Le conclusioni non sempre sono piacevoli - H. Keller

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Nikola aveva percepito la sua assenza. Aveva evitato il più possibile di guardarla, ma con la coda dell'occhio aveva colto il movimento repentino della ragazza. E, con tutto sé stesso, ne aveva sentito la mancanza.

Si voltò verso la sedia vuota, incrociando gli occhi di Betty. Ignorò lo sguardo di rimprovero che la bionda gli rivolse, per informarsi invece sulle condizioni di Alessia.

<<Sta bene?>> domandò piano.

Betty lo fissò in silenzio per un istante, poi rispose:

<<No>>

A quel punto, il giovane non poté evitare di alzarsi e seguire la ragazza, per accertarsi che non fosse niente di grave. Il suo corpo agì meccanicamente, senza interpellare la sua mente.

Fu così che si ritrovò fuori dalla porta del bagno, in attesa che lei ne uscisse.


Alessia fece un respiro profondo e aprì la porta della toilette. Rimase di sasso trovandosi davanti Nikola.

//Che ci fa qui?//

Si fissarono in silenzio, poi lui le chiese:

<<Come stai?>>

Il cervello della ragazza prese a lavorare velocissimo: sentiva che quello era il momento, quella era l'occasione che aspettava. Se non glielo avesse domandato in quell'istante, non sapeva quando avrebbe potuto farlo. Senza contare che, probabilmente, le sarebbe mancato il coraggio.

Perché, sì, aveva paura.

Ma non avrebbe permesso alla paura di bloccarla; non di nuovo, non quella sera.

Afferrò una mano di Nikola e lo fece spostare pochi passi più in là, in un angolo tranquillo, dove avrebbero potuto discutere senza essere interrotti.

<<Dobbiamo parlare>>


Betty lanciò un'occhiata verso il bagno e vide l'amica prendere l'iniziativa. Certo, forse quello non era il luogo ideale per un chiarimento; lei avrebbe scelto un posto più appartato, ma Alessia era sfinita e aveva giustamente deciso di mettere la parola fine a quella situazione.

Si accorse che anche Goran, che le stava di fronte, era intento a seguire la scena.

L'espressione preoccupata che colse sul suo volto la mise in allarme.


Osservava i suoi due migliori amici discutere in quell'angolo del ristorante e un brutto presentimento si faceva largo verso di lui. Possibile che avessero scelto proprio quella serata per chiarirsi?

Anche da dove era seduto, poteva leggere la tensione sul volto di Nikola. Invece Alessia era girata di spalle, perciò non poteva cogliere la sua espressione.

Tuttavia, dopo molti minuti, durante i quali aveva ignorato le conversazioni che si stavano svolgendo intorno a lui, la vide irrigidirsi, raddrizzando la schiena.

Incrociò lo sguardo di Betty: anche la bionda li stava tenendo d'occhio e si era accorta che qualcosa non andava.

La sua attenzione fu catturata di nuovo da Alessia. La giovane stava tornando al tavolo, stranamente calma. Riportò gli occhi sul palleggiatore, ancora fermo nell'angolo, e lesse il dolore sul suo viso.

Scattò in piedi, raggiungendo Alessia che, nel frattempo, stava infilando la giacca e prendendo la borsa. Le toccò delicatamente un braccio.

<<Cosa è successo?>> le chiese, anche se non aveva bisogno di una risposta.

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