Le persone sottoposte a tensione possono spezzarsi - Il Miglio Verde

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Nikola rispose con tranquillità a molte domande sul big-match che sarebbe andato in scena il giorno successivo e lo stesso fece il coach.

Il giovane aveva notato che Alessia li stava osservando dalla porta della sala e che Aleksandar era con lei, ma riuscì a non farsi distrarre. Le parole dell'opposto risuonavano ancora chiaramente nella sua testa: doveva cercare di controllarsi, per il bene di Alessia.

I suoi ragionamenti si interruppero a causa di una voce, che attirò di nuovo la sua attenzione. Osservò la donna che lo aveva chiamato: un caschetto di capelli scarlatti e un paio di grandi occhiali neri, che schermavano due occhi azzurri come il ghiaccio. Non l'aveva mai vista, un tipo così particolare non sarebbe mai potuta passare inosservata.

<<Roberta Costa, di "Perugia Oggi">> si presentò.

Lui annuì in segno di saluto e lei riprese a parlare.

<<Ho una domanda che non riguarda la partita di domani>> annunciò. <<Secondo alcune voci, hai scoperto da poco di avere un figlio. Puoi confermare questa notizia?>>

Nikola si raddrizzò sulla sedia, tendendo ogni muscolo del corpo. Non si aspettava una domanda così privata, ma forse non c'era da stupirsi; nonostante non fossero sempre sotto i riflettori come altri sportivi, erano comunque dei personaggi pubblici. Avrebbe dovuto sapere che, prima o poi, la notizia sarebbe trapelata e qualcuno gli avrebbe chiesto informazioni.

<<Sì, posso confermare>> rispose a denti stretti.

Con la coda dell'occhio notò che Alessia era impallidita e il suo primo istinto fu quello di alzarsi e correre da lei, mandando al diavolo la conferenza e i giornalisti.

Ma la voce di quella donna la bloccò.

<<E la madre del bambino non è la tua attuale compagna, giusto?>>

Nikola percepì il suo allenatore muoversi a disagio sulla sedia accanto a lui. Strinse i pugni sotto la scrivania alla quale era seduto.

<<E' esatto>> fissò la giornalista negli occhi, con uno sguardo duro. <<Ma non capisco a chi possano interessare queste informazioni>>


Alessia non si sarebbe mai immaginata che quell'argomento sarebbe potuto saltare fuori durante la conferenza stampa. Non aveva creduto possibile che qualcuno se ne interessasse. Invece quella donna stava insistendo proprio su quel punto.

Le sembrava che tutti gli occhi fossero su di lei, ma in realtà nessuno la stava guardando. Nemmeno Nikola. Dopo un'occhiata fugace, il palleggiatore aveva rivolto la sua attenzione alla reporter dai capelli rossi.

Si sentiva come pietrificata. Non riusciva a muovere un muscolo, né a spostare lo sguardo dal punto fisso su cui si era automaticamente posato quando aveva ascoltato la donna parlare. Anche respirare correttamente le richiedeva un enorme sforzo.

<<I pallavolisti sono personaggi pubblici. Alla gente interessano tutte le novità che vi riguardano>> stava spiegando, intanto, la Costa. <<Quindi...>>

Alessia cercò di prepararsi ad un'altra domanda dolorosa, ma, improvvisamente, sentì una mano stringere la sua. Si voltò di scatto e scrutò Aleksandar, il quale, però, non aveva distolto gli occhi dalla giornalista all'interno della sala stampa.

<<Che cosa farai adesso?>>

La domanda la fece girare nuovamente verso la platea di cronisti. Il silenzio riempiva l'ambiente.

Osservò Nikola, sperando che mettesse fine a quella tortura.

<<Sto cercando la soluzione migliore per tutti. Soprattutto per mio figlio>> rispose l'alzatore. <<Non risponderò ad altre domande su questo argomento>> concluse, secco.

Alessia non sapeva cosa pensare. C'era qualcosa, in quella risposta, che non le piaceva. Aveva sperato in qualcos'altro, anche se non riusciva a capire in cosa. Restava il fatto che il senso di insicurezza che sembrava averla lasciata, durante quei pochi giorni lontana da casa, si era ripresentato con tutta la sua destabilizzante potenza.

Abbassò gli occhi sul pavimento e pensò a quanto avrebbe voluto essere da un'altra parte, in quel momento.

Aleksandar intensificò la stretta intorno alla sua mano e quel contatto la confortò. Deglutì e lo guardò, incrociando i suoi occhi castani, e capì che cosa lo avesse reso nervoso poco prima: lui aveva temuto che la conferenza stampa prendesse questa piega. Forse conosceva quella giornalista e si aspettava quelle domande.

Ed era rimasto lì con lei, per aiutarla.

Grata, senza più badare a ciò che veniva detto nella stanza, gli si avvicinò e nascose il viso contro il suo petto. Le braccia del ragazzo la circondarono e con una mano iniziò ad accarezzarle ritmicamente i capelli.

I rumori intorno a loro le giungevano attutiti.

Doveva solo aspettare che la conferenza finisse, poi avrebbe potuto correre da Nikola.

Finish LineWhere stories live. Discover now