nostri guadagni? Per giunta, per quanto ne sappiamo, potresti essere un nostro concorrente dal momento che ti occupi pressoché delle stesse cose. ― Mentre quelle vuote domande gli arrivavano da qualcuno, che non conosceva, seduto con le spalle contro una parete situata alla sua destra, da un altro angolo stavolta indistinto della stanza, qualcun altro gli diede dell'arrogante mentre Yunho, da sempre ridicolmente indicato col nomignolo di Red Fox, lo osservava con aria pensierosa seppur indiscutibilmente rattristata. ― Pensate di godere di un anonimato che certamente non avete nella realtà. I nomi di ognuno di voi sono noti a me e il resto, sono semplici da trovare grazie al collegamento che voi stessi avete delineato con questo luogo e coi veterani di questo gruppo. Se non volete fornire informazioni di questo tipo sulla base della vostra volontà, allora queste verranno reperite da terze parti e analizzate in ogni più piccolo dettaglio. Non sono qui per chiedervi un favore ma solo per mettervi al corrente di qualcosa che accadrà a prescindere dal vostro parere o accordo. ― Rispose freddo, seppur visibilmente ancora tranquillo. Yunho fu il primo ad alzarsi, guadagnandosi sguardi accigliati da parte di ogni uomo presente, per dirigersi verso un armadietto di legno colmo di ogni possibile scartoffia. Avanzò con una mano tra la numerosa confusione fino a quando non fu in grado di trovare ciò che stava cercando e con sul viso, più o meno, la stessa espressione posseduta da Yoongi, si avvicinò a quest'ultimo per depositare nelle sue mani pallide ciò che aveva richiesto. Nessuno osò contrariarlo o mettere in discussione la sua scelta, non solo perché era tra i notoriamente più eccelsi del gruppo in materia di hacking, ma anche perché era il più vecchio e ancor di più rispetto che ad altri, uno dei più naturalmente propensi al comando fin dagli albori.

― Nessuno qui dovrebbe metterti i bastoni tra le ruote, qui non c'è nulla di compromettente quindi non ho alcuna ragione per rifiutarmi di collaborare con te. Cerca bene, voglio che tu sia sicuro dell'esito che otterrai da questa visita, per quanto io stesso sappia che lì dentro non troverai nulla di ciò che con tutta probabilità, un po' ti aspetti di trovare. ― Espresse con voce calma ma per quanto bene Yoongi lo conosceva, era in grado di cogliere attraverso di essa venature d'amarezza dovute forse al fatto d'essere stato ferito. Non rispose a quell'affermazione, semplicemente si limitò ad ascoltarlo mentre questo cercava di rispondere alle domande postegli da Yoongi in precedenza stando, come suggerito da quest'ultimo agli antipodi, attento a chiarire ogni più piccolo dettaglio con minuziosità e volontà di essere preciso allo scopo di allontanare dall'hacker, ogni malevolo sospetto verso di lui. Per quanto convinto appariva, Yoongi per un attimo suppose addirittura che fosse egli stesso vittima di quel groviglio di bugie e inganni, e che non fosse a conoscenza di ciò che, stando alle parole dell'unico di loro che erano riusciti a catturare al momento, accadeva lì dentro. ― Molto preciso, davvero, in ogni dettaglio ma visibilmente non è completo o meglio, potrebbero esserlo i dati che riguardano te ma in merito agli altri... ― Sollevò per un secondo lo sguardo dai fogli rilegati l'uno all'altro con l'ausilio di alcune graffette, per fare una panoramica sul resto dei presenti e per conteggiarli velocemente. ― Su di loro c'è davvero molto poco e questo fattore potrebbe essere spiegato in soli due modi: o non sono neanche lontanamente produttivi come te e pochi altri, oppure tengono riservato per loro stessi ciò che qui non appuntano. Qual è tra le due la verità? Nascondono qualcosa oppure non fanno semplicemente nulla? ― Avanzò provocatorio ma quando a dispetto dello scorrere del tempo non ottenne alcuna risposta da parte dei diretti interessati, sarcasticamente aggiunse: ― In tal caso, mi piace pensare che lo squilibrio più che evidente nella registrazione dei dati sia solo una conseguenza diretta allo squilibrio nelle capacità possedute. ― Rinvigorito, non avrebbe neanche saputo dire per quale ragione, rinnovò la forza di spirito in sé stesso, mettendosi meglio seduto sulla sedia gentilmente offertagli da Mark che, incredibilmente, aveva appuntato sopra quel registro molte più informazioni rispetto a quanto aveva immaginato. Si sarebbe dovuto ricredere in merito a lui perché se prima quel ragazzo gli appariva come timido e impacciato nelle proprie movenze, adesso lo vedeva più come un serpente che lunga la sapeva su come circuire le persone, anche se queste passavano con lui buona parte del tempo che componeva la loro giornata.



𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Where stories live. Discover now