Parte 22 Yasmine

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Yasmine affrontò il precipitoso viaggio in jeep con un languore prevedibile per il  distacco dall'amato.
Per fortuna quella notte la sua compagna di stanza era assente, doveva affrettarsi a riprendere i panni dell'instancabile infermiera, quale effettivamente era.
Aveva studiato e lavorato a lungo in patria credendo nel suo impegno finché non aveva conosciuto Jamaal, un ingegnere proveniente  da Il Cairo che l'aveva  completamente stregata.
Si dichiarava discendente del potente Narmer  e vedeva in lei la sposa Neithotep, una delle prime regine d'Egitto.
Yasmine aveva lontane origini egiziane da parte di madre ed era sempre stata affascinata dal mondo sorprendente dell'antico Egitto.
Aveva incontrato Jamaal a Parigi ed era scattato all'istante il colpo di fulmine.
Si erano incontrati al Louvre mentre visitava la più importante collezione dedicata all'Antico Egitto dopo il Cairo, con i suoi 55000 reperti.
Yasmine era in piena contemplazione della sala 9 al piano terra, che mostrava gli abiti, gli accessori e le cure di bellezza.
Jamaal incrociò il suo sguardo rapito e la lusingò sfoderando tutta la propria avvenenza orientale.
-"Lei meriterebbe d'indossare questi costumi, possiede la bellezza di una regina!"
-"Non credo di somigliare molto a Cleopatra!" rispose Yasmine guardando ipnotizzata l'uomo alto e bruno, dagli occhi incredibilmente verdi e il sorriso smagliante.
-"Mi scusi se la contraddico, si narra di una regina di rara bellezza, bionda e dalle guance rosee: Nicotris,  coraggiosa  e potente  regnò come Faraone  dopo l'uccisione del marito e studiò un'efficace vendetta per i traditori!"
-"Mi arrendo dinnanzi alla sua sapienza!"
L'ingegnere aveva carisma e potere di seduzione. La convinse che si poteva riportare l'Egitto al primitivo splendore,  dopo aver liberato la fertile terra del Nilo da tutti gli infedeli e i loro indottrinati.
Cominciarono a frequentarsi e a condividere la loro comune passione e il letto del suo modesto bilocale.
Si era presto convertita  all'Islam per amore e si era fatta tatuare il simbolo della  lotta armata che poteva essere equivocato con il Bastone di Asclepio, simbolo della medicina. In realtà significava "compiere la vendetta" e differiva nella lama ricurva.
Nell'antico Egitto il serpente era anche il simbolo di guardiano dell'oltretomba e della protezione.
Gli "Zoben"  (serpenti) della Jihad, così si definiva il nuovo gruppo fondato da Jamaal: fratelli in Islam, combattenti estremi  impegnati nello "sforzo" bellico e nuova cellula egizia indipendente di Al-Qā ida.
L'idea di Jamaal era ridare vigore a T wy (le due terre) ristabilendo il potere dei Faraoni. Lui sarebbe stato il Primo del nuovo millennio e avrebbe reincarnato il mitico Narmer  al quale si attribuiva l'unificazione del Basso ed Alto Egitto.
Jamaal aveva scelto la crocerossina per il suo fervore nella causa, per le competenze, la fedeltà assoluta nei suoi confronti e non per ultimo l'aspetto molto europeo che avrebbe ingannato i nemici.
La fece addestrare negli Angel'Warriors e mosse alcune pedine per farla entrare a far parte del progetto Africa.
Era una donna si, ma Jamaal aveva un concetto nuovo di lotta che si ispirava all'astuzia e alla saggezza dei suoi millantati predecessori. Nessuna brutalità gratuita ma obiettivi mirati ed attentamente studiati.
A Yasmine spettava ancora l'ingrato compito di convincere l'infedele canadese Alan ad accompagnarla a quel che restava di Mombasa, doveva assicurarsi che il carico  arrivasse in tempo per comunicarlo ai fratelli.
Aveva sfoderato con lui tutte le sue armi seduttive, ma il ragazzo sembrava poco incline al sentimentalismo.
Non poteva aggirarsi da sola all'esterno, avrebbe destato troppi sospetti!
La mattina in ambulatorio cominciò a lavorarlo ai fianchi.
-"Alan, sai che ti dico... perché non ci prendiamo una giornata  tutta per  noi?  Ho una gran voglia  di vedere il  mare... Anche Greg e Yeelen si prendono i loro spazi!"
-"Non saprei... qui c'è molto da fare!"
-"Solo mezza giornata... io e te da soli... e poi possiamo sempre controllare la situazione e riferire..."
Yasmine cominciò a sfiorargli il petto e a puntarlo con occhi maliziosi ed invitanti.
-"Beh, forse in fin dei conti, mezza giornata non farà la differenza... "
Dopo aver convinto Alan, le restava da risolvere il difficile dilemma del come trovare una scusa plausibile che le  permettesse di allontanarsi da sola per una mezz'ora.
Greg e Yeelen dovevano decidere il da farsi, sapevano che i tre uomini si trovavano ancora all'interno del bunker, ma non c'era modo di avvicinarsi senza essere visti e volevano dare modo a Yasmine di procedere con le prossime mosse, erano sicuri che sarebbe indubbiamente ritornata alla base.
Infine decretarono di lasciare in loco la coppia hadzabe e di ritornare al campo per sorvegliare  discretamente Yasmine.
Arrivati al campo dichiararono di essere stati da tutt'altra parte e di aver lasciato Nasi e San al loro villaggio.
Cercarono di mostrarsi cordiali e affabili con l'infermiera e tutti gli altri non conoscendo eventuali altri complici.
Appresero l'intenzione di Alan e Yasmine di spingersi fino a Mombasa e l'appoggiarono, raccomandando loro di prendere visione della situazione ambientale, augurandogli di passare una buona giornata.
Ovviamente avrebbero provveduto a farli pedinare da Hangsi  a debita distanza.
-"Che ne pensi Greg, anche Alan ti sembra coinvolto?"
-"Mi pare poco probabile, potrebbe essere solo una pedina nelle mani sbagliate... Comunque meglio non abbassare la guardia e continuare a diffidare di chiunque!"
-"A questo punto mi sembra più che opportuno!" Rispose Yeelen con l'amaro in bocca.

Un Angelo In TanzaniaWhere stories live. Discover now