Per le donne i migliori afrodisiaci sono le parole - I. Allende

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Nikola fu l'ultimo a dover rispondere e lo aspettava il quesito potenzialmente più indiscreto.

Alessia era preoccupata per lui e anche per sé stessa. Conoscendo Betty, temeva che la domanda avrebbe riguardato aspetti privati di cui normalmente non avrebbero discusso in pubblico.

//Ho la sensazione che sarà imbarazzante//

Guardò l'amica, intenta a formulare l'interrogativo. La bionda le lanciò un'occhiata, ma non si soffermò con lo sguardo su di lei; era troppo concentrata su quello che stava per dire.

Alessia spostò per un secondo gli occhi su Nikola e lo trovò più rilassato di quello che si sarebbe aspettata.

Rivolse poi nuovamente l'attenzione su Betty, che finalmente sembrava essere pronta.

<<Qual è stato il momento esatto in cui ti sei innamorato di Alessia e come è stato vivere le Olimpiadi accanto a lei, ma sapendo di dover fingere e di non poterla toccare?>>

<<A questo posso rispondere io>> sospirò Vladimir esasperato.

Goran ridacchiò, annuendo.

Lei ripensò a quei giorni australiani e, sebbene iniziasse già a percepire l'imbarazzo affacciarsi sulle sue guance, non poté fare a meno di sorridere. Quella terra era stata spettatrice di così tanti momenti importanti, di così tante "prime volte", che avrebbe sempre avuto un posto speciale nel suo cuore.

Quando tornò con la mente a quello che le stava accadendo intorno, udì Betty rispondere al maggiore dei fratelli Kiljc.

<<Non devi dirlo tu, voglio sentirlo da Nikola>>

Improvvisamente però la ragazza si rese conto di una cosa.

<<Ma queste sono due domande!>> protestò.

L'altra non si scompose e le parlò senza staccare gli occhi dal palleggiatore.

<<Le ho formulate in un'unica frase, quindi valgono come una sola>>

//Ecco perché era così concentrata!//

Era inutile, non l'avrebbe mai spuntata con lei.

Si rassegnò e si accasciò contro il cuscino del divano, quasi desiderando di non aver mai acceso quel fuoco. Avrebbe dovuto immaginare che sarebbe finita così.

Durante quel battibecco, Nikola era rimasto in silenzio.

Quando tutti si furono zittiti, il ragazzo puntò gli occhi nei suoi e cominciò a parlare. Fu come essere avvolti in un bozzolo solo loro, lontani da tutto il resto. Il suo cuore iniziò a battere sempre più veloce e trattenne il respiro per paura di spezzare quell'intimità.

<<Non so quale sia stato il momento esatto in cui mi sono innamorato di te. E' successo gradualmente, credo, non me ne sono accorto fino a quando non mi hai evitato per un'intera settimana. Quello è stato il momento in cui l'ho realizzato: sono venuto a cercarti al giornale perché mi mancava la tua voce, mi mancava vederti, toccarti>>

Gli occhi di Nikola non la stavano solo guardando; ne era completamente assorbita, risucchiata. Nemmeno si ricordava più come fossero finiti a fare discorsi del genere.

Ma il giovane non aveva finito.

Continuando ad accarezzarla con lo sguardo, proseguì:

<<In Australia ci sono state volte in cui ho temuto di perdere il controllo, di non riuscire a trattenermi. Averti così vicino era inebriante e stordente allo stesso tempo>>

La sua voce decisa e profonda aveva assunto una sfumatura di desiderio che Alessia riconobbe con facilità. Sentiva che anche il suo corpo, avvolto da quelle parole, stava per scattare.

<<Basta, smettetela!>>

Vladimir irruppe nel loro microcosmo come un tornado, improvviso e inaspettato.

Alessia sbatté le palpebre e girò la testa verso di lui.

<<Come è possibile che anche a metri di distanza riusciate a generare tutta questa... tensione?>> scosse il capo, incredulo. <<Mi arrendo>> alzò le mani e crollò sul divano, provocando una risata generale.

Alessia rimase in silenzio, tornando a guardare Nikola: nemmeno lui stava ridendo. Aveva ancora lo sguardo fisso su di lei; dovette sforzarsi, lottare contro il suo istinto, per distogliere gli occhi e cercare Betty.

La bionda ammiccò nella sua direzione con un sorriso consapevole.

Per fortuna il gioco era finito.

Finish LineWhere stories live. Discover now