Parte 16 Lo gnu e lo scorpione.

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All'alba del nuovo giorno i cacciatori dopo aver cercato la protezione degli antichi spiriti si spinsero a perpetrare la primitiva lotta per la sopravvivenza, l'unica che conoscevano e che accettavano.
Yeelen si sentiva fortemente motivata, il suo passo felpato ricordava quello di un felino e il suo sguardo coglieva ormai il minimo particolare, accanto a San procedeva decisa e sicura di sè.
L'adrenalina saliva ad ogni passo che l'avvicinava alla preda, un grosso gnu, un singolare e scaltro bovide, era stato avvistato da San.
Yeelen si nascose dietro ad alcuni arbusti, pose la faretra per terra individuando il punto migliore per poter mirare, cercò con una mano la freccia senza girarsi. Tese con l'altra l'arco davanti a sè, quando avvertì un dolore paralizzante al braccio, come una scossa elettrica...
Si girò di scatto e vide con orrore ciò che l'aveva prodotto: un grosso scorpione con la coda all'insù e il pungiglione eretto.
Aveva involontariamente disturbato il nido di un bellicoso aracnide. Sapeva che in generale la puntura di uno scorpione non era cosa grave, perciò riuscì ancora a prendere la mira e a centrare lo gnu che in quel momento attraversava la sua traiettoria.
Lo sforzo di tendere l'arco le fece perdere sensibilità all'arto che gonfiò vistosamente, si alzò dalla sua posizione per raggiungere gli altri, ma non fece in tempo a compiere pochi faticosi passi che l'oscurità le piombò addosso e cadde a terra svenuta.
Greg che la seguiva, un poco arretrato, si precipitò in suo soccorso non immaginando minimamente la causa del  malore.
Quando vide il braccio capì all'istante, non era il primo caso che gli capitava di osservare.
Per prima cosa bisognava detergere la ferita e cercare di spremere il veleno. La borraccia servì per il primo intento, per il resto si trovava sprovvisto del necessario kit di pronto soccorso, rimasto sulla jeep.
Era in preda all'agitazione e non riusciva quasi a concentrarsi per il coinvolgimento che provava.
San si avvicinò e con fare esperto cercò di fargli capire di spremere manualmente e di usare il coltello da caccia per incidere la parta lesa e ormai enfiata, poi tirò fuori un sacchetto di pelle dalla sua faretra contenente una poltiglia d'erbe da applicarvi sopra.
Yeelen continuava ad essere incosciente, grosse gocce di sudore le imperlavano la fronte, scottava divorata dalla febbre, probabilmente si trattava di una reazione allergica.
Bisognava riportarla all'accampamento dove avrebbe potuto somministrarle una dose di antistaminico. Temeva complicazioni respiratorie.
Guardò San che capì all'istante, presero una delle pelli destinate a trascinare la cacciagione e con l'aiuto di due lunghi legni improvvisarono una barella. Per fortuna quel giorno non si erano allontanati molto, ma qualche ora di cammino li aspettava comunque per raggiungere la jeep.
Greg si maledì per non aver portato con sè la preziosa valigetta salvavita.
I due uomini faticarono non poco a trasportare il corpo inanimato della ragazza, alta e robusta quasi quanto un uomo, zigzagavano quasi correndo tra arbusti e boschetti evitando grosse radici affioranti.
Finalmente arrivarono esausti alla jeep, Greg montò la tenda automatica per avere ombra e preparò con urgenza l'iniezione di antiallergenico e cortisone. San corse a chiamare sua moglie perchè vegliasse su Yeelen e le preparasse un decotto antinfiammatorio e qualche impiastro di arnica da stendere sul braccio.
Suggerirono di portare Yeleen al loro capanno per poterla curare meglio, Greg se la prese tra le braccia e la depose su un morbido giaciglio fatto di pelli d'antilope.
Nisa continuava a detergere la fronte della giovane con acqua fresca per far scendere la temperatura e formulava segrete parole per scacciare gli spiriti maligni.
-"Greg, lei bella, forte, si salverà!"
Greg se lo augurava dal più profondo del cuore, sperò solo che gli antistaminici agissero in fretta.
I cacciatori sarebbero rientrati solo il giorno dopo, quella sera il villaggio quasi deserto accentuava l'atmosfera di aspettativa e desolazione. La coppia e il dottore assistettero Yeelen per tutta la notte.
Verso il mattino finalmente la giovane dischiuse un occhio e cercò di mormorare qualcosa, il braccio si era vistosamente sgonfiato grazie al medicamento all'arnica, e la respirazione appariva normale.
Ripiombò in un sonno pesante, il peggio sembrava passato, ora aveva solamente bisogno di riposo.
I cacciatori di ritorno portarono anche la grossa preda di Yeelen e l'affidarono a San perché la porzionasse e ne ricavasse tutte le parti a loro utili.
Greg doveva ritornare al campo per avvisare dell'accaduto e consegnare la carne e i  frutti raccolti ai superstiti dell'alloggiamento esterno.
Delegò altri medici alle sue mansioni, programmando di rimanere ancora qualche giorno presso il lago Eyasi per permettere alla dottoressa di riprendersi completamente.
Intanto Lorenzo proseguiva nei suoi studi e nella sperimentazione mentre suor Johana mandava nuovi scampati bisognosi di ricovero.
Greg aveva vissuto momenti di vera disperazione al pensiero di perdere per sempre la sua Luce, aveva pregato con quel barlume di fede che ancora gli rimaneva e aveva giurato a se stesso che non l'avrebbe più persa d'occhio in futuro! Era troppo preziosa per lui e per una moltitudine di persone... forse per un continente intero!

Un Angelo In TanzaniaWhere stories live. Discover now