Il dare meno del tuo meglio significa sacrificare il regalo-S.R.Prefontaine

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Era il compleanno del suo migliore amico e lei non sapeva davvero cosa regalargli. Non era mai stata brava con le sorprese; aveva poca fantasia e temeva sempre di sbagliare.

Con Betty era tutto più semplice, per una ragazza c'erano molte più opzioni di scelta... Ma cosa avrebbe potuto regalare ad un uomo?

Le sarebbe piaciuto trovare il dono perfetto: originale, azzeccato, giusto. Ma brancolava nel buio.

Era stata tentata di chiedere consiglio a Nikola, dato che conosceva Goran come le sue tasche, ma si era trattenuta perché desiderava con tutta sé stessa scegliere da sola quel regalo.

Così, tra un'idea scartata e un'altra, era arrivato il giorno del compleanno e lei era ancora a mani vuote.

In quel periodo Goran non era dell'umore giusto per festeggiare, quindi non avevano organizzato una vera e propria festa, ma solo una cena tra pochi amici. Ci sarebbero stati loro, Sara, Juan e Betty. Aveva provato ad invitare anche Vladimir e Marja, ma purtroppo non sarebbero riusciti a raggiungerli.

Stava fissando da molti minuti lo schermo del suo portatile alla ricerca di qualche idea, quando sentì le mani di Nikola sulle spalle. Il ragazzo si chinò per baciarla sulla guancia.

<<Rilassati, troverai qualcosa>> la incoraggiò ed uscì per andare all'allenamento.

//Come fa a sapere sempre tutto?//

Spense il computer, sconsolata, e si buttò sul divano, accendendo la televisione. Stava facendo zapping quando si imbatté in un documentario speciale sulle Olimpiadi conclusesi qualche mese prima. Davanti ai suoi occhi scorrevano le immagini dell'esperienza più incredibile che avesse mai vissuto e improvvisamente ebbe un'illuminazione.

Saltò in piedi e recuperò velocemente l'hard disk su cui aveva salvato le centinaia di foto scattate in Australia, per poi copiarne una in particolare su chiavetta. Presa dall'euforia, infilò i primi vestiti che trovò nell'armadio e si precipitò fuori.


Era tesa all'idea che Goran vedesse il suo regalo. Se non gli fosse piaciuto? Se lo avesse considerato banale e privo di fantasia?

Strinse tra le mani il pacchetto colorato e provò a far finta di niente.

Quando arrivò il suo turno, porse a Goran il suo regalo e attese col fiato in gola.

Il giovane scartò l'involucro e si rigirò l'oggetto tra le mani. Alessia vide un sorriso aprirsi lentamente sul suo volto e ricominciò a respirare.

Goran la guardò.

<<E' il più bel regalo che potessi farmi. Grazie>> abbassò nuovamente gli occhi sulla cornice metallica che racchiudeva una riproduzione ad alta risoluzione di una tra le foto più belle che Alessia avesse scattato in Australia. Ritraeva Goran, Nikola e Vladimir sul podio, abbracciati, con al collo la medaglia d'oro. Dai loro visi traspariva tutta l'emozione di quei momenti.

<<Sicuro che ti piace?>> volle accertarsi lei.

Lui annuì con convinzione e le sorrise di nuovo.


Avevano salutato pochi minuti prima Betty, che era andata via con Juan, e il festeggiato, il quale aveva riaccompagnato a casa Sara, ed erano seduti nell'auto di Nikola. Il ragazzo guidava tamburellando con le dita sul volante al ritmo di uno degli ultimi successi pop e Alessia canticchiava guardando fuori dal finestrino.

La cena era andata molto bene e Goran era riuscito a distrarsi per un paio d'ore dai pensieri che lo stavano tormentando in quel periodo.

La strada buia era illuminata dai lampioni e l'aria autunnale stava lasciando lentamente spazio al vero e proprio freddo. Mancava circa un mese al Natale e, per la prima volta in molti anni, Alessia non si sentiva male al pensiero di affrontare quelle giornate di festa.

Si girò verso Nikola, incrociando i suoi occhi e sorridendo, poi tornò a guardare fuori.

Dopo alcuni chilometri videro, in lontananza, dei lampeggianti blu; Nikola rallentò e si incolonnò dietro ad un paio di altre auto. Alcuni poliziotti stavano dirigendo il traffico in attesa che il carro attrezzi arrivasse e rimuovesse ciò che ostacolava la circolazione.

Alessia osservò distrattamente la scena: un camioncino aveva speronato una macchina, facendola ribaltare. L'impatto doveva essere stato abbastanza violento.

Mano a mano che si avvicinavano poté scorgere sempre più dettagli. L'automobile era ridotta ad un ammasso di lamiera indefinito, mentre il furgoncino aveva apparentemente subìto meno danni. L'ambulanza doveva aver già trasportato le persone coinvolte in ospedale, poiché non c'era traccia di loro sulla scena.

Erano ormai a pochi metri dall'incidente quando uno strano bagliore attirò l'attenzione della ragazza. In un primo momento le sembrò semplicemente un pezzo di lamiera scaraventato sull'asfalto che rifletteva la luce dei lampeggianti, ma, guardandolo meglio, si accorse che era tutt'altro. Con sgomento, cercò con gli occhi la targa della macchina e poi si voltò di scatto verso Nikola, la gola stretta in una morsa silenziosa.

Il suo volto pallido le disse che lui aveva già capito. 

Finish LineWhere stories live. Discover now