--- CAPITOLO XLV ---

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Quando Hoseok lentamente riuscì a regolarizzare il respiro, con le lacrime che ancora gli rigavano le guance, si ritrovò ancora più disorientato nel trovare Yoongi in camera sua, col corpo completamente schiacciato sopra quello dell'uomo, quasi come se stesse imitando ciò che questo aveva prima fatto con lui. Si sentì sollevato nel vedere lo sconosciuto in seria difficoltà e ormai stremato sotto l'uso eccessivo e continuativo della propria forza: ora se ne stava steso sul pavimento, totalmente arreso, con un braccio inchiodato sotto la schiena e l'altro immobilizzato dalla mano dell'hacker. Entrambi avevano il fiatone ma l'aria che galleggiava nella stanza era orribilmente pesante. L'intruso aveva cercato di deviare lo sguardo di Yoongi solo per consegnarsi qualche istante dopo mentre l'hacker ancora più visibilmente innervosito, stringeva l'altra mano sul collo dell'uomo assicurandosi che due dita in particolare esercitassero sulla pelle una pressione tale da rendergli estremamente difficoltosa la respirazione. Hoseok in un primo momento ipotizzò che Yoongi avesse visto quella scena e che avesse pensato sarebbe stato allettante far provare a quell'uomo le stesse sensazioni che aveva fatto provare a lui ma quando provò a formulare, in modo involontariamente gracchiante, il nome dell'hacker per spingerlo a fermarsi, la reazione che ottenne in cambio, se possibile, lo lasciò ancora più disorientato di prima. In risposta Yoongi aveva bofonchiato qualcosa ma non sembrava essere diretto a lui, piuttosto sembrava rivolto al ragazzo che prese a sorridere inspiegabilmente dopo aver udito quelle parole. La consapevolezza che i due si conoscessero lo fulminò istantaneamente, spingendo Hoseok a ritirarsi maggiormente sul letto e a congelarsi in una posizione difensiva mentre attonito, non riusciva a fare a meno di ascoltare. ― Esistono così tante persone al mondo... Dovevi esserci proprio tu qui?! ― L'uomo cercò di sembrare giocoso e ironico ma nonostante quello, perfino per Hoseok fu semplice scorgere la pura delusione filtrare possente da quelle parole. ― Come ti sei ridotto male. Ora fai il cagnolino da compagnia per la polizia e per non farti mancare nulla, fai pure da baby sitter a un ragazzino?! ― Arricciò il naso per manifestare dissenso mentre Yoongi, furiosamente si morse le labbra per imporre a sé stesso un silenzio, almeno fino a quando questo non avesse concluso il discorso: cosa che non sembrò intenzionato a fare immediatamente. ― Credevo ci avessi lasciato perché bramavi di più e invece... Sei dalla parte sbagliata, credevo lo sapessi. E credevo anche che tu fossi un tipo che quando dice di odiare qualcosa, poi la odia per davvero. ― Hoseok dedusse che la pazienza dell'hacker, di cui sempre era sembrato pregno da capo a piedi, si stesse dissolvendo parola dopo parola e ne ebbe la conferma quando lo vide stringere la presa in una morsa forte al punto da fargli sbiancare le nocche. Hoseok non avrebbe mai pensato, prima di allora, che il moro sarebbe stato capace di provare così tanta ira; lo aveva sempre visto così controllato, equilibrato nel suo essere quanto più distaccato possibile. Quello che aveva davanti in quel momento invece, gli sembrava addirittura un'altra persona.







Seokjin con a seguito svariati agenti, fu il primo ad arrivare. Assieme a quelli giunti in quel luogo prima di lui, condivise l'espressione persa all'inizio, lo scempio nei lineamenti delicati poi. Gli occhi avevano cercato di ripercorrere ogni cosa, il corridoio ricco di oggetti riversati sul terreno, in un numero tale da rendere terribilmente goffo il passaggio tra schegge di ceramica e vetro, e le condizioni della camera di Hoseok, quasi intoccata rispetto a ciò che aveva percorso prima. Due agenti al suo seguito si precipitarono verso Yoongi, lui invece, si avvicinò cautamente ad Hoseok per osservarne le condizioni. Poche erano state le volte in cui si era ritrovato a corto di parole da pronunciare, e quella a pieno titolo entrava in esse. Provò a sussurrare al ragazzo parole di conforto sconnesse e mortificate allo stesso tempo, prima di sedersi accanto a lui sul letto per tentare un contatto diretto. ― Va tutto bene, adesso... ― Pronunciò ancora, poggiando mollemente una mano sulla spalla di Hoseok che, da quando era entrato, non aveva mai staccato gli occhi da Yoongi e dall'uomo che i due agenti avevano arrestato. Tuttavia, contrariamente a quanto s'era figurato, Hoseok sembrò rinvenire quasi immediatamente e dopo aver ricambiato lo sguardo di Seokjin, effettuò un cenno d'assenso volto a far comprendere all'altro che avesse recepito il messaggio. C'era, nonostante tutto, qualcosa di cinico negli occhi del ragazzo, Seokjin se ne rese conto immediatamente ma a prescindere dal numero di persone che si trovavano intorno a loro, decise di non indagare oltre, rimandando quindi il cruciale momento delle domande.

𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Where stories live. Discover now