Parte 4 Il dottor Freeman

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Parte  IV  Il dottor Freeman

Avvicinandosi alla meta videro i primi indigeni Masai e Dakota nelle loro vesti policrome e le ingombranti collane concentriche, una sorta di disco dorato alla base del collo. Alcuni pascolavano magri bovini ed ovini, le donne portavano i loro bimbi appesi alla schiena e grosse ceste di frutta sulla testa. Le tribù erano dedite all'agricoltura e all'allevamento di bestiame che erano il perno della vita e della dieta locale. Prediligevano le tinte unite forti come il blu, il porpora e l'ocra e portavano una sorta di mantello in tono contrastante e perline coloratissime come ornamento.
Al centro di una radura con pochi alberi Yeelen scorse un ragazzino a terra, aveva un ginocchio insanguinato e gemeva sommessamente.
Ordinò all'autista di fermarsi e fatta una prima constatazione chiamò in aiuto Alan, a parer suo si trattava quasi sicuramente di frattura, probabilmente il ragazzo  era caduto dall'albero cercando di raccogliere frutti di mango.
Con i pochi mezzi a disposizione reperiti nella jeep tentarono di immobilizzare l'arto e trasportarono delicatamente il ferito a bordo.
Giunti al villaggio Yeelen si precipitò come una furia nell'ospedale da campo con il piccolo in braccio.
Un giovane medico stava consultando alcune cartelle, sobbalzò irritato da tanta enfasi, alzò lo sguardo e incrociò gli incredibili occhi dorati della ragazza che lanciavano dardi d'impazienza.
Sospirò infastidito ed esordì con un sarcastico:
-"Hey... ma dove ti credi di essere ragazzina? All' E.R. di Chicago? Qui non si acquistano crediti in base alla solerzia... ci sono tempi e precedenze da rispettare!"
"Simpatico!" pensò Yeelen "cominciamo bene..."
Nel frattempo arrivarono anche gli altri che si presentarono al dottor Freeman, Gregory Freeman nativo di Johannesburg sud Africa, coordinatore responsabile del gruppo, nonchè chirurgo e ostetrico eccellente.
L'estenuante vita al campo doveva aver indurito i suoi lineamenti che avrebbero potuto anche definirsi angelici in altre circostanze, capelli ricci naturali, biondo oro, grandi occhi scuri, fisionomia morbidamente classica, fisico asciutto e muscoloso.
-"E lei è...?"
-"Yeelen O'Connor, dottoressa in pediatria... per l'appunto!"
-"Certamente, ho sentito molto parlare di lei.... ehm mi scusi dottoressa...  lavoreremo spesso fianco a fianco... vediamo ora questo ragazzo!"
Gregory in realtà era rimasto molto affascinato dalla giovane dottoressa dai tratti esotici, al contempo anglosassoni e ne conosceva ampiamente la fama che la precedeva: preparatissima e pronta a tutto!
Dopo aver ridotto la frattura e ingessato la gamba al piccolo Masai i quattro furono condotti nell'area refezione, una sorta di tendone con tavoloni e panche di legno dove li  attendevano altri medici ed infermieri ed alcuni volontari inservienti.
Fu loro servito riso, latte di cocco e stufato di montone molto speziato con abbondante cumino e cardamomo.
Yeelen conosceva gli antichi e gustosi sapori e si saziò con estrema delizia, solo nonna Miezi era stata in grado di riproporre qualcosa di simile.
Alla fine della cena molti si attardarono attorno ai falò accesi per chiacchierare e fare il punto della giornata, la temperatura la sera si faceva fresca e s'innalzava una specie di nebbiolina.
Le nuove reclute presero possesso dei capanni a loro destinati e a Yeelen capitò ovviamente di doverlo dividere con Yasmine, non ne fu entusiasta ma fece buon viso da brava soldatessa abituata ad obbedire.
Sistemate le poche cose, Yeelen volle godersi ancora un attimo di solitudine e la volta stellata inspirando a fondo l'aria incontaminata di quella terra che tanto amava e la emozionava.
Lungo il suo percorso meditativo s'imbatté nel Dottor Freeman che la invitò a fermarsi un altro poco accanto al fuoco.
-"Dottoressa O'Connor, volevo scusarmi ancora per oggi... sono stato un pò brusco... pensavo di avere a che fare con una di quelle volontarie fanatiche che ci manda ogni tanto la missione, il suo aiuto mi sarà  molto  prezioso qui..."
I suoi occhi scuri studiavano quelli gialli da lupa di lei e valutavano il fisico prorompente celato dai jeans e dalla maglietta aderente, si soffermarono sul tatuaggio tribale all'altezza del bicipite, si lasciarono confondere dalla chioma color dell'ebano lucido che la rendeva una splendida e felina creatura selvaggia.
-"Perché non ci diamo del tu? Non sono molto più vecchio di te... puoi chiamarmi Greg se preferisci..."
-"Okay Greg, io rimango Yeelen per tutti... Non provate a storpiare il mio nome!"
-"Ma certo Principessa Luce! Ora  conviene darci la buonanotte... domani sveglia presto!"
Yeelen rimase perplessa, come faceva a conoscere il suo antico vezzeggiativo? E poi quello sguardo... Non aveva indugiato forse un pò troppo sul suo corpo?
Erano lì con uno scopo ben preciso, non per  intrecciare  fugaci avventurette  da reparto!

Un Angelo In TanzaniaWhere stories live. Discover now