Il ringraziamento è la forma più alta di pensiero - G.K. Chesterton

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Avevano terminato di fare colazione e Nikola era andato in bagno. Lei lo stava aspettando in soggiorno, approfittandone per controllare la casella mail; negli ultimi due giorni aveva avuto altro per la testa e aveva trascurato la sua posta elettronica. Era così concentrata che il suono del cellulare la fece sobbalzare.

Staccò gli occhi dal computer per posarli sullo schermo del telefonino. Quando lesse il nome della persona che la stava chiamando, le venne naturale sorridere. Se non l'avesse chiamata lui, lo avrebbe fatto lei: doveva ringraziarlo e scusarsi con lui.

<<Ciao, Alek>> lo salutò.

<<Ciao! Ti ho telefonato per sapere come stai>> disse subito l'opposto. <<Qualunque problema avessi avuto l'altra sera... L'hai risolto?>> si informò, premuroso.

In quello stesso istante Nikola comparve in soggiorno e il suo sguardo cadde subito su di lei.

<<Non ancora>> rispose, evasiva.

Da una parte, non poteva raccontare all'amico ciò che erano venuti a sapere; dall'altra, si sentiva a disagio a parlare con lui davanti al palleggiatore. Sapeva, infatti, che lui non ne sarebbe stato contento. La gelosia verso Aleksandar non gli era mai passata.

Così si affrettò a dire quello che doveva dire, sperando di non irritare troppo Nikola; temeva una sua reazione, soprattutto in giorni pesanti e problematici come quelli. Non sarebbe stato un bene per nessuno di loro.

<<Alek, vorrei ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me. Sei stato un vero amico>> così dicendo, lanciò un'occhiata al giovane di fronte a lei, notando la sua espressione seria. <<E spero di non averti causato problemi con la squadra>> aggiunse con tono colpevole.

<<Stai tranquilla, mi sono beccato solo una ramanzina, nulla di grave. E poi, gli amici servono a questo>> il suo tono allegro la fece sorridere.

Intanto Nikola continuava a osservarla con la stessa espressione; non si era mosso di un centimetro.

<<Beh, grazie ancora>>

<<Ricordati di chiamarmi quando vorrai farti una risata, o scambiare due chiacchiere, ok?>>

<<Ok. Mi raccomando, non cacciarti nei guai>> si raccomandò Alessia, con l'intenzione di salutarlo e terminare la conversazione.

Tuttavia fu interrotta da un gesto di Nikola, che le fece segno di passargli il cellulare.

<<Ehm, Alek, aspetta un attimo. Nikola vuole parlarti...>>

A quelle parole, udì l'opposto esclamare, preoccupato:

<<Cosa? Perché? Me lo potevi dire che era lì con te!>>

Ma la ragazza non fece in tempo a rispondere, perché si era già avvicinata al palleggiatore e gli stava porgendo il telefono. Era curiosa e timorosa al tempo stesso: che cosa gli avrebbe detto? Sperava solo di non dover assistere a una scenata di gelosia telefonica.

Puntò gli occhi su Nikola e attese.


Lui inspirò a fondo, poi iniziò a parlare.

<<Ciao, Aleksandar>> ricambiò lo sguardo pensieroso di Alessia.

<<Ciao, Nik>> la risposta del giocatore di Perugia era tutt'altro che sicura. <<Come stai?>>

Nikola ignorò la domanda e si preparò a pronunciare le parole che era giusto che dicesse, nonostante ciò non gli facesse di certo piacere.

<<Anche io voglio ringraziarti per avere aiutato Alessia ed esserle stato accanto. Non eri obbligato a farlo, quindi... Grazie>>

Dall'altro capo del telefono, Aleksandar rimase zitto. Forse era talmente sorpreso da non riuscire più a parlare. Nikola sapeva di metterlo in soggezione, ma non poteva farci nulla: non avrebbe mai potuto dimenticare che aveva corteggiato, seppur brevemente, la donna che amava.

Stava quasi per pensare che fosse svenuto, quando, improvvisamente, l'opposto rispose.

<<Prego. Sai che le voglio bene>>

Lui strinse a pugno la mano libera, ma fu costretto ad ammettere che quella era la verità.

<<Lo so>> mugugnò.

Nel frattempo Alessia continuava a fissarlo con preoccupazione e perplessità.

<<Spero che risolviate i vostri problemi>> aggiunse l'altro.

<<Grazie>>

<<Beh, suppongo che ci vedremo presto qui a Perugia>> continuò Aleksandar, alludendo alla partita di campionato che avrebbero disputato in Umbria nel giro di alcune settimane.

<<Sì. E, Alek>> richiamò la sua attenzione, prima di riattaccare. <<Sappi che continuerò a tenerti d'occhio>>

L'altro scoppiò a ridere.

<<Lo so, lo so. Ciao, Nik>>

Subito dopo, Nikola interruppe la chiamata. Un piccolo sorriso minacciava di far capolino sul suo volto.

Finish LineWhere stories live. Discover now