Oggi è il domani di cui ti preoccupavi ieri - D. Carnegie

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I ragazzi erano in viaggio per l'ennesima trasferta e Alessia aveva appena raggiunto la redazione. Ora che il lavoro di revisione del libro era stato concluso, poteva concentrarsi esclusivamente sul giornale.

Era quasi giunta all'ingresso dell'edificio, quando una voce la bloccò.

<<Dobbiamo parlare>>

Alessia si voltò, fino a incrociare gli occhi della donna.

<<Nataša, cosa ci fai qui?>>

Una spiacevole sensazione l'invase; l'ultima volta che avevano "parlato" lei era finita ad ubriacarsi in un bar.

<<Cosa vuoi?>> domandò di getto.

Non era in vena di diplomazia, non quando c'era di mezzo quella donna.

La riccia non perse tempo.

<<Mio marito ha chiesto il divorzio e vuole disconoscere il bambino. Chiederò a Nikola di riconoscere legalmente Matija>> disse, con l'evidente intenzione di ferirla.

Alessia si strinse nelle spalle.

<<Fai pure>> rispose semplicemente.

Notò l'espressione interdetta di Nataša: non si aspettava che lei fosse a conoscenza della situazione.

<<Lo sai già?>> le chiese, infatti, non riuscendo a trattenersi. <<Te l'ha detto>> concluse, parlando principalmente a sé stessa.

La rabbia apparì sul suo volto e non fece nulla per nasconderla.

<<Mi dice tante cose>> concluse Alessia, voltandosi di nuovo e incamminandosi verso l'ingresso della redazione.

<<Non finisce qui>> la minacciò l'altra.

La giornalista si immobilizzò, poi riprese a camminare, senza degnare Nataša di ulteriore attenzione.


<<Io non la sopporto proprio!>> esclamò Betty, infastidita.

Aveva rischiato di strozzarsi bevendo la sua tazza di the, mentre l'amica le raccontava del suo incontro con Nataša. Osservò Alessia, notando come fosse pensierosa.

<<Da una parte la capisco>> mormorò, con lo sguardo basso.

Betty sgranò gli occhi, sperando di avere capito male.

<<Come?>>

<<Sì. Insomma, ha le sue colpe, ma la situazione in cui si trova non sarebbe semplice per nessuno. Inoltre, credo che voglia davvero bene al bambino. E' normale che voglia quello che crede essere il meglio per lui>>

Betty rimuginò per alcuni secondi su quelle parole.

<<Nataša vuole Nikola>> sottolineò, dubbiosa.

Alessia annuì.

<<Vuole che suo figlio abbia un padre. E, forse, è davvero interessata a lui>>

Il silenzio calò sulla stanza, interrotto solo dal rumore del cucchiaino di Alessia che batteva ritmicamente sulla parete della tazza da the.

Fu la bionda a parlare per prima.

<<Forse hai ragione, ma non può pretendere di piombare qui e fare quello che vuole! Lui ama te, per lei non c'è spazio>>

Betty aspettò una risposta dalla giornalista, che, però, si limitò ad annuire. Non sembrava convinta; anzi, era pronta a scommettere che l'amica fosse preoccupata.


Nikola era appena rientrato dall'allenamento. In attesa dell'arrivo di Alessia, si preparò qualcosa da mangiare.

Dopo avere cenato, si distese sul divano, guardando distrattamente la televisione. Lo squillo del cellulare lo fece sobbalzare.

//Chi può essere a quest'ora?//

Lesse il nome sul display e si allarmò.

<<E' successo qualcosa a Matija? Sta bene?>> si informò subito, in apprensione.

La voce all'altro capo del telefono era tesa.

<<Matija sta bene, ma dobbiamo parlare>>

Il palleggiatore sospirò, sollevato, per poi rivolgersi alla donna con fastidio.

<<Dobbiamo farlo adesso, a quest'ora? Avresti potuto aspettare domani>>

Nataša esitò, ma solo per un secondo.

<<E' importante>>

Nikola si passò una mano tra i capelli e poi sugli occhi. Era stanco e tutto ciò che voleva era rilassarsi in compagnia di Alessia. Ma se quello di cui Nataša voleva parlargli fosse stato realmente importante?

<<D'accordo, sto arrivando>> concluse, non molto convinto.

Provò subito a telefonare ad Alessia, per avvisarla che sarebbe uscito, ma il cellulare era staccato. Le scrisse un messaggio, dicendole che si sarebbero visti direttamente la mattina successiva.

Poi prese il cappotto e uscì.

Finish LineWhere stories live. Discover now