--- CAPITOLO XXIII ---

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Inspirò qualche boccata d'aria però, prima di girare lo sguardo intorno a ciò che lo circondava per focalizzarsi – ma anche per allontanare la sua mente da pensieri sconnessi sul quale non era minimamente intenzionato ad approfondire nulla – sul letto matrimoniale dalle grandi dimensioni, sulla sua testata grigiognola e imbottita e sulle coperte perfettamente tirate e poi ripiegate poco al di sotto dei gonfi cuscini. Ogni singolo elemento di quella camera, così come il salone, sembravano statici e mostruosamente ordinati ma Yoongi si trovò a modificare il suo pensiero, quando si ritrovò ad osservare alcuni piccoli oggetti poggiati qua e la sulle superfici di cui quell'ambiente disponeva: c'erano numerose mensole, sistemate una in seguito all'altra e sulle quali si trovavano pochissimi libri ma numerosissimi oggetti di sgargianti colori che sembravano quasi voler squarciare la monotonia che aleggiava intorno a loro. Su di una parete laterale alla porta, sopra una delle tante mensole bianche, c'era un porta candele fine per quanto sembrasse essere realizzato in ferro sul quale erano battuti numerosi motivi che ricordavano delle foglie e le candele che esso ospitava negli appositi piattini, erano di un bel rosso vermiglio. Sul ripiano poco più in basso invece, vi era una macchinetta Polaroid di un viola intenso con al lato, una fascia di colori che riprendeva quelli dell'arcobaleno e a considerare il numero delle foto seminate sulla parete ed intorno alla cornice argentata di un grosso specchio, l'hacker ipotizzò anche che al giovane piacesse fotografare attimi della sua vita passati con persone alla quale teneva per congelare per sempre quel ricordo. I soggetti ritratti nelle foto erano tanti ma tre di essi ritornavano fieri, sorridenti e con occhi vivi in quasi tutte le foto presenti: uno era Hoseok stesso, l'altro era Jimin, l'ultimo invece, l'osservò in una foto in particolare, era un ragazzo probabilmente coetaneo agli altri due con dei bruni capelli e che osservava l'obbiettivo con occhi vispi mentre con entrambe le braccia stringeva a sé gli altri due. Yoongi ebbe la tattile impressione che fossero tutti e tre realmente legati da un incontaminato affetto, nonostante non avesse visto né sentito mai di uno di loro.







L'hacker aveva passato svariati minuti seduto davanti alla scrivania sul quale si trovava il portatile che stava esaminando, quando Hoseok tornò in camera con un vassoio pieno zeppo di biscotti e dolci. A causa della distanza che li separava e dalla posizione in cui si trovava il moro, quest'ultimo non riuscì a cogliere con accuratezza ciò che il minore pareva intenzionato ad offrirgli ma avrebbe mentito a sé stesso se avesse detto di non aver gradito quel gesto di pura accoglienza. Effettivamente l'ultima volta che aveva messo qualcosa sotto i denti era stato quella stessa mattina e in quel momento, a pomeriggio inoltrato, i primi crampi allo stomaco avevano iniziato a farsi sentire. Tuttavia, quando Hoseok arrivò ad essere accanto a lui, distante solo pochi centimetri e ora seduto su una piccola sedia accanto alla sua, senza lasciar trasparire nulla formulò un mezzo sorriso e un velato ringraziamento prima di focalizzare la sua attenzione nuovamente sullo schermo del portatile. Dopo qualche minuto allungò la mano per prendere dal vassoio un biscotto che, subito dopo aver masticato il primo pezzo, scoprì essere al gusto di mandorla mentre distrattamente muoveva il mouse sul tappetino sopra al quale si trovava per portare il cursore sui comandi che gli servivano. Dall'altra parte invece, il ragazzo più giovane posizionò un bicchiere ricolmo di coca cola sulla scrivania, in un punto in cui la mano di Yoongi avrebbe potuto facilmente agguantarlo per bere qualora i numerosi dolci gli avessero fatto venire sete.

Gli occhi dell'hacker parevano essere incredibilmente concentrati sullo schermo, soltanto di tanto in tanto allungava una mano per mangiare o per bere e Hoseok spese numerosi minuti a riflettere su quanto sembrasse dedito il moro verso quello che era il suo mestiere. Quando lo aveva visto la prima volta, nell'ufficio di Seokjin, aveva immediatamente notato quanto l'uomo fosse in qualche modo accattivante per i suoi gusti, nonostante i lineamenti dolci, il rosato sapeva ci fosse qualcosa in lui che bastava a renderlo piuttosto differente rispetto a ciò che mostrava il suo involucro. Il più giovane si era seduto accanto all'hacker per dare modo all'altro di pensare che fosse interessato a ciò che stava facendo con il proprio computer ma in realtà, nulla di tutto quello riusciva davvero a catturare la sua attenzione; al contrario, l'unica cosa che realmente spingeva gli occhi ampi e castani del minore ad allontanarsi, ogni volta che ne aveva la possibilità, dallo schermo era l'hacker stesso. Ma in tutto quello, favorito anche da una posizione che gli permetteva di stare davvero piuttosto vicino all'altro, Hoseok fu in grado di percepire anche tante altre cose sull'hacker, come ad esempio la propensione che quest'ultimo aveva ad arricciare le labbra e le sopracciglia com'era solito fare un bambino quando non riusciva a comprendere qualcosa. Altre volte semplicemente sporgeva per qualche istante il labbro inferiore all'esterno per tirarlo subito dopo indietro mentre affondava in esso i denti. Il moro riusciva ad incuriosire e aveva scoperto soltanto da poco, anche ad intenerire il più piccolo in ogni modo possibile ed ogni volta che quest'ultimo, timoroso di essere scoperto proprio quando era intento a fissarlo, era costretto a spostare lo sguardo per dirottarlo in qualche punto poco interessante del suo pc, passava quel tempo a maledirsi per tutti i dettagli che si stava perdendo. In linea generale, a mano a mano che il tempo passava, Hoseok si rendeva sempre più conto di quanto fosse attratto dal più grande, non solo per l'intelligenza, l'astuzia e la spigliatezza che pensava fossero di gran lunga ben distribuite all'interno della testa incorniciata da capelli talvolta leggermente scompigliati e neri come la notte più scura ma anche sotto un punto di vista strettamente fisico. Yoongi aveva, secondo i gusti del più giovane, gli occhi più belli che avesse mai visto fino a quel momento, di un marrone talmente scuro da sembrare, talvolta, in procinto di scivolare addirittura nel nero ed una forma affilata che faceva sembrare il suo sguardo ancora più magnetico e scrutatore. I lineamenti sul suo bel volto non cambiavano quasi mai ma quelle poche volte che lo facevano, con spropositata forza mostravano ad Hoseok aspetti che a primo acchito, mai avrebbe accostato a qualcuno che si mostrava alle persone nel modo in cui lo faceva l'hacker. Quest'ultimo aveva delle labbra piene che sembravano gridare in ogni modo quanto fossero morbide al tatto e quanto incarnassero in tutto e per tutto la parte del corpo che il moro più tartassava quando era confuso o incuriosito da qualcosa. Persino quando era sovrappensiero, tendeva a tenerle strette tra loro prima di affondare in esse i denti. Quando il ragazzo dai capelli rosati, dopo essersi ritrovato nella posizione di deglutire un paio di volte nel tentativo di mandare giù il nulla cosmico, portò lo sguardo verso lo schermo poco prima di lasciarlo scivolare sulla mano mortalmente pallida, grande nel palmo ed estesa nelle dita con cui stringeva e fasciava il suo mouse, Hoseok trovò una nuova parte a lui molto gradita nel corpo dell'hacker e avrebbe su di essa meditato per tutto il tempo se solo ne avesse avuto la possibilità. – Credo che possa bastare. – Quelle parole scivolarono fuori dalle labbra del moro improvvisamente, nel momento in cui la mente dell'altro era completamente assorta e vorticante intorno a ben altre nozioni – Se per sentirti maggiormente sicuro vuoi mettere il nastro isolante, puoi farlo anche se credo di aver risolto il problema – Disse e subito dopo si mordicchiò un angolo delle labbra incerto sul comunicare ciò che stava pensando oppure no. Tuttavia però, dopo un paio di secondi passati ad osservare gli occhi grandi di Hoseok che mai avevano desistito spostandosi altrove, continuò – Se ti senti un po' più sicuro però, per il momento non metterlo ancora il nastro isolante perché se, ipoteticamente, il tuo persecutore dovesse essere miracolosamente ancora in grado di vederti attraverso la webcam, grazie ad un virus che ho installato avrò la possibilità di ricavare elementi che possono aiutarmi a capire l'identità di questa persona. –

– Pensi che possa essere ancora in grado di vedermi? – Chiese Hoseok con qualcosa di nuovo a sfigurargli la voce, quasi come se all'interno della sua mente in quel momento, fosse nato qualcosa, un pensiero, in grado di fargli nascere uno scintillio negli occhi marroni.

– No, è davvero poco probabile ma in ogni caso, al momento, non posso esserne totalmente certo. – Hoseok aveva appreso da Seokjin, poche settimane prima, quanto l'hacker fosse bravo e preparato in ciò che faceva e persino quelle parole, volte nella consapevolezza che sbilanciarsi, in un verso o nell'altro, poteva portare a compiere irrimediabili leggerezze, il rosato non riuscì a fare a meno di pensare a quanto l'uomo risultasse carino.

– Quindi, al momento tu sei l'unico ad avere accesso alla webcam del mio portatile? – Chiese, facendo attenzione a dosare nel modo migliore possibile le parole da pronunciare.

Il moro ci pensò su qualche istante, non perché fosse all'oscuro della risposta ma semplicemente perché non aveva ben capito dove il minore volesse andare a parare – Si, soltanto io. – Rispose ingenuamente, prima di restare sorpreso dal raggiante sorriso appena nato sulle labbra a cuore di Hoseok.





 – Rispose ingenuamente, prima di restare sorpreso dal raggiante sorriso appena nato sulle labbra a cuore di Hoseok

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N.D.A.: Bali pulzelle/i
Questo Sabato sono cicciata fuori un po' in ritardo, sorry e.e
Anche questo capitolo è tutto incentrato sulla Sope e insomma, spero che al momento queste due palline di zucchero vi piacciano 💙

Ringrazio tutti coloro che stanno leggendo questa storia e soprattutto chi di voi la sta supportando con voti e commenti ~💙

Alla prossima ~

𝙳𝙴𝙴𝙿 𝚆𝙴𝙱 │ 𝚂𝙾𝙿𝙴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora