Tutti custodiamo un segreto chiuso a chiave nella soffitta dell'anima-C.R.Zafòn

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Faceva molto freddo in quel periodo, il Natale si stava avvicinando velocemente, ormai mancavano circa quindici giorni. Era caduta anche un po' di neve, ma il servizio meteo aveva predetto abbondanti nevicate solo a ridosso di Capodanno.

Capodanno che avrebbero trascorso tutti insieme in montagna. Era stata un'idea di Betty, la quale aveva trovato, tramite la sua rete di conoscenze universitarie, una grande baita poco lontano da Cuneo in grado di ospitare tutti, oltre alla famiglia di Vladimir, che si sarebbe unita a loro per l'occasione.

Alessia infilò le mani nelle tasche del cappotto e respirò l'aria pungente della sera. Era uscita da poco dalla redazione e aveva raggiunto il palazzetto a piedi per fare una sorpresa a Nikola. Si avvicinò all'ingresso secondario e aspettò, notando che, come sempre, un piccolo gruppo di tifosi aspettava i giocatori.

Amava questo aspetto della pallavolo: non c'erano barriere tra gli atleti e il pubblico, il legame tra le squadre e le tifoserie era continuo e corretto e nessuno negava mai una foto o un autografo.

Però poteva capitare che qualcuno esagerasse.

Mosse la testa, cercando tra la folla, e sospirò. Era ancora lì.

Non sapeva proprio cosa pensare: l'aveva vista per la prima volta in occasione del match contro Perugia e da allora era stata presente dopo le partite e anche dopo molti allenamenti. Aveva notato che si avvicinava sempre e solo a Nikola, ignorando tutti gli altri.

Inizialmente Alessia aveva creduto che fosse solo una fan particolarmente appassionata e non aveva dato peso alla cosa, anche perché Nikola le rivolgeva poche parole e poi si allontanava velocemente, ma ultimamente la sua presenza iniziava a darle fastidio.

Anche quella sera, mentre lei salutava Juan, notò la giovane parlare con Nikola.

Sospirò di nuovo e distolse lo sguardo. Non voleva far capire al ragazzo che vederlo con lei la infastidiva.

Quando, pochi secondi dopo, il palleggiatore la notò e le si avvicinò, Alessia lo accolse con un sorriso raggiante.

<<Sorpresa!>> esclamò alzandosi sulle punte e baciandogli la guancia.

Nikola l'attirò a sé e le diede un bacio molto meno casto.

Quando si staccarono, Alessia notò, oltre le spalle di lui, la ragazza mora che li osservava.


Avevano terminato di cenare e Betty stava servendo il dolce. La sua passione per la pasticceria non si era affievolita e la ragazza aveva preparato loro una torta strabordante di crema chantilly.

Sara stava raccontando al gruppo dell'esito dell'ultima partita della sua squadra, che le sue giocatrici avevano vinto nettamente. Alessia era contenta per lei: ultimamente la vedeva più spesso accanto a Goran e iniziava a sperare che il loro rapporto potesse avere qualche chance.

Mentre prestava ancora attenzione alla giovane allenatrice, si voltò verso Juan e lo sorprese a fissare Betty, la quale era intenta a tagliare una fetta di torta. Non riuscì a capire lo sguardo che il giocatore aveva rivolto alla bionda. Era ancora convinta che l'amica non avesse nulla da temere, ma, effettivamente, in quei giorni aveva notato spesso il brasiliano guardarla intensamente.

Quando Juan finalmente distolse gli occhi, per un istante si osservarono in silenzio, poi Alessia si voltò verso Nikola, facendo finta di nulla.


Si sentiva osservato. Non riusciva a spiegare quella sensazione, ma avrebbe scommesso che qualcuno lo stesse guardando. Distolse gli occhi dalla bionda e i suoi sospetti trovarono conferma quando incrociò lo sguardo pensieroso di Alessia.

La giovane si voltò quasi subito, ma lui aveva l'impressione che avesse intuito qualcosa. Ma non poteva essere così, giusto?

Lui stesso ancora faceva fatica a capire; non era possibile che qualcun altro ci riuscisse così, solo osservandolo.

Realizzò improvvisamente che, negli ultimi giorni, aveva sorpreso più volte la giornalista a scrutarlo; sembrava lo stesse studiando e la cosa lo infastidiva un po'.

Quando vide Alessia allontanarsi in corridoio per rispondere ad una telefonata di un collega ebbe un'idea.

Aspettò qualche minuto, poi si alzò e si diresse verso il bagno. Riuscì ad intercettare la ragazza, che aveva riattaccato il telefono, nel corridoio e le toccò il braccio. Lei lo guardò senza dire nulla.

<<Perché continui a fissarmi?>> le domandò sottovoce.

Lei scosse la testa.

<<Ti sbagli, non ti stavo fissando>> mentì.

<<Sì, invece. E non è la prima volta. Mi devi dire qualcosa?>>

La vide esitare e abbassare lo sguardo, per rialzarlo subito dopo.

<<Forse dovresti parlare prima tu. Come mai lanci tutte queste occhiate a Betty quando lei non ti vede?>>

Juan rimase di sasso: allora se ne era accorta... Come avrebbe potuto spiegare la situazione?

Finish LineWhere stories live. Discover now