Parlare dei propri mali è già una consolazione - A. Dumas

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La partita era finita con un tie-break, come all'andata, e pure questa volta Cuneo aveva vinto, ma Milano aveva dimostrato di potersela giocare anche contro le grandi del campionato.


All'uscita dallo spogliatoio, Vladimir attese di essere raggiunto dal fratello. Non avevano avuto modo di parlare prima del match; era solo riuscito a salutare Alessia e aveva captato qualcosa di insolito. La ragazza non aveva detto nulla di strano, ma il suo atteggiamento lo aveva colpito: gli era sembrata tesa e stranamente indecisa. Che ci fossero problemi con suo fratello? Aveva tutta l'intenzione di verificarlo di persona.

Quando Nikola lo raggiunse, lo abbracciò e gli fece cenno di seguirlo in un angolo più appartato del palazzetto. Il più giovane non obiettò.

Si fermarono accanto a una delle uscite antincendio, lontano da occhi e orecchie indiscreti.

Vladimir andò subito al sodo; non aveva molto tempo e non intendeva sprecarlo con inutili giri di parole.

<<Ho visto Alessia prima dell'incontro. Mi è sembrata strana. Tutto bene tra di voi?>>

Osservò Nikola irrigidirsi. Non era un buon segno.

<<Avrei voluto potertene parlare con più calma>> iniziò il fratello, sospirando. <<Un paio di settimane fa ho scoperto una cosa e le conseguenze di questa scoperta pesano su di me, ma anche su Alessia>>

Non riusciva ad immaginare quale notizia sconvolgente potesse indurre il fratello minore a tergiversare. Normalmente, non si sarebbe fatto problemi ad andare dritto al punto.

<<Cosa hai scoperto?>> chiese, preoccupato.

<<Prometti di non dire niente ai nostri genitori>>

L'ansia di Vladimir aumentò: non era da lui avere segreti con il resto della famiglia.

Tuttavia, annuì.

<<Ho un figlio, Vladi>> disse Nikola tutto d'un fiato.

La sua prima reazione fu una risata incredula. Ma la risata si spense quasi subito. Gli occhi del fratello erano maledettamente seri.

<<Che storia è questa?>> domandò sconvolto.

Nikola si passò una mano tra i capelli e poi tornò a guardarlo.

<<Ti ricordi di Nataša? Ha partorito mio figlio>>

<<Quella Nataša? Quella che ha mentito sul fatto di essere sposata?>>

Vladimir aveva assunto un tono incredulo; non si poteva certo dire che avesse un'opinione positiva della donna.

<<Ne conosci un'altra?>>

Rimase senza parole.

Non poteva essere vero.

Suo fratello aveva sempre desiderato una famiglia tutta sua e, adesso che aveva finalmente trovato la persona giusta con cui costruirla, saltava fuori questa storia.

<<Quanto ne sei sicuro?>> chiese ancora.

<<Abbastanza. Ma abbiamo fatto il test del Dna e i risultati dovrebbero arrivare tra pochi giorni. Se sarà tutto confermato, allora lo dirò anche a mamma e papà>>

<<E cosa pensi di fare, in quel caso?>>

L'espressione sul volto di Nikola, confusa e addolorata, lo spiazzò. Nemmeno ricordava l'ultima volta in cui lo aveva visto così abbattuto.

<<Non ne ho idea>> confessò, allargando le braccia.

Vladimir, di solito, dispensava consigli a tutti, anche quando non erano richiesti. Ma quella volta non sapeva davvero cosa dire. Non riusciva neanche a capire se fosse maggiore la sorpresa o il dispiacere di vedere suo fratello in quella situazione.

E poi c'era Alessia.

Non osava immaginare i sentimenti della ragazza in quei giorni. Ma era ancora accanto al fratello, nonostante tutto, e questo lo faceva sperare per il meglio, anche se sarebbe stato tutt'altro che facile.

<<Chi altro lo sa?>>

<<Goran, Betty e Juan>>

Udì dei passi avvicinarsi e si voltò, scorgendo un suo compagno di squadra che era venuto a chiamarlo perché era quasi giunta l'ora di tornare a Milano.

Non avrebbe voluto lasciare Nikola in quel momento, ma si rese conto che, se anche fosse rimasto, non avrebbe potuto fare niente per lui. Così fece un cenno al compagno e gli disse che avrebbe raggiunto subito il resto della squadra. Poi tornò a fissare Nikola.

<<Mi dispiace, Nik. Non so davvero cosa dire, cosa consigliarti. Chiamami, se hai bisogno di parlare>>

L'altro annuì.

<<Ti lascio a Goran, sei in buone mani>> così dicendo, lo abbracciò. <<E, qualunque cosa succeda, qualunque decisione prenderai, non lasciarti sfuggire Alessia, capito?>>

<<Non lo farò>> lo rassicurò il palleggiatore, con un piccolo sorriso.

Poi Vladimir si voltò e raggiunse i compagni, col cuore pesante.

Finish LineWhere stories live. Discover now