--- CAPITOLO XXXVII ---

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Hoseok d'altro canto, rispose a quella domanda prima con un cenno d'assenso e poi, portandosi una mano sotto al mento con lo scopo di sorreggersi, aggiunse: ― Non troppo spesso ma comunque, se ci capita di voler bere qualcosa, è questo il locale che tendiamo a scegliere per farlo. ― Disse, sperando di aver risposto alla domanda del minore in modo abbastanza esauriente, e dall'espressione che l'altro aveva messo su, fu possibile per Hoseok comprendere che lo aveva fatto. Passarono diversi minuti a balzare da un argomento all'altro, il maggiore aveva chiesto notifiche sul loro lavoro e come fosse andata in linea generale la loro giornata; Jungkook aveva risposto al quesito con animato desiderio di dialogo, Yoongi invece, ancora dedito all'operazione di fingersi disinteressato, si era crogiolato nella percezione del gusto amarognolo della sua bibita preferendo quindi il silenzio. Nell'ulteriore tempo che li separava dalla venuta di Jimin, in seguito ad una domanda venuta ancora una volta dal più piccolo del gruppo, Hoseok iniziò a raccontare all'altro il modo in cui lui, aveva passato il pomeriggio, soffermandosi con maggiore attenzione, nel racconto dell'ultima lezione di danza che aveva frequentato. Al giovane, Jungkook era parso subito piuttosto interessato all'argomento, e dopo essersene rallegrato e sorpreso al tempo stesso, proseguì aggiungendo sempre più dettagli. Il tempo trascorse in fretta e Jimin fu presto visibile con ben due bicchieri in mano, intento a sorridere mentre percorreva la distanza che lo separava dal tavolo presso cui era seduto l'amico, oltre che il ragazzo che aveva conquistato la sua attenzione.

A Jimin il giovane hacker piaceva. Come Yoongi, sembrava rivestito sempre e soltanto dal nero ma a dispetto del primo, appariva molto più mansueto e soprattutto dolce. Lo erano i suoi modi e ancor di più lo era il suo sguardo, visibilmente curioso per la maggior parte del tempo, ugualmente spoglio da qualsiasi istinto volto al giudizio delle persone che lo circondavano. Appariva sereno e giovanile attraverso i sorrisi che rivolgeva e timido e forse insicuro nelle interazioni con gli altri. A jimin, Jungkook iniziava a piacere davvero tanto. E ciò non era dovuto al fatto che il ragazzo fosse palesemente bello in viso, oltre che nel corpo, ma soprattutto a causa di ciò che sentiva nascere dentro di sé, quando i suoi occhi scivolavano sulla sua figura per diretta volontà o per caso. ― Ecco... ― Sussurrò Jimin una volta dopo essere giunto alla meta, per poi sporgersi di poco sul tavolo per passare all'amico il bicchiere, e una volta sistemato anche il suo, con una breve occhiata a Yoongi, si sedette.

Il clima grazie a Jimin sembrò alleggerirsi vistosamente: parole spiritose e risate di diverse intensità, si sollevarono presto su di loro donando a tutti ristoro oltre che gratitudine, mossa soprattutto dalla consapevolezza di star passando un momento che avrebbero ricordato per tanto tempo. L'unico anello debole della situazione, era Yoongi, che ancora intento a riflettere e a ordinare i pensieri che vorticosi gli giungevano alla mente, riusciva a regalare ai ragazzi solo un quantitativo misero della sua attenzione.







L'hacker dopo un paio di ore passate ad ascoltare il suono delle voci che, incessantemente si erano seguite l'una all'altra per raccontare aneddoti, speranze e persino progetti futuri, si era sollevato dalla sedia in silenzio bisognoso di liberarsi da quel frastuono e per prendere un po' d'aria. Una volta fuori dal locale, si era seduto all'estremità del gradino più basso ― il primo dei tre che anticipavano l'ingresso ― per poi esulare un sospiro di sollievo. In quel momento più che in altri, non desiderava altro al di fuori del silenzio, conscio che questo fosse l'unico strumento attraverso il quale si sarebbe potuto ricongiungere a sé stesso, per dare un senso a ciò che stava succedendo, e per comprendere quello che sentiva in relazione alla costatazione del precedente. Sollevò la testa verso l'alto e dal modo in si era oscurato il cielo, mettendo in evidenza la contrapposta lucentezza della mezza luna e delle poche stelle che c'erano, dedusse che fosse ormai ora tarda. Ma nonostante quel fattore, pronto a suggerirgli che fosse ormai ora di tornare a casa, l'hacker decise di bearsi prima del venticello che quella stagione favoriva, pensando solo dopo a ciò che sarebbe stato meglio fare. Infondo l'idea di rimanere ancora lì fuori, seduto e da solo, non gli dispiaceva al punto da fargli desiderare una svelta dipartita. ― Sei qui fuori da un po'. ― Yoongi sentì una voce familiare provenire dal retro delle spalle ― Ti disturbo? ― E l'hacker avrebbe voluto dire di si nonostante sapesse quanto scortese fosse una simile risposta. Si limitò ad emettere un altro sospiro, prima di voltarsi verso l'ormai nota figura snella di Hoseok che, senza neanche attendere una risposta, si sedette accanto a lui. ― C'era troppa confusione dentro. ― Specificò Yoongi con tono secco. Se non poteva allontanare il ragazzo senza ferirlo, tanto valeva fargli capire quanto poco fosse disposto a conversare, servendosi di un segnale che tuttavia il più piccolo non fu in grado di cogliere.

𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Where stories live. Discover now